Frasi su volte
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“Alcuni pensano che fare gli stronzi sia una conseguenza del successo. Bisogna tenere a mente che non stiamo salvando vite, è soltanto intrattenimento. Gli attori a volte lo dimenticano con tutte le lusinghe che ricevono. Sono consapevole di questo aspetto e ho sempre cercato di combatterlo.”

Aidan Turner (1983) attore irlandese

Origine: Citato in Stuart Husband, Turner Prize https://www.facebook.com/notes/aidan-turner-corner/turner-prize/643934542303682/, The Article Magazine , 10 ottobre 2013.

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“Quando abbiamo un pallone tra i piedi noi calciatori siamo felicissimi. Quello che succede dietro, nel retropalco, spesso non è proprio bellissimo. Chi diventa un calciatore quando arriva al mio livello? Il più delle volte un uomo molto solo.”

Paulo Dybala (1993) calciatore argentino

Origine: Da un'intervista rilasciata a Vanity Fair; citato in Dybala: "La vita di un calciatore è la vita di un uomo solo. Vestire l'azzurro? Sarebbe stato un inganno" https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2017/12/06/paulo-dybala-si-racconta-a-vanity-calciatore-uomo-solo.html, Sport.Sky.it, 6 dicembre 2017.

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“Nel centro della tela, nel posto ove suole stare il ragno, Gwynplaine vide una cosa formidabile e magnifica: una donna nuda.
Non assolutamente nuda. Questa donna era vestita e vestita dalla testa ai piedi. Indossava una camicia lunghissima, come le stole d'angeli nei quadri di santi, ma così sottile che sembrava bagnata, Donde un incirca di donna nuda, più fervido e pericoloso che la nudità assoluta.
La tela d'argento trasparente era una tenda. Fermata soltanto in alto, essa poteva essere sollevata. Separava la sala di marmo, ch'era una sala da bagno, da una camera, ch'era una camera da letto. Questa camera, piccolissima, era una specie di grotta tutta specchi. Ovunque cristalli veneziani, aggiustati poliedricamente, congiunti da bacchette dorate, riflettevano il letto ch'era nel centro. Su quel letto, d'argento come la toeletta e il canapè, era sdraitata la donna. Ella dormiva.
Dormiva col capo supino. Coi piedi respingeva le coltri, come il succubo sopra al quale aleggia il sogno.
Il suo guanciale di trine era caduto a terra sul tappeto. Fra la sua nudità e lo sguardo dell'uomo, erano due ostacoli: la camicia e la tenda di velo d'argento. Due trasparenze. La camera, più alcova che camera, era illuminata lievemente dal riflesso della sala da bagno.
Forse la donna non aveva pudore, e la luce invece ne aveva ancora.
Il letto era senza colonne, né cortinaggio, né cielo, così che la donna, aprendo gli occhi, poteva vedersi riflessa mille volte nuda negli specchi che aveva sopra il capo.
Una veste da camera di magnifica seta della Cina era gettata sulla sponda del letto.
Oltre il letto, in fondo all'alcova, era forse una porta, nascosta, segnata da uno specchio piuttosto grande, sul quale eran dipinti pavoni e cigni.
Al capezzale del letto era fermato un leggio d'argento ad aste girevoli, ed a fiaccole fisse, sul quale si poteva vedere un libro aperto, che in cima alle pagine aveva questo titolo a letteroni rossi: Alcoranus Mahumedis.
Gwynplaine non scorgeva nessuna di queste cose. La donna: ecco quello che vedeva.”

1967, p. 236
L'uomo che ride

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“Sono cieco, per caso, ma prima di perdere la vista, ho guardato più di mille volte le immagini che contemplerete.”

Jean Paul Sartre (1905–1980) filosofo, scrittore, drammaturgo e critico letterario francese

Bariona o il figlio del tuono

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“A volte la follia sembra l'unica via per la felicità.”

Morgan (1972) cantautore, polistrumentista e disc jockey italiano

da Altrove

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“Non sempre chi si ferma è perduto: alle volte è semplicemente arrivato.”

Alessandro Bergonzoni (1958) comico e scrittore italiano

Origine: Da Opplero: storia di un salto, Garzanti.

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“A volte uccidere può avere anche un significato religioso: l'esempio classico è uccidere un prete.”

Alessandro Bergonzoni (1958) comico e scrittore italiano

È già mercoledì e io no

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“Ed eccovi in secondo luogo la "cuna", altro flagello dell'infanzia, altro strumento di morte per bambini. Bisogna far dormire per forza quella mummia, che grida nei suoi ceppi. Le sue grida riescono importune, moleste, insopportabili. Dl'altronde, la madre deve attendere alla sua acconciatura, ha da intendersi colla sarta, ha da finire di leggere quel romanzo che tanto l'interessa! Deve vestirsi pel teatro, per le visite, pel veglione, per la passeggiata. Bisogna dunque per forza quel marzmottino si acceti nel sonno. Ed ecco il piccolo importuno consegnato alla balia, che te lo acchiappa come un involto di robe vecchie e te lo getta nella "cuna", dopo aver dato una buona ristretta alle fasce, quasi che tema ceh il prigioniero non scappi. Ed accola a far giuocare quel crpicciuolo ad un violento giuoco di altalena, agitando la culla in modo tempetosissimo che, senon fosse per legge fisica che il gran moto produce l'immobilità, quel puttino dovrebbe essere cento volte tramazzato sul suolo ovvero trabalzato in aria come la palla della racchetta. Bisogna far dormire a forza il monello. Dunque, stordendolo fino alla stupefazione, fino all'encefalagìa, fino al coma. L'oppio, la morfina ed altri mortali soporiferi riuscirebbero meno letali a quel tenero tessuto nervoso della violenta agitazione della "cuna". Un bel dì, il bambinello è assalito da convulsioni nervose e leva l'incomodo alla madre: «Dio se l'ha preso» dice questa. E noi diremo: «Siete voi che Glielo avete dato!».”

Francesco Mastriani (1819–1891) scrittore italiano

Parte prima, libro II, cap. XXVI, p. 253-54

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“Il male che si riceve, a volte ti rimette sotto gli occhi il male fatto anche se dimenticato.”

Andrea Santoro (1945–2006) presbitero italiano

Lettere dalla Turchia

“Se la Chiesa è stata, a volte, contro la scienza, la causa risiede nella cattiva lettura che ha fatto della Bibbia.”

Jean Guitton (1901–1999) filosofo e scrittore francese

Quello che credeva al cielo e quello che non ci credeva

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“Avrai smesso cento volte.. | Cento volte, adesso una in più.”

Brunori Sas (1977) cantautore italiano

da Una domenica notte, n. 4
Vol. 2 – Poveri Cristi

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“Una speranza, a volte, indebolisce le coscienze, come un vizio.”

VI, Reggia di Mida; p. 269
L'isola di Arturo

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“Rosie, domani torno a Boston, ma prima di partire volevo scriverti questa lettera. Tutti i pensieri e i sentimenti che mi ribollivano dentro traboccano finalmente dalla penna; ti lascio queste poche righe perché tu non abbia la sensazione che io ti voglia in qualche modo fare pressione. Mi rendo conto che avrai bisogno di tempo per valutare quello che sto per dirti. So bene che cosa ti sta succedendo, Rosie. Tu sei la mia cara amica e io vedo chiaramente la tristezza nei tuoi occhi. So che Greg non è via per lavoro, questo fine settimana. Tu non sei mai riuscita a mentirmi. Sei negata. I tuoi occhi ti tradiscono sempre. Non fingere che tutto vada benissimo, perché io vedo che non è così. Vedo che Greg è un egosita che non ha la minima idea della fortuna che ha, e questo mi fa stare male. È l'uomo più fortunato al mondo ad avere te, Rosie, ma non ti merita e tu meriti molto di più. Ti meriti qualcuno che ti ami con tutto il cuore, qualcuno che pensi a te costantemente, qualcuno che passi ogni minuto di ogni giorno a domandarsi che cosa stai facendo, dove sei, con chi sei, se stai bene. Hai bisogno di qualcuno che ti possa aiutare a realizzare i tuoi sogni e che sia in grado di proteggerti dalle tue paure. Hai bisogno di qualcuno che ti tratti con rispetto, che ami tutto di te, soprattutto i tuoi difetti. Dovresti avere accanto qualcuno che ti possa rendere felice, davvero felice, spensieratamente felice. Qualcuno che avrebbe dovuto cogliere l'occasione di stare con te tanti anni fa invece di lasciarsi prendere dal panico e sentirsi troppo spaventato per tentare. Io non ho più paura, Rosie. Non ho paura di tentare. Ora sono certo di sapere che cosa ho provato al tuo matrimonio: gelosia. Mi sono sentito il cuore andare a pezzi nel vedere la donna che amo voltarmi le spalle e avviarsi lungo la navata al fianco di un altro uomo, un uomo con il quale lei contava di trascorrere il resto della vita. Per me è stata come una sentenza di condanna a vita: gli anni mi si stendevano davanti e io ero riuscito a dirti i miei sentimenti o a stringerti tra le braccia come avrei desiderato. Per ben due volte siamo stati l'uno accanto all'altra sull'altare, Rosie. Per ben due volte. E per ben due volte abbiamo sbagliato. Avevo bisogno che tu fossi presente il giorno del mio matrimonio, ma ero troppo stupido per capire che avevo bisogno che tu fossi la ragione del mio matrimonio. Non avrei mai dovuto permettere che le tue labbra si staccassero dalle mie, tanti anni fa a Boston. Non avrei mai dovuto allontanarmi. Non avrei dovuto lasciarmi prendere dal panico. Non avrei dovuto sprecare tutti questi anni senza di te. Dammi la possibilità di recuperare il tempo perduto. Ti amo, Rosie, e voglio stare con te, con Katie e con Josh. Per sempre. Ti prego, pensaci. Non perdere tempo con Greg. Ora tocca a noi. Smettiamola di avere paura e cogliano questa occasione. Ti prometto che ti renderò felice.
Con tutto il mio amore, Alex”

Scrivimi ancora

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“Quando vieni al sud piangi due volte: sia quando arrivi, sia quando te ne vai.”

Alessandro Siani (1975) comico, attore e cabarettista italiano

Film Benvenuti al sud

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“Coloro che accendono candele sull'altare dell'ideale, nove volte su dieci hanno una fabbrica di candele che li sovvenziona.”

Pitigrilli (1893–1975) scrittore e aforista italiano

libro Dizionario antiballistico

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