Frasi su sapere
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“Si può condurre una esistenza apparentemente normale senza sapere di essere posseduti dal Demonio.”

Matteo La Grua (1914–2012) sacerdote italiano

Contro Satana

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“Alì dagli Occhi Azzurri
uno dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi
a vela e a remi. Saranno
con lui migliaia di uomini
coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri

sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sè i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.

Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci
asiatici, e di camicie americane.
Subito i Calabresi diranno,
come da malandrini a malandrini:
«Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e formaggio!»
Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nelle Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col germe della Storia Antica
voleranno davanti alle willaye.

Essi sempre umili
Essi sempre deboli
essi sempre timidi
essi sempre infimi
essi sempre colpevoli
essi sempre sudditi
essi sempre piccoli,

essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare,
essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi
in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,

essi che si costruirono
leggi fuori dalla legge,
essi che si adattarono
a un mondo sotto il mondo
essi che credettero
in un Dio servo di Dio,
essi che cantavano
ai massacri dei re,
essi che ballavano
alle guerre borghesi,
essi che pregavano
alle lotte operaie…

… deponendo l’onestà
delle religioni contadine,
dimenticando l’onore
della malavita,
tradendo il candore
dei popoli barbari,
dietro ai loro Alì

dagli Occhi Azzurri - usciranno da sotto la terra per uccidere –
usciranno dal fondo del mare per aggredire - scenderanno
dall’alto del cielo per derubare - e prima di giungere a Parigi

per insegnare la gioia di vivere,
prima di giungere a Londra
per insegnare a essere liberi,
prima di giungere a New York,
per insegnare come si è fratelli
- distruggeranno Roma
e sulle sue rovine
deporranno il germe
della Storia Antica.
Poi col Papa e ogni sacramento
andranno su come zingari
verso nord-ovest
con le bandiere rosse
di Trotzky al vento…”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Alì dagli occhi azzurri

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“In tutte le persone, il segreto principale è saper distinguere chi mostra da chi dimostra.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

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“A quanti vogliono sapere se io sono di centro destra o di centro sinistra, io rispondo che sono del centro storico.”

Luciano De Crescenzo (1928–2019) scrittore italiano

citato in De Crescenzo candidato del Polo? "No, grazie", la Repubblica, 8 settembre 1995, p. 9

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“Marx ed Engels hanno scritto nella Sacra famiglia: "Se l'uomo è formato dalle circostanze, allora bisogna formare le circostanze umanamente". Niente di più chiaro, niente di più eloquente, niente di più ricco di senso. Non avevo ancora trent'anni quando, per la prima volta, lessi quelle parole. Furono, per così dire, la mia via di Damasco. Capii che mi sarebbe stato impossibile tracciare una rotta per la mia vita al di fuori di quel principio e che solo un socialismo integralmente inteso (dunque, il comunismo) avrebbe potuto soddisfare i miei aneliti di giustizia sociale. Molti anni più tardi, in una intervista con Bernard Pivot, che voleva sapere perché continuassi a essere comunista dopo gli errori, i disastri e i crimini del sistema sovietico, risposi che, essendo un comunista "ormonale", mi era impossibile avere delle idee diverse: gli ormoni avevano deciso. La spiegazione è più seria di quanto sembri: e forse si capisce meglio se dico che, in qualche modo, ha un equivalente nel "non possumus" biblico. Recentemente, suscitando lo scandalo di certi compagni dediti alla più canonica ortodossia, ho osato scrivere che il socialismo – e a maggior ragione il comunismo – è uno stato dello spirito. Continuo a pensarlo. E la realtà si incarica giorno dopo giorno di darmi ragione.”

José Saramago (1922–2010) scrittore, critico letterario e poeta portoghese

da Comunista a chi?, numero speciale de Il Manifesto, 17 dicembre 2009

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“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”

Variante: Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti"
-La luna e i falò-
Origine: La luna e i falò, I

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“È incredibile come si possa essere tanto felici per così tanti anni, in mezzo a tante baruffe, a tante seccature, cazzo, senza sapere in realtà se è amore o se non lo è.”

Love in the Time of Cholera
L'amore ai tempi del colera
Variante: «E' incredibile come si
possa essere tanto felici per tanti anni, in mezzo a tante baruffe, a
tante seccature, cazzo, senza sapere in realtà se quello è amore o
no». Quando finì di sfogarsi, qualcuno aveva spento la luna.

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“Una moglie è uno schiavo che bisogna saper mettere su un trono.”

Honoré De Balzac (1799–1850) scrittore, drammaturgo e critico letterario francese

La fisiologia del matrimonio

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“La scienza, che cominciò come ricerca della verità, sta divenendo incompatibile con la veridicità, poiché la completa veridicità tende sempre più al completo scetticismo scientifico. Quando la scienza è considerata contemplativamente, non praticamente, ci si accorge che ciò che crediamo lo crediamo per la nostra fede animale, e che alla scienza dobbiamo solo i nostri disinganni. Quando, d'altro canto, la scienza si considera come una tecnica per la trasformazione di noi stessi e di quanto ci sta attorno, vediamo che ci dà un potere del tutto indipendente dalla sua validità metafisica. Ma noi possiamo solo usare questa potenza, cessando di rivolgerci delle domande metafisiche sulla natura della realtà. Eppure queste domande sono la testimonianza dell'atteggiamento di amore verso il mondo. Così, solo in quanto noi rinunciamo al mondo come amanti, possiamo conquistarlo da tecnici. Ma questa divisione dell'anima è fatale a ciò che vi è di meglio nell'uomo. Non appena si comprende l'insuccesso della scienza considerata come metafisica, il potere conferito dalla scienza come tecnica si otterrà solo da qualcosa di analogo alla adorazione di Satana, cioè, dalla rinuncia dell'amore… La sfera dei valori sta al di fuori della scienza, salvo nel tratto in cui la scienza consiste della ricerca del sapere. La scienza, come ricerca del potere, non deve ostacolare la sfera dei valori, e la tecnica scientifica, se vuole arricchire la vita umana, non deve superare i fini a cui dovrebbe servire.”

Bertrand Russell (1872–1970) filosofo, logico e matematico gallese

cap. XVII, 1931
La visione scientifica del mondo

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“Oh! Saper essere come l'operaio che sente una sua precisa direttiva di azione e di pensiero, ed è filosofo senza saperlo, come il borghese gentiluomo era prosatore!”

Antonio Gramsci (1891–1937) politico, filosofo e giornalista italiano

da Bergsoniano!, L'Ordine Nuovo, anno I, n. 2, 2 gennaio 1921

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“E il meccanismo della sorpresa, inteso come improvviso manifestarsi di una realtà alternativa a quella presupposta, che in ogni tipo di narrativa è una semplice opzione nell'ambito della tecnica del racconto, nel romanzo apuleiano si rivela perciò – sia a livello della trama principale che dei racconti secondari – una vera e propria strategia compositiva e uno dei fili conduttori della storia, e di conseguenza un modello di percezione del mondo. Nel mondo delle Metamorfosi niente può considerarsi sicuro – e l'esempio perfetto di questo mondo delle apparenze, in cui ogni cosa appare precaria e ingannevole, è lo stesso protagonista imprigionato nella forma dell'asino e naturalmente ignorato per tutto il tempo dagli altri uomini. […] non ci sono certezze, tutto dev'essere verificato, toccato con mano. L'unica possibilità di sapere è l'esperienza, e la disposizione d'animo più giusta sembra appunto questa credulitas, quest'ansia di mirum che fin dall'inizio caratterizza il protagonista; non si tratta di ingenuità, ma di apertura mentale, un atteggiamento più volte lodato da Lucio stesso: mentre lo scetticismo dell'anonimo compagno di Aristomene – che è presumibilmente quello del lettore – si preclude molte possibilità, l'atteggiamento di chi «vuol sapere tutto, o almeno il più possibile» sembra il più consigliabile.”

Lara Nicolini, introduzione, 2005, p. 31
Le metamorfosi, Citazioni sull'opera

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“Sapere che si ha qualcosa di bello da leggere prima di coricarsi è una delle sensazioni più piacevoli della vita.”

Vladimir Vladimirovič Nabokov (1899–1977) scrittore, saggista e critico letterario russo

citato in Selezione dal Reader's Digest, agosto 1965

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“Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.”

Codice della vita italiana, Capitolo I – Dei furbi e dei fessi

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“Il non sapere del mistico non è ignoranza, ma un modo di sapere.”

Benjamin Fondane (1898–1944) filosofo e scrittore rumeno

citato in Ann van Sevenant, Il filosofo dei poeti: l'estetica di Benjamin Fondane, Mimesis, 1994

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“[…] Lui pensava, davvero, che gli uomini stanno sulla veranda della propria vita (esuli quindi da se stessi) e che questo è l'unico modo possibile, per loro, di difendere la propria vita dal mondo, giacché se solo si azzardassero a rientrare in casa (e ad essere se stessi, dunque) immediatamente quella casa regredirebbe a fragile rifugio nel mare del nulla, destinata ad essere spazzata via dal mare dell'Aperto, e il rifugio si tramuterebbe in trappola mortale, ragione per cui la gente si affretta a riuscire sulla veranda (e dunque da se stessa), riprendendo posizione là solo dove le è dato di arrestare l'invasione del mondo, salvando quanto meno l'idea di una propria casa, pur nella rassegnazione di sapere, quella casa, inabitabile. Abbiamo case, ma siamo verande, pensava.”


Variante: […] Lui pensava, davvero, che gli uomini stanno sulla veranda della propria vita (esuli quindi da se stessi) e che questo è l'unico modo possibile, per loro, di difendere la propria vita dal mondo, giacché se solo si azzardassero a rientrare in casa (e ad essere se stessi, dunque) immediatamente quella casa regredirebbe a fragile rifugio nel mare del nulla, destinata ad essere spazzata via dal mare dell'Aperto, e il rifugio si tramuterebbe in trappola mortale, ragione per cui la gente si affretta a riuscire sulla veranda (e dunque da se stessa), riprendendo posizione là solo dove le è dato di arrestare l'invasione del mondo, salvando quanto meno l'idea di una propria casa, pur nella rassegnazione di sapere, quella casa, inabitabile. Abbiamo case, ma siamo verande, pensava. […]

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“Non può non essere sapiente chi si ritiene ignorante!”
Non pote non sapere, qui se stultum intellegit.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Non è privo di senno chi capisce di essere sciocco.
Sententiae

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“C'è una grande differenza tra il non volere e il non saper peccare.”

Lucio Anneo Seneca (-4–65 a.C.) filosofo, poeta, politico e drammaturgo romano

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“Vorrei davvero sapere che cosa ne pensi tu dei fantasmi (phantasmata): se esistono realmente, con forma ed essenza propria, o se non sono che vane apparenze generate dal nostro terrore.”

Gaio Plinio Cecilio Secondo (61–113) scrittore e senatore romano

Lettera a P. Licinio Sura sui fantasmi, lib. VII, XXVII
Lettere (Epistolae)
Origine: Citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993.

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“Se vuoi conoscere i tuoi pensieri di ieri osserva il tuo corpo oggi, | se vuoi sapere come sarai domani osserva i tuoi pensieri di oggi.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Il cammino interminabile, n. 5
Ferro Battuto

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“Una favola orientale racconta di un uomo cui strisciò in bocca, mentre dormiva, un serpente. Il serpente gli scivolò nello stomaco e vi si stabilì e di là impose all'uomo la sua volontà, così da privarlo della libertà. L'uomo era alla mercé del serpente: non apparteneva più a se stesso. Finché un mattino l'uomo sentì che il serpente se n'era andato e lui era di nuovo libero. Ma allora si accorse di non saper cosa fare della sua libertà: "nel lungo periodo del dominio assoluto del serpente egli si era talmente abituato a sottomettere la sua propria volontà alla volontà di questo, i suoi propri desideri ai desideri di questo, i suoi propri impulsi agli impulsi di questo che aveva perso la capacità di desiderare, di tendere a qualcosa, di agire autonomamente. In luogo della libertà aveva trovato il vuoto, perché la sua nuova essenza acquistata nella cattività se ne era andata insieme col serpente, e a lui non restava che riconquistare a poco a poco il precedente contenuto umano della sua vita". L'analogia di questa favola con la condizione istituzionale del malato mentale è addirittura sorprendente, dato che sembra la parabola fantastica dell'incorporazione da parte del malato di un nemico che lo distrugge, con gli stessi atti di prevaricazione e di forza con cui l'uomo della favola è stato dominato e distrutto dal serpente. Il malato, che già soffre di una perdita di libertà quale può essere interpretata la malattia, si trova costretto ad aderire ad un nuovo corpo che è quello dell'istituzione, negando ogni desiderio, ogni azione, ogni aspirazione autonoma che lo farebbero sentire ancora vivo e ancora se stesso. Egli diventa un corpo vissuto nell'istituzione, per l'istituzione, tanto da essere considerato come parte integrante delle sue stesse strutture fisiche.”

Franco Basaglia (1924–1980) psichiatra e neurologo italiano

da Corpo e istituzione, 1967

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“Siccome di Dio non possiamo sapere che cosa è, ma piuttosto che cosa non è, non possiamo indagare come egli sia, ma piuttosto come non sia.”

I, 3, Prologo: citato nel Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede
Summa Theologiae

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“Oh! Io devo parlarve de una cosa muy muy importante. Io sono venuta a sapere… Griso! Un momentido! Aspetta! Siediti accanto a me e bevi qualcosa. Vuoi bere qualcosa Griso? Coraggio Griso, bevi qualcosa!”

Anna Marchesini (1953–2016) attrice, doppiatrice e scrittrice italiana

Griso stava già bevendo seduto accanto a lei
Personaggi, Ne I promessi sposi, Bella Fighejra

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“Vorrei viaggiare su ali di carta con te, saper inventare, sentire il vento che soffia e non nasconderci se ci fa spostare.”

Elisa (1977) cantautrice, polistrumentista e produttrice discografica italiana

da Ti vorrei sollevare
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“Le donne, con rare eccezioni, sono più intelligenti di noi, o perlomeno, più sincere con se stesse rispetto a ciò che vogliono. Che poi te lo facciano sapere o meno è un altro paio di maniche. La femmina […] è un enigma della natura. È una babele, un labirinto. Se lascia il tempo di pensare, non ha più scampo.”

The Shadow of the Wind
L'ombra del vento
Variante: Guardi, Daniel, le donne, con rare eccezioni, quali la sua vicina Merceditas, sono più intelligenti di noi o, perlomeno, più sincere con se stesse rispetto a ciò che vogliono. Che poi te lo facciano sapere è un altro paio di maniche. La femmina, Daniel, è un enigma della natura. E' una babele, un labirinto. Se le lascia il tempo di pensare, non ha più scampo. [... ]

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“Prendi lo sapere nello sfintere | è meglio dell'esame della prostata.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da Il dito medio di Galileo n.° 4

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“Per fare notizia in questo Paese devi scopare qualcuno e farlo sapere a più gente possibile.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

Origine: Dietrologia – I soldi non finiscono mai, p. 47

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“Vorrei non sapere scrivere.”
Vellem nescire literas.

Nerone (37–68) imperatore romano

attribuita da Lucio Anneo Seneca nel trattato De Clementia, lib. 2, cap. 1