Frasi sulla ragione
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“[…] nel quadro dell'euro la politica tributaria in Italia può operare solo nel senso dell'austerità. La cosa interessante è che la politica dell'austerità è stata efficace ed inefficace. È stata inefficiace rispetto agli obiettivi dichiarati ex ante che erano quelli di risanare le finanze pubbliche […]. È stata però efficiace rispetto all'obiettivo vero, che è stato dichiarato ex post, che era quello di aggiustare i conti con l'estero.”

Alberto Bagnai (1962) economista italiano

Origine: Dall'audizione informale nella Commissione Finanze della Camera dei Deputati. Video visibile: COMMISSIONE FINANZE - Presidenza italiana Unione europea, audizione Bagnai http://webtv.camera.it/archivio?id=4372&position=0, Camera.it, 4 dicembre 2013.

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“Poi il Gran Lombardo raccontò di sé, veniva da Messina dove si era fatto visitare da uno specialista per una sua speciale malattia dei reni, e tornava a casa, a Leonforte, era di Leonforte, su nel Val Demone tra Enna e Nicosia, era un padrone di terre con tre belle figlie femmine, così disse, tre belle figlie femmine, e aveva un cavallo sul quale andava per le sue terre, e allora credeva, tanto quel cavallo era alto e fiero, allora credeva di essere un re, ma non gli pareva che tutto fosse lì, credersi un re quando montava a cavallo, e avrebbe voluto acquistare un'altra cognizione, così disse, acquistare un'altra cognizione, e sentirsi diverso, con qualcosa di nuovo nell'anima, avrebbe dato tutto quello che possedeva, e il cavallo anche, le terre, pur di sentirsi più in pace con gli uomini come uno, così disse, come uno che non ha nulla da rimproverarsi. – Non perché io abbia qualcosa di particolare da rimproverarmi, disse. – Nient'affatto. E nemmeno parlo in senso di sacrestia… Ma non mi sembra di essere in pace con gli uomini. Avrebbe voluto avere una coscienza fresca, così disse, fresca, e che gli chiedesse di compiere altri doveri, non i soliti, altri, dei nuovi doveri, e più alti, verso gli uomini, perché a compiere i soliti non c'era soddisfazione e si restava come se non si fosse fatto nulla, scontenti di sé, delusi.”

Conversazione in Sicilia

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“Se Einstein arrivasse nel bel mezzo di una festa, vi venisse presentato come il "Signor Eisenstein" e non aveste mai sentito parlare di lui, rimarreste comunque affascinati dai suoi occhi scintillanti, dai suoi modi timidi e gentili, dal suo irresistibile senso dell'umorismo e dalla maniera in cui sa trasformare la banalità in saggezza. Sentireste di trovarvi davanti a un uomo che pensa da sé… Crede in ciò che gli dite perché è buono, perché vuole esserlo e perché è molto più facile credere che non credere.”

Leopold Infeld (1898–1968) fisico polacco

Origine: Da Albert Einstein, Charles Scribner's Sons, New York, 1950, p. 128; citato in Albert Einstein, Pensieri di un uomo curioso (The Quotable Einstein), a cura di Alice Calaprice, prefazione di Freeman Dyson, traduzione di Sylvie Coyaud, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, p. 177. ISBN 88-04-47479-3

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“Il poema – questa esitazione prolungata tra il suono e il senso.”

Paul Valéry (1871–1945) scrittore, poeta e aforista francese

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“Che cosa è dunque la donna innanzi agli occhi del buon senso risaliente al platonismo tradizionale?
La è l'ultima parola del genio della natura; l'ultimo atto delle sue creazioni!”

Salvatore Morelli (1824–1880) scrittore, giornalista e politico italiano

Origine: La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale, p. 10

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“La cosa più frustrante per me è che gli Stati Uniti continuano a essere l'unico Paese avanzato che non ha leggi di buon senso per il controllo delle armi.”

Barack Obama (1961) 44º Presidente degli Stati Uniti d'America

2015
Origine: Citato in Paolo Mastrolilli, Obama: lo stallo sulle armi è frustrante http://www.lastampa.it/2015/07/25/esteri/obama-lo-stallo-sulle-armi-frustrante-igmWeGgOurut43ZY1FpbYL/premium.html, La Stampa.it, 25 luglio 2015.

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“Allorché visitai l'antica pagoda di Turukalukundram (India meridionale), un Pandit locale mi spiego che gli antichi templi erano intenzionalmente ricoperti all'esterno da cima a fondo da sculture oscene, per ricordare all'uomo comune la sua sessualità. Lo spirito, disse, è un grande pericolo, perché Yama (il dio dei morti) porta subito via con sé gli imperfecti, se si prendono direttamente la via spirituale. Le raffigurazioni erotiche esistono per ricordare agli uomini il loro Dharma (legge), che impone l'adempimento delle norme comuni dell'esistenza. Soltanto dopo aver compiuto il Dharma, essi possono accedere alla via spirituale. Le oscenità tendono a risvegliare la curiosità erotica dei visitatori del tempio, affinché non dimentichino il loro Dharma: altrimenti non lo realizzerebbero. Solo che è stato abilitato dal suo karma (il destino raggiunto tramite le opere compiute in precedenza) e chi è destinato allo spirito, può trascurare senza rischi questo ammonimento. E, poiché non avrà alcun senso per lui. Ecco perché all'ingresso del tempio vi sono le due seduttrici che invitano all'adempimento del Dharma: perché solo così l'uomo comune può raggiungere un superiore sviluppo spirituale. Poiché il tempio rappresenta il mondo intero, in esso sono riprodotte tutte le attività umane, e poiché la gente pensa più o meno sempre sesso, la maggior parte delle immagini del tempio sono di natura erotica. Per questo anche il lingam (fallo) sta nella cavità sacra dell'adyton (il sancta sanctorum), nel garbha-grha ( recipiente del seme). Il Pandit era un seguace del tantra.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

Aion: ricerche sul simbolismo del Sé (1951)
Origine: Da Aion: ricerche sul simbolismo del Sé, p. 207.

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“In Italia si fa politica con lo sport, nel senso che la politica si occupa di sport e riconosce nello sport un valore universale e di cittadinanza.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

Origine: Citato in Sport e Periferie, definito il piano dei 183 interventi. Il Premier Renzi: facciamo politica con lo sport http://www.coni.it/it/news/primo-piano/12513-sport-e-periferie,-definito-il-piano-dei-183-interventi-renzi-in-italia-facciamo-politica-con-lo-sport-e-sinonimo-di-comunit%C3%A0-e-civilt%C3%A0.html, Comunicato Stampa CONI, 12 ottobre 2016.

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“Nel dettare, grande è l'attenzione di A. [Adrienne von Speyr] ad evitare ogni ripiegamento sulla propria psicologia, sul godimento delle rivelazioni personali. In questo senso il suo atteggiamento è asciutto e rigoroso, diffidente dell'elaborazione di una sua dottrina e di una sua missione personale. Si tratta semplicemente di farsi canale, di eseguire e portare avanti ciò che Dio le affida, senza inquinamenti, per non sciupare i talenti che le sono confidati.”

Giulia Paola Di Nicola (1949) saggista italiana

Origine: Da Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr: Una Chiesa a due voci http://www.laici.va/content/dam/laici/documenti/donna/culturasocieta/italiano/hans-urs-von-balthasar-e-adrienne-von-speyr-una-chiesa-a-due-voci.pdf, Laici.va; pubblicato con leggere variazioni in Come Chiara e Francesco. Storie di amicizie spirituali, a cura di M. Chiaia e F. Incampo, Ancora, Milano, 2007, pp. 138-177.

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“Il pop moderno è insipido e senza senso. Non c'è una parola precisa per descriverlo, ma se fosse un colore sarebbe beige.”

Noel Gallagher (1967) cantautore e chitarrista inglese

Origine: Citato in Rolling Stone USA, febbraio 2015; ripreso da Claudio Biazzetti, Le 20 citazioni più cattive di Noel Gallagher. Fabio Fazio incluso http://www.rollingstone.it/musica/news-musica/le-20-citazioni-piu-cattive-di-noel-gallagher/2015-03-18/, RollingStone.it, 18 marzo 2015.

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“E navigheremo tra le stelle dei nostri antichi desideri | alla ricerca di approdi che abbiano un senso.”

Pietro Nigro (1939) poeta italiano

da Vedo morire colori di campi, vv. 29-30
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“Il professor Brancaccio è un po' una mosca bianca tra noi, nel senso che è marxista. Parola ampiamente riabilitata, anzi direi che ci è a tutti professore visto come stanno andando le cose nel mondo.”

Giuliano Ferrara (1952) giornalista, conduttore televisivo e politico italiano

Origine: Da Il disegno Fiat nel programma radiofonico Parliamo con l'elefante, Radio 24, 4 maggio 2009; disponibile su EmilianoBrancaccio.it http://www.emilianobrancaccio.it/2009/05/04/ferrara-il-disegno-fiat/.

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“La seduzione è qualcosa che sottrae al discorso il suo senso e lo svia dalla sua verità.”

Jean Baudrillard (1929–2007) filosofo e sociologo francese

Seduzione e impostura, p. 32
Simulacri e impostura

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“Abbiamo edifici più alti ma temperamenti più corti, strade più larghe ma punti di vista più ristretti; spendiamo di più ma abbiamo di meno; compriamo di più, ma gustiamo di meno; abbiamo case più grandi e famiglie piccole; più comodità, ma meno tempo; abbiamo più lauree ma meno buon senso; più conoscenza ma meno criterio; più specialisti, ma ancora più problemi; abbiamo più gadgets ma meno soddisfazione; più medicine, ma meno benessere; assumiamo più vitamine ma vediamo meno risultati. Beviamo troppo; fumiamo troppo; spendiamo troppo incautamente; ridiamo troppo poco; guidiamo in maniera spericolata; ci arrabbiamo troppo; rimaniamo alzati fino a tardi; ci svegliamo troppo stanchi; leggiamo troppo poco, guardiamo troppo la TV e preghiamo raramente.
Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, ma ridotto i nostri valori; voliamo con aerei più veloci per arrivare presto, per fare meno e tornare prima; firmiano più contratti solo per realizzare meno profitti; parliamo troppo; amiamo troppo poco e mentiamo troppo spesso; abbiamo imparato a condurre un'esistenza, ma non una vita; abbiamo aggiunto anni alla vita, non vita agli anni. Abbiamo raggiunto la Luna e ne siamo tornati, ma abbiamo problemi ad attraversare la strada per incontrare un nuovo vicino; abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non quello interiore; abbiamo fatto cose più grandi, ma non migliori; abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima; abbiamo separato l'atomo, ma non il nostro pregiudizio; scriviamo di più, ma impariamo di meno; pianifichiamo di più, ma realizziamo di meno; facciamo aerei più veloci, ma linee più lunghe; abbiamo imparato ad affrettarci, ma non ad aspettare; abbiamo più armi ma meno pace; redditi maggiori ma meno moralità; più feste, ma meno divertimento; più cibo ma meno appagamento; più conoscenze, ma meno amicizie; più fatica me meno successo. Costruiamo più computer per contenere più informazioni e produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno; guidiamo macchine più piccole che hanno grandi problemi; costruiamo grandi fabbriche che producono di meno. Ci siamo allargati nella quantità, ma accorciati nella qualità. Questi sono i tempi dei fast food e della digestione lenta; uomini alti ma con carattere debole; profitti esorbitanti e relazioni poco profonde. Questi sono i tempi di pace nel mondo, ma di guerriglia domestica; più piacere e meno divertimento; francobolli più costosi, ma spedizioni più lente; più varianti di cibo, me meno nutrizione. Questi sono i giorni dei due stipendi in famiglia, ma più divorzi; questi viaggi brevi, pannolini usa e getta, soggiorni di cartone, moralità usa e getta, esperienze di una notte, fisici sovrappeso, pillole che fanno tutto dal rallegrarti, a prevenire, rilassare o uccidere. E' una epoca in cui c'e' molto in vetrina e poco in magazzino.”

Words Aptly Spoken (1995)

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“Idea, sfrutterò la mia infallibilità papale per stabilire cose senza senso”

Davide La Rosa (1980) fumettista, scrittore e sceneggiatore italiano

Pio XII
Suore Ninja, 3 – Citofonare ore pasti

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“[Su Giorgio Morandi] Non ebbe mai un atelier nel senso pomposo del termine. Viveva e lavorava in una camera di media grandezza, una finestra della quale dava su un piccolo cortile ricoperto di verde […]. Qui si trovava anche la sua brandina, un vecchio scrittoio e il tavolo da disegno, una specie di libreria, il cavalletto e poi tutt'intorno su stretti scaffali l'arsenale, in attesa discreta, delle semplici cose che noi tutti conosciamo attraverso le sue nature morte: bottiglie, recipienti, vasi, brocche, utensili da cucina, scatole. Le aveva scovate chissà dove, per lo più da rigattieri, si era innamorato di ciascuna di esse, le aveva portate a casa una ad una, per poi disporre in fila questi trovatelli quali suoi compagni di stanza, in via sperimentale e con grandi speranze. Qui si trovavano dunque i suoi modelli veri e propri: le "cose" nel loro isolamento silenzioso, gli interlocutori del suo incessante dialogo. […] Quanto più essi diventavano parte del suo mondo abituale, dimostrando il proprio diritto di cittadinanza attraverso un crescente strato di polvere, tanto più gli stavano a cuore. Tutto ciò sembrava molto ordinato in modo piuttosto piccolo-borghese, relativamente ordinato; infatti attorno, davanti e dietro al cavalletto vi era abbastanza spesso una traccia evidente di inquietudine e di caos. Là si trovava una consolle a tre ripiani. Nel settore più basso, che poteva comprendere anche il pavimento, giaceva una confusione di quegli oggetti che l'avevano colpito a un primo esame ma che poi gli si erano dimostrati insufficienti per un discorso prolungato. Al piano di sopra si trovavano oggetti come comparse in attesa di una ancor possibile entrata in scena. Ma la scena, sulla quale comparivano i protagonisti scelti come interlocutori di un lungo dialogo, si trovava nell'ultimo ripiano, situato pressoché all'altezza degli occhi. Lì si trovavano queste cose scelte in tutta la loro imperturbabile solitudine; nelle mutevoli composizioni acquisivano una sconcertante personalità e cercavano anche di allacciare tra loro delle sottili relazioni dalle quali si costituiva pian piano, lenta-mente dalla loro prossimità, una compagine armonica. L'arrangiatore paziente era Morandi, che stava a vedere con dedizione ed ansia estreme il lento formarsi della comparsa delle cose; tutto ciò poteva durare dei giorni. […] E in questa comunicazione meditativa, che si faceva sempre più stretta, la distanza tra le cose e l'io contemplante era abolita […], sicché l'immagine infine raggiunta, la controimmagine che rispondeva al pittore, era al tempo stesso la sua autorappresentazione. Giunto a questo punto, Morandi si metteva a dipingere e trasponeva questa realtà, che egli aveva prefigurato con tanta cura, nella visualità del quadro, nella "seconda", più comprensiva realtà. Il vero e proprio atto pittorico durava spesso solo poche ore. Alcuni quadri mostrano chiaramente le tracce di una certa corsività nella pennellata. Sono segni di spontaneità, di un'estrema visione creatrice divampante come la fiamma di una candela che sprigiona l'ultimo guizzo.”

Werner Haftmann (1912–1999) storico dell'arte tedesco

Origine: Citato in Marilena Pasquali, Morandi, Art Dossier, n°50, Giunti, Firenze, ISBN 88-09-76143-X, pp. 6-8.

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