Frasi su carta

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema carta, essere, vita, due-giorni.

Frasi su carta

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“Due righe parallele che viaggiano all'infinito | nello spazio vuoto senza mai toccarsi l'una con l'altra | come la figa e Marco Carta.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Double Trouble, n. 4
Controcultura

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“La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto, scrivi tu la fine: io sono pronto.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Cade la pioggia – Negramaro feat. Jovanotti

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“Napule è 'na carta sporca | e nisciuno se ne 'mporta | e ognuno aspetta 'a ciorta.”

Pino Daniele (1955–2015) cantautore e musicista italiano

da Napule è, 1977

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“Ehm, sei sicuro di volermi raccontare tutte queste cose?
Perché, quali cose?

Dei tuoi genitori, la paranoia…
Be', cos'è che ti sto raccontando, in fondo? Non ti sto dando proprio niente. Ti sto dando cose che Dio sa, che chiunque sa. I miei genitori sono famosi nella loro morte. E questo sarà il mio monumento costruito alla loro memoria. Io do a te tutte queste cose, ti racconto delle gambe di mio padre e delle parrucche di mia madre – più avanti in questo capitolo – e ti racconto i miei dubbi sull'opportunità o meno di fare sesso davanti all'armadio a specchi dei miei genitori la notte del funerale di mio padre, ma dopo tutto, cosa ti ho mai dato di così prezioso? Potresti pensare di sapere qualcosa di me, a quel punto, ma invece non sai ancora nulla. Io racconto, e un secondo dopo è tutto sparito. Non mi interessa – e come potrebbe? Ti racconto con quante ragazze sono andato a letto (trentadue), o di come i miei genitori hanno lasciato questo mondo, e alla fin fine che cosa ti ho dato? Niente. Posso dirti i nomi dei miei amici, i loro numeri di telefono…
Marny Requa: 415-431-2435
K. C. Fuller: 415-922-7893
Kirsten Stewart: 415-614-1976
Ma cos'è che hai in mano? Nulla. Tutti mi hanno dato il permesso di farlo. E perché? Perché tu non hai nulla, al massimo qualche numero di telefono. Può sembrare qualcosa di prezioso al massimo per uno o due secondi. Tu puoi avere solo quello che io posso permettermi di dare. E tu sei il mendicante che implora una qualsiasi cosa, mentre io sono il passante frettoloso che butta un quarto di dollaro nel bicchiere di carta che protendi verso di me. Questo è quanto ti posso dare. E non mi annienta. Ti do virtualmente tutto quello che possiedo. Ti do le cose migliori di me, anche se si tratta di cose che amo, ricordi di cui faccio tesoro, belli o brutti che siano, come le foto della mia famiglia appese al muro, posso mostrartele senza che esse per questo ne vengano sminuite. Posso permettermi di darti anche tutto quanto. Trasaliamo di fronti agli sciagurati che nei programmi pomeridiani rivelano i loro orrendi segreti di fronte a milioni di telespettatori, eppure… che cosa abbiamo tolto loro, e loro che cosa ci hanno dato? Niente. Sappiamo che Janine ha scopato con il fidanzato di sua figlia, ma… e allora? Moriremo un giorno e avremo protetto… che cosa? Avremo protetto dal mondo il fatto che facciamo questo o quello, che muoviamo le braccia in questo o quest'altro modo, e che la nostra bocca ha prodotto questi e questi altri suoni? Ma per favore. Ci sembra che rivelare cose imbarazzanti o private, tipo, che ne so, le nostre abitudini masturbatorie (quanto a me, circa una volta al giorno, perlopiù sotto la doccia), significhi – proprio come per i primitivi che temono che la macchina fotografica gli possa portare via l'anima – che abbiamo dato a qualcuno una cosa che noi identifichiamo come i nostri segreti, il nostro passato e le sue zone oscure, la nostra identità, nella convinzione che rivelare le nostre abitudini o le nostre perdite o le nostre imprese in qualche modo ci deprivi di qualcosa. Ma in realtà è proprio il contrario, di più è di più è di più, più si sanguina più si dà. Queste cose, i dettagli, le storie e quant'altro, sono come la pelle di cui i serpenti si spogliano, lasciandola a chiunque da guardare. Che cosa gliene frega al serpente di dov'è la sua pelle, di chi la vede? La lascia lì dove ha fatto la muta. Ore, giorni o mesi dopo, noi troviamo la pelle e scopriamo qualcosa del serpente, quant'era grosso, quanto era lungo approssimativamente, ma ben poco altro. Sappiamo dove si trova il serpente adesso? A cosa sta pensando? No. Per quel che ne sappiamo adesso il serpente potrebbe girare in pelliccia, potrebbe vendere matite a Hanoi. Quella pelle non è più la sua, la indossava perché ci era cresciuto dentro, ma poi si è seccata e gli si è staccata di dosso, e lui e chiunque altro adesso possono vederla.”

L'opera struggente di un formidabile genio

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“Sono qui per l'amore.. per riempire col secchio il tuo mare, con la barca di carta che non vuole affondare.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Sono qui per l'amore, n. 11
Nome e cognome

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“Sai, – riprende – i ricordi sono solo un combustibile per alimentare la vita. Che un ricordo sia importante o meno, in pratica fa lo stesso, è soltanto combustibile. La vita va avanti comunque. Un foglio di giornale, un libro di filosofia, una stampa erotica, una mazzetta di biglietti da diecimila… è uguale, quando finiscono nel fuoco, diventano semplici fogli di carta. Non è che il fuoco mentre brucia pensa "toh, questo è Kant" o "ecco l'edizione serale dello Yomiuri Shinbun" oppure "ma guarda che belle tette!". Per il fuoco sono soltanto fogli di carta, niente di più. Bè, con i ricordi è la stessa cosa. Quelli importanti, quelli così così, quelli completamente inutili, sono solo combustibile, tutti quanti senza distinzione, – dice Korogi, annuendo sulle proprie parole. Poi continua: – E se per caso quel combustibile non ce l'avessi, se il cassetto dei ricordi dentro di me non esistesse, penso che già da un bel po'sarei stata spazzata in due di netto. Sarei morta sul ciglio della strada, raggomitolata in qualche miserabile buco. Che si tratti di cose importanti o di cavolate, è perché riesco a pescare nel cassetto tanti ricordi, uno dopo l'altro, che posso continuare a modo mio a tirare avanti, anche se questa esistenza mi sembra un brutto sogno. Quando penso di non farcela più, quando sto per gettare la spugna, in qualche modo riesco sempre a venirne fuori.”

After Dark

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“La Costituzione è un buon documento; ma spetta ancora a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso la Resistenza continua.”

Sandro Pertini (1896–1990) 7º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Da Il libretto rosso di Pertini, a cura di Massimiliano Di Mino e Pier Paolo Di Mino, Castelvecchi Purple Press, Roma, 2011, p. 31. ISBN 978-88-95903-50-7

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“dormiremo insieme | stanotte | cercando di inserirci | nella carta da parati.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

da fottere; p. 27
L'amore è un cane che viene dall'inferno

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“I miei tweet nel corso di Inter-Novara? È successo un gran casino. Lo hanno detto ai giocatori e mi sono vergognato da matti. Io sono un grande tifoso dell'Inter e vedere perdere la mia squadra in casa contro una sulla carta più debole fa male, ma erano critiche costruttive.”

Valentino Rossi (1979) pilota motociclistico italiano

Origine: Citato in Valentino Rossi festeggia 33 anni e pensa all'Inter: 'Ci manca Mourinho' http://sport.virgilio.it/calcio/valentino-rossi-festeggia-33-anni.html, Virgilio.it, 16 febbraio 2012.

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“Colui che firmerà contro Chávez, il suo nome sarà registrato per la storia, perché dovrà mettere il suo nome, cognome, la sua firma, numero di carta d'identità e impronta digitale.”

Hugo Chávez (1954–2013) politico venezuelano

Origine: Sul Referendum Revocatorio del 2004: video http://video.google.it/videoplay?docid=-4492125960150058410&q=Chávez+referendum%2C.

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“La bomba atomica è una tigre di carta di cui i reazionari americani si servono per far paura alla gente.”

Mao Tsé-Tung (1893–1976) Presidente del Partito Comunista Cinese

intervista Intervista con la giornalista americana L. Strong

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“Sarebbe un'illusione credere che si possa fissare sulla carta ciò che determina la bellezza e il carattere dell'esecuzione.”

Franz Liszt (1811–1886) compositore, pianista e direttore d'orchestra ungherese

Origine: Citato da Francesco Gallia in Introduzione a Richard Wagner Del dirigere (Über das Dirigieren), Edizioni Studio Tesi, Pordenone 1989. ISBN 88-7692-218-0

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“[Rivolgendosi a una signora che aveva esposto il tricolore alla finestra] Il tricolore lo metta nel cesso, signora. Ho ordinato un camion a rimorchio di carta igienica tricolore, personalmente, visto che è un magistrato che dice che non posso avere la carta igienica tricolore”

Umberto Bossi (1941) politico italiano

durante il comizio a Venezia del 14 settembre 1997; citato in Vilipendio alla bandiera la Camera salva Bossi http://www.repubblica.it/online/politica/tricolore/tricolore/tricolore.html, la Repubblica, 23 gennaio 2002

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“[Riferendosi ad Hegel] Sciupatore di carta, di tempo e di cervelli.”

Arthur Schopenhauer (1788–1860) filosofo e aforista tedesco

L'arte di insultare

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“Vorrei viaggiare su ali di carta con te, saper inventare, sentire il vento che soffia e non nasconderci se ci fa spostare.”

Elisa (1977) cantautrice, polistrumentista e produttrice discografica italiana

da Ti vorrei sollevare
Heart

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“La patria è ciò che si conosce e si capisce.”

Luigi Veronelli (1926–2004) enologo e cuoco italiano

da Perché trascuriamo l'agricoltura?, Carta, n.° 11, 21-22 marzo 2002

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“Chiunque abbia diligenza, carta e tempo sufficienti è in grado di scrivere un racconto breve – un racconto scadente, voglio dire; ma non tutti possono aspirare a scrivere un romanzo, sia pure scadente. È la lunghezza che ammazza.”

Origine: Da Il mio primo libro: L'isola del tesoro, The Idler, 6 agosto 1894; ed. it. in Robert Louis Stevenson, L'isola del tesoro, traduzione di Lilla Maione, Universale Economica Feltrinelli, X ed., Milano, 2014, pp. 273-284.

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“Tutti i reazionari sono tigri di carta.”

Mao Tsé-Tung (1893–1976) Presidente del Partito Comunista Cinese

Origine: Da intervista con la giornalista americana Anna Louise Strong, agosto 1946, Opere scelte, vol. IV.

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“Tutti i reazionari sono tigri di carta.”

Mao Tsé-Tung (1893–1976) Presidente del Partito Comunista Cinese

da intervista con la giornalista americana Anna Louise Strong, agosto 1946, Opere scelte, vol. IV

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“La lingua italiana ha bisogno di carta vetrata.”

Ezra Pound (1885–1972) poeta, saggista e traduttore statunitense

Origine: Aforismi e detti memorabili, p. 72

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“[Su Michele Sindona] Io cercavo di vedere con obiettività. Non sono mai stato sindoniano, non ho mai creduto che fosse il diavolo in persona. [Il fatto] che si occupasse sul piano internazionale dimostrava una competenza economico finanziaria che gli dava in mano una carta che altri non avevano. Se non c'erano motivi di ostilità, non si poteva che parlarne bene.”

Giulio Andreotti (1919–2013) politico, scrittore e giornalista italiano

Origine: Dall'intervista di Giovanni Minoli per La storia siamo noi, 9 settembre 2010; citato in Le frasi celebri di Andreotti http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-06/cercavo-vedere-obiettivita-sono-151840.shtml, IlSole24Ore.com.

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“Bisogna accorciare i tempi degli interventi perché la nostra non sarà una tragedia, ma anche noi abbiamo fame.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

interrompendo il presidente del Togo Gnassingbè Eyadéma mentre spiegava che in Malawi 13 milioni di persone rischiavano di morire di fame
2002
Origine: Dall'intervento al vertice mondiale della FAO sulla fame nel mondo, 10 giugno 2002; citato in Concita De Gregorio, Berlusconi, una mattina per l'Africa Ma adesso via, il pranzo è servito http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/06/11/berlusconi-una-mattina-per-africa-ma-adesso.html, la Repubblica, 11 giugno 2002.

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“Fini? Tutta carta argentata, dentro nun c'è manc'a cioccolata.”

Gianfranco Funari (1932–2008) opinionista e conduttore televisivo italiano

Origine: Da un'intervista nel programma televisivo Le Iene, Italia 1, [Data?].

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“Quando il generale Championnet venne a Napoli, mi fece chiamare e mi designò come uno dei membri del Governo Provvisorio, ch'egli stava per stabilire. Il giorno dopo gl'inviai una lettera, e rassegnai formalmente l'impiego, e non lo vidi più. Durante tre mesi, io non feci altro che aiutare col mio proprio denaro e con quello di alcuni amici caritatevoli il gran numero di [poveri] esistenti nella città. Io indussi tutti i medici, chirurgi ed associazione ad andare in giro a visitare gl'infermi poveri, che non avevano modo di curare i loro malanni. Da questo periodo, Barial venne a stabilire il nuovo governo, ed insistette perché io accettassi un posto nella Commissione legislativa. Io ricusai due o tre volte; ed in fine fui minacciato e forzato. Che cosa potevo fare, e in che modo, e che cosa potevo opporre? Tuttavia, nel breve tempo di questa amministrazione, io non feci mai un giuramento contro il re, né scrissi né mai dissi una sola parola offensiva contro alcuno della Famiglia Reale, né comparsi in alcuna delle pubbliche cerimonie, né venni ad alcun pubblico banchetto, né vestii l'uniforme nazionale: non maneggiai danaro pubblico, e i soli cento ducati in carta che mi dettero, furono distribuiti ai poveri. Le poche leggi, votate in quel tempo, furono soltanto quelle che potevano riuscire benefiche al popolo…”

Domenico Cirillo (1739–1799) medico e botanico italiano

da Lettera a Lady Hamilton del 3 luglio 1799; citata in B. Croce, La Rivoluzione napoletana del 1799: biografie, racconti, ricerche, terza edizione aumentata, Bari, Laterza, 1912, pp. 252-53

“Quali che siano stati i nostri conflitti e i nostri trionfi, per quanto indelebile sia il segno che questi abbiano potuto lasciare su di noi, finiscono sempre per stemperarsi come una tinta ad acquerello su un foglio di carta.”

Memorie di una geisha
Variante: Quali siano stati i nostri conflitti e i nostri trionfi, per quanto indelebile sia il segno che questi abbiano potuto lasciare su di noi, finiscono sempre per stemperarsi come una tinta ad acquerello su un foglio di carta.

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