Frasi su fronte
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“Il mondo è un certo numero di tenere imprecisioni.”

Jorge Luis Borges (1899–1986) scrittore, saggista, poeta, filosofo e traduttore argentino

da Luna di fronte: Manoscritto trovato in un libro di Joseph Conrad, v. 11

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“Il mio carattere è battagliare su ogni fronte per far gol e non farlo prendere. Sempre in trincea, per questo mio fratello mi chiama Sir William Wallace.”

Gianluca Lapadula (1991) calciatore italiano

Origine: Citato in Lapadula, il Vardy italiano: "Il mio segreto? Morire su ogni palla" http://www.repubblica.it/sport/calcio/2016/05/12/news/lapadula_bomber_capocannoniere_pescara-139609547/, Repubblica.it, 12 maggio 2016.

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“[Su Lionel Messi] È un giocatore unico e completo: è un finalizzatore letale ma è anche capace di tornare a centrocampo per aiutare la squadra. Marcarlo a uomo è impossibile, è tutto il sistema squadra che deve funzionare alla perfezione per ingabbiarlo. Siamo di fronte un vero genio del calcio, è come Maradona. In questo momento nessuno è come lui.”

Arrigo Sacchi (1946) allenatore di calcio italiano

Origine: Dalla trasmissione televisiva Champions League – Speciale; citato in Sacchi incorona Messi: "È un genio del calcio. Così solo Maradona" http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/championsleague/sacchi-incorona-messi-e-un-genio-del-calcio-cos%c3%ac-solo-maradona-160-_1065148-201502a.shtml?frommobile, Sportmediaset.it, 7 maggio 2015.

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“Il silenzio di Mattarella di fronte allo scempio della Costituzione fatto da Renzie [Matteo Renzi], mai eletto neppure in Parlamento che ieri notte si aggirava come un bullo in parlamento a provocare le opposizioni. Questo silenzio è inquietante, forse peggio dei moniti di Napolitano.”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

Da Il Blog di Beppe Grillo
Origine: Da Sangue e merda http://www.beppegrillo.it/2015/02/sangue_e_merda.html, BeppeGrillo.it, 13 febbraio 2015; citato in Riforme, opposizioni sull'Aventino: "Renzi vedrà i sorci verdi". Pd diviso ma il premier non molla: "Avanti con la seduta fiume" http://www.repubblica.it/politica/2015/02/13/news/riforme_caos_in_aula_tra_tentativi_mediazione_e_risse_scazzottata_a_sinistra_poi_arriva_renzi-107187836/, Repubblica.it, 13 febbraio 2015.

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“Domanda: "Cosa c'è fuori dal bar?". Risposta: "Fuori dal bar c'è fuori dal bar". Non ci sono più bottiglie allineate sotto la specchiera. C'è il disordine e, se ti vuoi specchiare, devi farlo in una vetrina di un negozio. Le auto vanno chissà dove. Rallentano come belve domate da un semaforo… poi ripartono. I bambini escono dalle scuole dove li aspettano le mamme e i maniaci. Tra qualche anno li aspetteranno le fidanzate e gli spacciatori di droga. Meglio così. È bello avere qualcuno che ti aspetta. Fuori del bar c'è il resto del mondo con la sua colonna sonora di clacson e di "stronzo, io venivo da destra". Fuori dal bar sei più basso. Nel bar eri più alto del juke-box, fuori sei più basso del grattacielo di fronte. Fuori dal bar ci sono i mendicanti sciolti sugli angoli come pupù di cani dopo la pioggia. Fuori del bar c'è il sole o la luna, a seconda di a che ora esci dal bar, a testimoniarti che il tempo è passato mentre tu finivi la birra, e che diventerai vecchio, vecchio, coi capelli bianchi come la schiuma della birra che hai bevuto per non pensarci. Fuori dal bar ci sono i cani randagi, quelli che vorrebbero avere un collare e al momento, purtroppo, hanno solo le pulci. Fuori dal bar ci sono gli ubriachi: quelli che sono stati buttati fuori dal bar. Fuori dal bar c'è un deserto pieno di gente. Meglio stare nel bar.”

Andrea G. Pinketts (1961–2018) scrittore, giornalista e drammaturgo italiano

da Spara pure, è un papero, in Sangue di yogurt

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“Quivi Napoli bella i regi alberga, | Città vittoriosa e trionfale: | Veggio altri tempi ancor, e in altri monti | Quel ch'ora innalza tre sublimi fronti.”

Torquato Tasso (1544–1595) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

da Il monte Oliveto, 76; in Tutte le Opere, 1997

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“Pertanto la nostra evoluzione naturale, con tutti i nostri impulsi e i nostri istinti più profondi, è avvenuta al fine di risolvere il problema economico. Ove questo fosse risolto, l'umanità rimarrebbe priva del suo scopo tradizionale. Sarà un bene? Se crediamo almeno un poco nei valori della vita, si apre per lo meno una possibilità che diventi un bene. Eppure io penso con terrore al ridimensionamento di abitudini e istinti dell'uomo comune, abitudini e istinti concresciuti in lui per innumerevoli generazioni e che gli sarà chiesto di scartare nel giro di pochi decenni.
Per adoperare il linguaggio moderno, non dobbiamo forse attenderci un "collasso nervoso" generale? […] Per chi suda il pane quotidiano il tempo libero è un piacere agognato: fino al momento in cui l'ottiene. Ricordiamo l'epitaffio che scrisse per la sua tomba quella vecchia donna di servizio: "Non portate il lutto, amici, non piangete per me che finalmente non farò niente, niente per l'eternità." Questo era il suo paradiso. Come altri che aspirano al tempo libero, la donna di servizio immaginava solo quanto sarebbe stato bello passare il tempo a fare da spettatore. C'erano, infatti, altri due versi nell'epitaffio: "Il paradiso risuonerà di salmi e di dolci musiche ma io non farò la fatica di cantare." Eppure la vita sarà tollerabile solo per quelli che partecipano al canto: e quanto pochi di noi sanno cantare!
Per la prima volta dalla sua creazione, l'uomo si troverà di fronte al suo vero, costante problema: come impiegare la sua libertà dalle cure economiche più pressanti, come impiegare il tempo libero che la scienza e l'interesse composto gli avranno guadagnato, per vivere bene, piacevolmente e con saggezza. […] Per ancora molte generazioni l'istinto del vecchio Adamo rimarrà così forte in noi che avremo bisogno di un qualche lavoro per essere soddisfatti. Faremo, per servire noi stessi, più cose di quante ne facciano di solito i ricchi d'oggi, e saremo fin troppo felici di avere limitati doveri, compiti, routines. Ma oltre a ciò dovremo adoperarci a far parti accurate di questo "pane" affinché il poco lavoro che ancora rimane sia distribuito tra quanta più gente possibile. Turni di tre ore e settimana lavorativa di quindici ore possono tenere a bada il problema per un buon periodo di tempo. Tre ore di lavoro al giorno, infatti, sono più che sufficienti per soddisfare il vecchio Adamo che è in ciascuno di noi.”

John Maynard Keynes (1883–1946) economista britannico

Prospettive economiche per i nostri nipoti
Variante: La nostra evoluzione naturale, con tutti i nostri impulsi e i nostri istinti più profondi, è avvenuta al fine di risolvere il problema economico. Ove questo fosse risolto, l’umanità rimarrebbe priva del suo scopo tradizionale. Sarà un bene? Se crediamo almeno un poco nei valori della vita, si apre per lo meno una possibilità che diventi un bene. Eppure io penso con terrore al ridimensionamento di abitudini e istinti dell’uomo comune, abitudini e istinti concresciuti in lui per innumerevoli generazioni e che gli sarà chiesto di scartare nel giro di pochi decenni.
Per adoperare il linguaggio moderno, non dobbiamo forse attenderci un ‘collasso nervoso’ generale’?... Per chi suda il pane quotidiano il tempo libero è un piacere agognato: fino al momento in cui l’ottiene. Ricordiamo l’epitaffio che scrisse per la sua tomba quella vecchia donna di servizio: "Non portate il lutto, amici, non piangete per me che finalmente non farò niente, niente per l’eternità." Questo era il suo paradiso. Come altri che aspirano al tempo libero, la donna di servizio immaginava solo quanto sarebbe stato bello passare il tempo a fare da spettatore. C’erano, infatti, altri due versi nell’epitaffio: "Il paradiso risuonerà di salmi e di dolci musiche ma io non farò la fatica di cantare." Eppure la vita sarà tollerabile solo per quelli che partecipano al canto: e quanto pochi di noi sanno cantare!
Per la prima volta dalla sua creazione, l’uomo si troverà di fronte al suo vero, costante problema: come impiegare la sua libertà dalle cure economiche più pressanti, come impiegare il tempo libero che la scienza e l’interesse composto gli avranno guadagnato, per vivere bene, piacevolmente e con saggezza.... Per ancora molte generazioni l’istinto del vecchio Adamo rimarrà così forte in noi che avremo bisogno di un qualche lavoro per essere soddisfatti. Faremo, per servire noi stessi, più cose di quante ne facciano di solito i ricchi d’oggi, e saremo fin troppo felici di avere limitati doveri, compiti, routines. Ma oltre a ciò dovremo adoperarci a far parti accurate di questo ‘pane’ affinché il poco lavoro che ancora rimane sia distribuito tra quanta più gente possibile. Turni di tre ore e settimana lavorativa di quindici ore possono tenere a bada il problema per un buon periodo di tempo. Tre ore di lavoro al giorno, infatti, sono più che sufficienti per soddisfare il vecchio Adamo che è in ciascuno di noi.

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“Di fronte al suo scolaro il maestro rosicruciano non vuol essere in una posizione diversa da quella dell'insegnante di matematica di fronte al suo allievo.”

Rudolf Steiner (1861–1925) filosofo, esoterista e pedagogista austriaco

Variante: Di fronte al suo scolaro il maestro rosicruciano non vuol essere in una posizione diversa da quella dell’insegnante di matematica di fronte al suo allievo. (p. 14)
Origine: La saggezza dei Rosacroce, p. 14

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“E niente ispira più vergogna che essere un genitore. I bambini ci mettono di fronte ai nostri paradossi e alle nostre ipocrisie, e siamo nudi. Dobbiamo trovare una risposta a ogni perché – Perché facciamo così? Perché non facciamo cosà?”

e spesso non ne abbiamo una buona. Allora diciamo soltanto: perché sì. O raccontiamo una storia che sappiamo non essere vera. E che la tua faccia avvampi o meno, ti vergogni. La vergogna di essere genitore – una vergogna buona – è che vogliamo che i nostri figli siano più integri di come siamo noi, che abbiano risposte soddisfacenti. (p. 49)
Se niente importa, Tutto o niente o qualcos'altro

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“L'Italia […] è retta da un governo che, sotto la sicura guida del signor Mussolini, non arretra di fronte alle logiche conseguenze della realtà economica e ha il coraggio di imporsi i correttivi finanziari indispensabili per stabilizzare la ripresa del paese.”

Winston Churchill (1874–1965) politico, storico e giornalista britannico

Su Mussolini ed il fascismo
Origine: Dal comunicato emesso dopo l'accordo conclusivo di Londra del 28 gennaio 1926, con il quale la Gran Bretagna riduceva in modo massiccio i debiti che l'Italia aveva contratto con lei nel corso della prima guerra mondiale. Allora Churchill era Cancelliere dello Scacchiere, carica equivalente al nostro Ministro delle finanze. Citato in Richard Lamb, Mussolini e gli inglesi, p. 125.

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“L'intelligenza non è attivata che quando lindividuo si trova di fronte ad una situazione che né l'istinto né l'abitudine sono in grado di risolvere.”

Edouard Claparéde (1873–1940) psicologo e pedagogista svizzero

Origine: Citato in Renzo Titone, Claparède, La Scuola Editrice, Brescia 1958.

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“La battaglia tra antichi e moderni è un'apparente battaglia che annebbia i veri fronti storico spirituali.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Nello spazio della metafisica: L'epoca moderna.

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“Per vedere la maga figlia del gran sole, | spingendoti fuori da questi rifugi, | senza ostacoli verrai nel dominio Circeo, | che non è affatto racchiuso entro angusti confini. | Per vedere le belanti pecore e i muggenti buoi, | per vedere i saltellanti padri dei capretti, | tu verrai, e per vedere tutti quanti gli animali del campo, | e tutte le belve della selva. | Con vario ed armonioso canto si leveranno qua e là i volatili nel cielo, | aggirandosi per la terra, sull'onda e nell'aere. | Mentre lasceranno che tu passi indisturbato i pesci del mare, | mantenendosi nel loro naturale silenzio. | Bada però che quando ti accosterai alla dimora, | per ritrovare gli animali domestici: | allora infatti proprio di fronte alle porte ed all'ingresso dell'atrio | facendosi avanti tutto fangoso, | ti correrà incontro il porco, e se per caso gli andrai troppo accosto, | col fango, colle zanne e con gli zoccoli | quello ti morderà, ti sporcherà, ti calpesterà, | e col suo grugnito t'importunerà. | Sulla soglia poi, e nello stesso ingresso dell'atrio, | il genere di bestie latranti che là se ne sta in ozio, | ti sarà molesto per il gran abbaiare, | e terribile per le fauci. | Se per questo non smarrirai il senso, e se neanche i cani si infurieranno, | per timore tu delle loro zanne, quelli del tuo bastone, | quelli non ti morderanno, tu non li picchierai: | sarai libero di passare, né quelli ti saranno di ostacolo. | Superate con solerte industria tutte queste prove, | mentre ti addentri nei luoghi più celati, | ti verrà incontro il solare volatile, il gallo, | per condurti in presenza della figlia del sole.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

da Giordano al libro; 2008

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“Ho più rughe sul cuore che sulla fronte.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

La volpe e l'uva

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“Faust: "O lentamente, lentamente correte, o cavalli della notte!"
Le stelle ruotano, il tempo corre, l'orologio suonerà,
verrà il demonio e Faust sarà dannato.
Salirò fino a Dio! Chi mi trascina in basso?
Guarda, guarda, il sangue di Cristo allaga il firmamento!
Una sola goccia mi salverebbe, metà d'una goccia. Ah, mio Cristo,
non uncinarmi il cuore se nomino Cristo.
Lo dirò di nuovo. Risparmiami, Lucifero.
Dov'è ora? È scomparso. Vedo Dio
che stende il braccio e china la fronte minacciosa!”

'Faustus: "O lente, lente currite, noctis equi!"<br ></ref> The stars move still, time runs, the clock will strike,
The devil will come, and Faustus must be damn'd.
O, I'll leap up to my God! — Who pulls me down? —
See, see, where Christ's blood streams in the firmament!
One drop would save my soul, half a drop: ah, my Christ! —
Ah, rend not my heart for naming of my Christ!
Yet will I call on him: O, spare me, Lucifer! —
Where is it now? 'tis gone: and see, where God
Stretcheth out his arm, and bends his ireful brows!
La tragica storia del Dottor Faust, Atto V, Scena II
Origine: Verso ripreso da: Ovidio (Amores, I, 13, 40) (1994)

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“Qualcuno disse che Hari Seldon lasciò questa vita proprio come l'aveva vissuta, perché morì con il futuro che aveva creato completamente schiuso di fronte a sé…”

Isaac Asimov (1920–1992) biochimico e scrittore statunitense

Origine: Da Fondazione anno zero, traduzione di Gianni Montanari, Arnoldo Mondadori Editore.

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