Frasi su nuovo

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema nuovo, essere, vita, mondo.

Frasi su nuovo

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“La scorsa notte ho fatto di nuovo un sogno su di te, mi hai detto di tirarmi su, io mi sono tirato su ed ho aperto le mie ali e sono volato, tu mi hai dato una ragione per combattere.”

Eminem (1972) rapper, attore e produttore discografico statunitense

You're Never Over (dedicata alla morte dell'amico Proof)

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“Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza.”

Antonio Gramsci (1891–1937) politico, filosofo e giornalista italiano

Origine: Da L'Ordine Nuovo, anno I, n. 1, 1° maggio 1919. Vedi immagine del primo numero de L'Ordine Nuovo.

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“E non vuoi nessun errore, però vuoi vivere… Perché chi non vive lascia il segno del più grande errore.”

Tiziano Ferro (1979) cantautore italiano

da Scivoli di nuovo, n. 9
Alla mia età

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“Noi usciremo fuori da questo decadimento solo attraverso un'immensa rettificazione morale, insegnando di nuovo agli uomini ad amare, a sacrificarsi, a vivere, a lottare e a morire per un ideale superiore. In un secolo in cui si vive soltanto per sé, occorrerà che centinaia, migliaia di uomini non vivano più per se stessi ma per un ideale comune, disposti sin dall'inizio a sostenere per esso tutti i sacrifici, tutte le umiliazioni, tutti gli eroismi. Contano soltanto la fede, la fiducia ardente, l'assenza completa di egoismo e di individualismo, la tensione di tutto l'essere verso il "servizio"”

per quanto ingrato possa essere, ovunque esso si svolga –, il servizio di una causa che va al di là dell'uomo, e che esige da lui tutto, senza promettergli nulla. Contano soltanto le qualità dell'anima, le sue vibrazioni, il dono totale, la volontà di tener alto al di sopra di tutto un ideale, nel disinteresse più assoluto. Giunge l'ora in cui, per salvare il mondo, vi sarà bisogno del pugno di eroi e di santi che faranno la Riconquista. (p. 166-167)
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“Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economico, che sfugge alle logiche razionali. Io detesto soprattutto il potere di oggi. Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. È un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali, precedenti. Sono caduti dei valori, e sono stati sostituiti con altri valori. Sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento. Questa sostituzione non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dal nuovo potere consumistico, cioè la nostra industria italiana pluri-nazionale e anche quella nazionale degli industrialotti, voleva che gli italiani consumassero in un certo modo, un certo tipo di merce, e per consumarlo dovevano realizzare un nuovo modello umano.”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Origine: Citato nel film del 2006 Pasolini prossimo nostro.

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“I sogni cedono il posto alle impressioni di un nuovo giorno come lo splendore delle stelle cede alla luce del sole.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Aforismi e pensieri

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“Fra eterni dubbi e nebbie persistenti ci sforziamo chiediamo nuovamente e con più forza: che promesse ha mantenuto il profeta? Dopo che l'olezzo delle divinità è stato spazzato via dal vento della nuova verità che fine ha fatto l'abisso misterioso dionisiaco nettare dio-non-dio di cui la nuova umanità doveva cibarsi? Che forse ci siamo nuovamente imbastarditi, dunque forse ci ritroviamo rimpinzati a adorare nuovi idoli moderni resi forti proprio dalla distruzione di tutto ciò che era vetusto antiquato, d'inciampo alla manifestazione della vita? Che ne è stato della volontà di potenza che ha permesso di poter proseguire su corde tese sull'abisso più tremendamente vertiginoso? Abbiamo sciolto i legacci che impedivano alle ali di avere l'aria per poi convincersi che volare è una storia da fanciulli? Abbiamo venduto per trenta denari d'argento il segreto in cambio dello sfatamento, del disincanto? Abbiamo rotto un eterno ritorno per un nuovo ciclo di diverso periodo e rivoluzione. Abbiamo fatto rapprendere il caos in caso. Abbiamo in definitiva preteso troppo e non siamo riusciti a non scoppiare per poi accasciarci divelti e lasciarci trasportare da quello che è il mondo. Ammettiamolo siamo stati a volte e di nascosto paghi e soddisfatti, anche noi abbiamo acceso qualche lume, bruciato del grasso odoroso ai nuovi dei, commesso nuovi peccati seguito nuove virtù. C'è un qualche scarto fra quello che profondamente siamo e quello che semplicemente pensavamo pensiamo d'essere. E come se la sovrapposizione fra le due cose fosse imperfetta. Ed è li che si insinua, in quelle crepe in quelle fessure, tutto ciò che non è libertà. Cos'è a questo punto l'Uomo. Anche i prefissi hanno fallito. Dobbiamo rassegnarci? A cosa dobbiamo rassegnarci. Al fatto di non poter tornare indietro che ciò che si smaschera non può essere rivelato? all'impossibilità di reggere il tremendo paradosso di un nulla adesso non più ricolmo e saturo di potenza ma sempre più vuoto? Giuravamo guerra a quelli dell'umanità e adesso non riusciamo a reggere i nostri inganni, ecco ciò che ci siamo ridotti a pensare. Come rispondere a questi tranelli come sfuggire a queste perseguitanti domande? Ecco la mia estrema panacea e rimedio: innalzate vorticose are all'esempio unico comandamento e redentore unica grazia e liberazione. Che vibri il fiato negli ottoni per annunciare l'Unico nostro strumento contro la nostra rassegnazione.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

da una lettera al dott. Skitafka 24 agosto 1900

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“Kirillov: "La vita è dolore, la vita è paura e l'uomo è infelice. Ora tutto è dolore e paura. Ora l'uomo ama la vita, perché ama il dolore e la vita. E così hanno fatto. La vita si concede oggi in cambio di dolore e paura, e qui sta l'inganno. Oggi l'uomo non è ancora quell'uomo. Vi sarà l'uomo nuovo, felice, superbo. Colui al quale sarà indifferente vivere o non vivere, quello sarà l'uomo nuovo. Colui che vincerà il dolore e la paura, sarà lui Dio. E quell'altro Dio non ci sarà più".
Grigoreiev: "Quindi l'altro Dio esiste secondo voi?"
"Non c'è, ma c'è. Nella pietra non c'è dolore, ma nella paura della pietra c'è dolore. Dio è il dolore della paura della morte. Chi vincerà il dolore e la paura, quello diventerà Dio. Allora ci sarà una nuova vita, allora ci sarà un uomo nuovo, tutto sarà nuovo… Allora divideranno la storia in due parti: dalla scimmia fino alla distruzione di Dio, e dalla distruzione di Dio fino…"”

"Alla scimmia?".
"...alla trasformazione fisica della terra e dell'uomo...".
I demoni
Variante: Kirillov: "La vita è dolore, la vita è paura e l'uomo è infelice. Ora tutto è dolore e paura. Ora l'uomo ama la vita, perché ama il dolore e la vita. E così hanno fatto. La vita si concede oggi in cambio di dolore e paura, e qui sta l'inganno. Oggi l'uomo non è ancora quell'uomo. Vi sarà l'uomo nuovo, felice, superbo. Colui al quale sarà indifferente vivere o non vivere, quello sarà l'uomo nuovo. Colui che vincerà il dolore e la paura, sarà lui Dio. E quell'altro Dio non ci sarà più".
Grigoreiev: "Quindi l'altro Dio esiste secondo voi?"
"Non c'è, ma c'è. Nella pietra non c'è dolore, ma nella paura della pietra c'è dolore. Dio è il dolore della paura della morte. Chi vincerà il dolore e la paura, quello diventerà Dio. Allora ci sarà una nuova vita, allora ci sarà un uomo nuovo, tutto sarà nuovo... Allora divideranno la storia in due parti: dalla scimmia fino alla distruzione di Dio, e dalla distruzione di Dio fino..."
"Alla scimmia?".
"... alla trasformazione fisica della terra e dell'uomo...".

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“L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva; la storia insegna, ma non ha scolari.”

Antonio Gramsci (1891–1937) politico, filosofo e giornalista italiano

Origine: Da Italia e Spagna, L'Ordine Nuovo, 11 marzo 1921, anno I, n. 70.

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“E i ragazzi, in giacche colorate ai gusti misti, ribelli e un po' svogliati vanno in classe, come si entra dai dentisti”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

Un nuovo giorno o un giorno nuovo
La vita è adesso

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“Ogni nuovo mattino uscirò per le strade cercando i colori.”

Cesare Pavese (1908–1950) scrittore, poeta, saggista e traduttore italiano
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“Dire la verità, arrivare insieme alla verità, è compiere azione comunista e rivoluzionaria.”

Antonio Gramsci (1891–1937) politico, filosofo e giornalista italiano

Origine: Da Democrazia operaia, L'Ordine Nuovo, 21 giugno 1919.

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“Ogni movimento rivoluzionario è romantico, per definizione.”

Antonio Gramsci (1891–1937) politico, filosofo e giornalista italiano

Origine: Da Classicismo, Romanticismo, Baratono..., L'Ordine Nuovo, 17 gennaio 1922; ora in Socialismo e fascismo: L'Ordine Nuovo 1921-1922, Einaudi.

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“Ogni giorno è un nuovo giorno.”

Every day is a new day.
Il vecchio e il mare

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“Non v'è nulla di nuovo: tutto si ripete, e subito passa.”

Marco Aurelio (121–180) imperatore romano

da Pensieri, 1989
Pensieri

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“Ma da qualche parte un uomo nuovo sta nascendo.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Il serpente

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“Ho bisogno di una prospettiva, di un nuovo punto di vista, me l'ha detto l'oculista.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da Giotto beat, n. 7
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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l'uomo libero, per costruire una società migliore.”

Salvador Allende (1908–1973) politico cileno

Ultimo discorso del presidente Allende al popolo cileno

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“Ecco come bisogna essere! Bisogna essere come l'acqua.
Niente ostacoli – essa scorre.
Trova una diga, allora si ferma.
La diga si spezza, scorre di nuovo.
In un recipiente quadrato, è quadrata.
In uno tondo, è rotonda.
Ecco perché è più indispensabile di ogni altra cosa.
Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua.
E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.”

Laozi (-604) filosofo cinese

Attribuite
Origine: Citato in Victor Lebrun, Devoto a Tolstoj, traduzione di Dino Naldini, Lerici Editori, Milano, 1963, p. 104. Citato anche in Pietro Citati, Tolstoj, Longanesi, Milano, 1983, p. 279: «Ecco come bisogna essere – come l'acqua. Niente ostacoli – l'acqua scorre: uno sbarramento, l'acqua si arresta. Lo sbarramento si rompe – l'acqua scorre: un recipiente quadrato – è quadrata; rotondo – essa è rotonda. Ed è per questo che essa è più importante di tutto e più forte di tutto».

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“In questa mesta e pazza nostalgia che mi porta via lontano.”

Pierpaolo Lauriola (1975) cantautore italiano

da Un Mattino Nuovo, n. 4
Quando arriva La Sera

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“Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri, che cosa sia oggi: salta intorno, mangia, digerisce, salta di nuovo. È così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo piacere ed il suo dispiacere, attaccato cioè al piolo dell'attimo e perciò né triste né annoiato… L'uomo chiese una volta all'animale: "Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della felicità?" L'animale voleva rispondere e dice: "Ciò avviene perché dimentico subito quello che volevo dire"”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

ma dimenticò subito anche questa risposta e tacque: così l'uomo se ne meravigliò. Ma egli si meravigliò anche di se stesso, di non poter imparare a dimenticare e di essere sempre accanto al passato: per quanto lontano egli vada e per quanto velocemente, la catena lo accompagna. È un prodigio: l'attimo, in un lampo è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un niente, ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istante successivo. Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del tempo, cade, vola via – e improvvisamente rivola indietro, in grembo all'uomo. Allora l'uomo dice "Mi ricordo".
Origine: Da Considerazioni inattuali.

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“Con ogni uomo viene al mondo qualcosa di nuovo che non è mai esistito, qualcosa di primo e unico.”

Martin Buber (1878–1965) filosofo, teologo e pedagogista austriaco

Il cammino dell'uomo

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“Ogni essere vivente […] porta in sé una volontà di sperimentare, vivere, espandersi, affermarsi, dominare sugli altri. Tutti gli animali delimitano un proprio territorio e lottano per espanderlo e impedire agli estranei di entrarvi. Tutti i maschi cercano di accoppiarsi con tutte le femmine più belle e le femmine con i maschi più forti o più vistosi. Tutti inoltre lottano per affermare e vedere riconosciuta la propria superiorità, il proprio rango. Nietzsche, che per primo ha capito questa tendenza universale, l'ha chiamata "volontà di potenza". […] Ciò che invece continua a contare, e sempre di più, è la volontà di potenza in se stessa, purché intesa nel suo senso più ampio, come energia vitale, volontà di creare, di realizzare, di superare gli altri. E questo in tutti i campi, nella scienza, nella musica, nel cinema, negli affari, nella politica. Dovunque il fattore decisivo resta questo slancio interiore che si presenta come irrequietezza, ambizione, curiosità, coraggio di sperimentare il nuovo, tenacia, voglia di riuscire. Lo si vede già nei bambini, negli adolescenti destinati al successo. Qualche volta si presenta come capacità specifica, come nei geni matematici o musicali precoci, ma spesso assume solo l'aspetto di una inquietudine evasiva, conturbante. Lo si vede negli uomini e nelle donne che riusciranno, che hanno tutti, indistintamente, una grande fede in se stessi, una caparbia volontà di realizzare la propria meta da cui nessuno riesce a distoglierli. Per cui cadono e si rialzano. E gli altri percepiscono la loro superiorità. Spesso li invidiano, li temono, cercano di fermarli, ma inutilmente.”

Francesco Alberoni (1929) sociologo, giornalista e scrittore italiano

da Leoni o volpi, in comune abbiamo la volontà di potenza, Corriere della sera, 5 luglio 2004