Frasi su terra-terra
pagina 9

Mario Pomilio photo

“"Più in là che Abruzzi", faceva dire il Boccaccio a un suo personaggio per dare il senso del lontano, dell'appartato, del favoloso. E la sua può sicuramente essere assunta a espressione proverbiale per designare la condizione e la storia abruzzesi.”

Mario Pomilio (1921–1990) scrittore, giornalista e politico italiano

da Terra d'Abruzzo
Origine: La citazione corretta è "Più là che Abruzzi", dal Decameron, giornata VIII, novella III.

Bodhidharma photo
Gianfranco Ravasi photo

“La sapienza abbandonò la terra quando i dotti cominciarono a usare la loro dottrina a scopo di lucro (Giordano Bruno) Auguri #Wikipedia.”

Gianfranco Ravasi (1942) cardinale, arcivescovo cattolico e biblista italiano

da un tweet https://twitter.com/CardRavasi/status/687969686881959936 del 15 gennaio 2016

Constantin Noica photo
Walt Whitman photo
Martin Luther King photo
Roberto Saviano photo

“[Pietro Taricone] Amava volare, "perché il cielo non tradisce", come ogni paracadutista sa. A tradirlo è stato l'atterraggio, è stata la terra.”

Roberto Saviano (1979) giornalista, scrittore e saggista italiano

Origine: Citato in Saviano ricorda l'amico Pietro: "Io e lui, compagni di scuola" http://www.repubblica.it/persone/2010/06/29/news/saviano_taricone-5245145/, Repubblica.it, 29 giugno 2010.

Gianni Granzotto photo
Antonio Tabucchi photo
Anthony Kiedis photo
Nicholas Sparks photo
Julien Green photo

“Il maggiore esploratore su questa terra non fa viaggi più lunghi di colui che scende in fondo al proprio cuore e si china sugli abissi dove il volto di Dio si specchia tra le stelle.”

Julien Green (1900–1998) scrittore e drammaturgo statunitense

dalla nota di diario del 20 maggio 1942, p. 168
Diario 1940 – 1943

Théophile Gautier photo
Jules Renard photo

“Quando si è malati il viso comincia subito a decomporsi e comincia a riaffiorare subito la terra di cui siamo fatti.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

12 luglio 1903; Vergani, p. 207
Diario 1887-1910

Matteo Bordone photo
Ignazio Buttitta photo

“E ciuri a li capiddi | e vampi nni lu celu | e Sicilia, Sicilia p'ogni banna. | Comu ti chianciu | Terra mia luntana.”

Ignazio Buttitta (1899–1997) poeta italiano

da Sicilia luntana
E fiori sui capelli, | e fuochi nel cielo, | e Sicilia, Sicilia dappertutto. | Come ti piango, | terra mia lontana.

Franco Battiato photo

“N cielu fochi di culuri, | 'n terra aria bruciata, | e tutti appressu o santu, | 'nda vanedda. | Sicilia bedda mia, | Sicilia bedda.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Veni l'autunnu, n. 3
Fisiognomica

Pier Vittorio Tondelli photo
Isadora Duncan photo
Herta Müller photo
Pablo Neruda photo
John Steinbeck photo
Roberto Saviano photo
J. K. Rowling photo
Carmen Consoli photo
Flavio Insinna photo
Kurt Vonnegut photo

“Vista a rovescio da Billy, la storia era questa: gli aerei americani, pieni di fori e di feriti e di cadaveri decollavano all'indietro da un campo di aviazione in Inghilterra. Quando furono sopra la Francia, alcuni caccia tedeschi li raggiunsero, sempre volando all'indietro, e succhiarono proiettili e schegge da alcuni degli aerei e degli aviatori. Fecero lo stesso con alcuni bombardieri americani distrutti, che erano a terra e poi decollarono all'indietro, per unirsi alla formazione. Lo stormo, volando all'indietro, sorvolò una città tedesca in fiamme. I bombardieri aprirono i portelli del vano bombe, esercitarono un miracoloso magnetismo che ridusse gli incendi e li raccolse in recipienti cilindrici di acciaio, e sollevarono questi recipienti fino a farli sparire nel ventre degli aerei. I contenitori furono sistemati ordinatamente su alcune rastrelliere. Anche i tedeschi, là sotto, avevano degli strumenti portentosi, costituiti da lunghi tubi di acciaio. Li usavano per succhiare altri frammenti dagli aviatori e dagli aerei. Ma c'erano ancora degli americani feriti, e qualche bombardiere era gravemente danneggiato. Sopra la Francia, però, i caccia tedeschi tornarono ad alzarsi e rimisero tutti e tutto a nuovo. Quando i bombardieri tornarono alla base, i cilindri di acciaio furono tolti dalle rastrelliere e rimandati negli Stati Uniti, dove c'erano degli stabilimenti impegnati giorno e notte a smantellarli, e separarne il pericoloso contenuto e a riportarlo allo stato di minerale. Cosa commovente, erano soprattutto le donne a fare questo lavoro. I minerali venivano poi spediti a specialisti in zone remote. Là dovevano rimetterli nel terreno e nasconderli per bene in modo che non potessero più fare male a nessuno.”

Mattatoio n. 5

Ernst Jünger photo
Cormac McCarthy photo
Jorge Valdano photo
Andrea Pazienza photo
Marc Chagall photo
Johan Ludvig Runeberg photo
Hermann Göring photo
Raimon Panikkar photo

“Io parlerei di colonialismo teologico, qualora si volesse ancora oggi presentare il messaggio cristiano con categorie estranee all'Africa e all'Asia.”

Raimon Panikkar (1918–2010) filosofo, teologo e sacerdote spagnolo

da Ecosofia: la nuova saggezza. Per una spiritualità della terra, Cittadella Editrice, Assisi 1993

Francesco Guccini photo
Francesco Petrarca photo
Papa Benedetto XVI photo

“L’oceano nel pensiero degli antichi appariva come la costante minaccia del cosmo, della terra: le acque originarie che possono seppellire ogni vita.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

libro Gesù di Nazaret - Dal battesimo alla Trasfigurazione

Stephen Hawking photo
Antoine de Saint-Exupéry photo
Giovanni Pascoli photo
Keira Knightley photo

“Soltanto vivendola in prima persona potevi sapere che sulla terra non esiste sofferenza più grande della separazione da me.”

Chiara Amirante (1966) scrittrice italiana

libro Solo l'amore resta: Nuovi Orizzonti nell'inferno della strada

Carl Sandburg photo
Edgar Allan Poe photo
Quino photo
Christopher Morley photo
Giacomo Leopardi photo

“XVIII ALLA SUA DONNA                Cara beltà che amore             Lunge m’inspiri o nascondendo il viso,             Fuor se nel sonno il core             Ombra diva mi scuoti,         5  O ne’ campi ove splenda             Più vago il giorno e di natura il riso;             Forse tu l’innocente             Secol beasti che dall’oro ha nome,             Or leve intra la gente       10  Anima voli? o te la sorte avara             Ch’a noi t’asconde, agli avvenir prepara?                Viva mirarti omai             Nulla spene m’avanza;             S’allor non fosse, allor che ignudo e solo       15  Per novo calle a peregrina stanza             Verrà lo spirto mio. Già sul novello             Aprir di mia giornata incerta e bruna,             Te viatrice in questo arido suolo             Io mi pensai. Ma non è cosa in terra       20  Che ti somigli; e s’anco pari alcuna             Ti fosse al volto, agli atti, alla favella,             Saria, così conforme, assai men bella.                Fra cotanto dolore             Quanto all’umana età propose il fato,       25  Se vera e quale il mio pensier ti pinge,             Alcun t’amasse in terra, a lui pur fora             Questo viver beato:             E ben chiaro vegg’io siccome ancora             Seguir loda e virtù qual ne’ prim’anni       30  L’amor tuo mi farebbe. Or non aggiunse             Il ciel nullo conforto ai nostri affanni;             E teco la mortal vita saria             Simile a quella che nel cielo india.                Per le valli, ove suona       35  Del faticoso agricoltore il canto,             Ed io seggo e mi lagno             Del giovanile error che m’abbandona;             E per li poggi, ov’io rimembro e piagno             I perduti desiri, e la perduta       40  Speme de’ giorni miei; di te pensando,             A palpitar mi sveglio. E potess’io,             Nel secol tetro e in questo aer nefando,             L’alta specie serbar; che dell’imago,             Poi che del ver m’è tolto, assai m’appago.       45     Se dell’eterne idee             L’una sei tu, cui di sensibil forma             Sdegni l’eterno senno esser vestita,             E fra caduche spoglie             Provar gli affanni di funerea vita;       50  O s’altra terra ne’ superni giri             Fra’ mondi innumerabili t’accoglie,             E più vaga del Sol prossima stella             T’irraggia, e più benigno etere spiri;             Di qua dove son gli anni infausti e brevi,       55  Questo d’ignoto amante inno ricevi.”

Canti: Poems / A Bilingual Edition

Paulo Coelho photo
John Muir photo
Paulo Coelho photo
Fernando Pessoa photo
Pablo Neruda photo
Fernando Pessoa photo
Stanisław Lem photo
John Steinbeck photo
Victor Hugo photo
Virginia Woolf photo
Fernando Pessoa photo
Stefano Benni photo
Alexandre Dumas (padre) photo
Michail Bulgakov photo
Stefano Benni photo
Francisco Coloane photo
Bernard Cornwell photo
Cormac McCarthy photo
Victor Hugo photo
Andrea De Carlo photo
Lev Nikolajevič Tolstoj photo
Gustav Meyrink photo
John Steinbeck photo
Milan Kundera photo
Flavio Claudio Giuliano photo

“Mosè ha dato della differenza delle lingue una ragione superlativamente favolosa. Dice che i figli degli uomini, riunitisi, volevano fabbricare una città e, in essa, una gran torre; ma Dio dichiarò: qui bisogna scendere e confondere le loro lingue. - E, perché nessuno creda che io voglia darla ad intendere, leggiamo nel testo stesso di Mosè, quel che segue: «E dissero: "Orsù; fabbrichiamoci una città ed una torre, la cui cupola giunga fino al cielo; e facciamoci un nome prima di essere dispersi su tutta la faccia della terra". E scese il Signore a vedere la città e la torre, che i figli degli uomini edificavano. E disse il Signore: "Ecco, essi sono un medesimo popolo, e una medesima lingua hanno tutti; e questo cominciarono a fare; ed ora non resteranno dal compiere tutto ciò che hanno cominciato. Dunque: discendiamo là, e confondiamo la loro lingua, affinché non capisca l'uno la parola dell'altro". E li disperseil Signore Iddio su tutta la faccia della terra, ed essi cessarono di fabbricare la città e la torre».Poi volete che a questo crediamo; ma voi non credete a ciò che dice Omero degli Aloadi, che tre montagne meditavano di porre l'una sull'altra, «onde fosse ascendibile il cielo». Per me io dico che questo racconto è ugualmente favoloso che quello. Ma voi, che il primo accogliete, per qual ragione, in nome di Dio, respingete la favola di Omero? Poiché questo - credo - uomini ignoranti non lo capiscono: che, se anche tutte le genti che popolano la terra avessero la medesima voce e la medesima lingua, fabbricare una torre che arrivi fino al cielo non potrebbero affatto, quand'anche facessero mattoni di tutta quanta la terra. Mattoni ce ne vorrebbero infiniti di grandezza pari a tutta intera la terra per arrivare al solo cerchio della luna. Ammettiamo pure che tutte le genti si siano riunite parlando una stessa lingua ed abbiano ridotto in mattoni e cavato le pietre di tutta la terra; come potranno arrivare fino al cielo, se anche la loro opera dovesse stendersi più sottile di un filo allungato? In conclusione: voi che stimate vera una favola così evidentemente falsa, e pretendete che Dio abbia avuto paura della unità di voce degli uomini e per questo sia disceso a confonderne le lingue, oserete ancora menare vanto della vostra conoscenza di Dio?”

Flavio Claudio Giuliano (331–363) imperatore romano

Contro i galilei

Max Planck photo
Stephen King photo
Robert Mugabe photo
Rudolf Steiner photo
Saddam Hussein photo
Woody Allen photo
Carlo Zannetti photo

“I grandi talenti sono come monete d'oro che quando cadono per terra cominciano a rotolare e non riesci più a fermare.”

Carlo Zannetti (1960) chitarrista, cantautore e scrittore italiano

Origine: Da Sinead, occhi di cerbiatto, O'Connor http://www.ilpopoloveneto.it/notizie/musica/2017/03/11/32155-sinead-occhi-cerbiatto-oconnor, Il Popolo Veneto.it, 11 marzo 2017.

Anna Maria Ortese photo
Rudolf Steiner photo
Flannery O'Connor photo
Saddam Hussein photo
Patrice Lumumba photo
Rodrigo Bentancur photo

“Nel calcio un giorno le cose vanno bene e un giorno male, ma le critiche servono a tenere i piedi per terra.”

Rodrigo Bentancur (1997) calciatore uruguaiano

Origine: Da un'intervista a Juventus TV; citato in Bentancur, "giovane d'esperienza" http://www.juventus.com/it/news/news/2017/bentancur-si-presenta.php, Juventus.com, 18 luglio 2017.

“Una croce nera sul petto dell'italiano, | senza intaglio, rabesco, splendore, | conservata da una famiglia povera | e portata dall'unico figlio…| Giovane nativo di Napoli! | Cos'hai lasciato sui campi di Russia? | Perché non hai potuto esser felice, | circondato dal celebre golfo? | Io che ti ho ucciso vicino a Mozdòk | sognavo tanto il vulcano lontano! | O, come sognavo nelle distese del Volga | almeno una volta di andare in gondola! | Ma io non son venuto con la pistola | a portarti via l'estate italiana | e le mie pallottole non hanno fischiato | sulla santa terra di Raffaello! | Qui ho sparato! Qui dove sono nato, | dov'ero orgoglioso di me e degli amici, | dove gli epici canti dei nostri popoli | non risuonano mai in traduzioni. | Forse che l'ansa del medio Don | è studiata da uno scienziato straniero? | La nostra terra, la Russia, la Rus, | l'ha seminata una camicia nera? | T'hanno portato qui in una tradotta | per conquistare lontane colonie, | perché la croce del cofanetto familiare | crescesse alle dimensioni d'una croce di tomba… | Non permetterò che la mia patria sia portata | oltre le distese di mari stranieri! | Io sparo. E non c'è giustizia | più giusta della mia pallottola! | Non sei mai stato né vissuto qui!… | Ma è sparso sui campi nevosi | l'azzurro cielo italiano, | sotto il vetro degli occhi morti.”

Michail Arkad´evič Svetlov (1903–1964) poeta russo

L'Italiano
Origine: Traduzione di Vittorio Strada, citato in Salvatore Giujusa, Uomini e tempi, [Corso di Storia per il triennio degli Istituti Tecnici, vol. 3, Dai combattenti delle barricate quarantottesche ai pedoni dello spazio], Morano Editore, Napoli, 1970, pp. 419-420.

Anna Maria Ortese photo
Hermann Hesse photo
Dante Alighieri photo
Ludovico Ariosto photo
Dante Alighieri photo

“Lo giorno se n'andava, e l'aere bruno
toglieva li animai che sono in terra
da le fatiche loro.”

The Divine Comedy (c. 1308–1321), Inferno