Frasi su mortale
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“Quelli che non hanno mai avuto un incidente mortale.”

Enzo Jannacci (1935–2013) cantautore italiano

Quelli che...

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“Morale mortale: due sono le specialità di RAI con me: a) fare danni subito, b) promettere di ripararli in futuro.”

Aldo Busi (1948) scrittore italiano

Origine: Da Le disavventure di uno scrittore di fronte all'invasione di una troupe TV per un «approfondimento culturale» http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0021/articleid,0589_01_1997_0080_0027_8081593/, La Stampa, 22 marzo 1997.

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“Lettori miei, era opinione del reverendo Lorenzo Sterne, parroco in Inghilterra, che un sorriso possa aggiungere un filo alla trama brevissima della vita, ma pare che egli inoltre sapesse che ogni lacrima insegna a' mortali una verità. Poiché assumendo il nome di Yorick, antico buffone tragico, volle con parecchi scritti, e singolarmente in questo libricciuolo, insegnarci a conoscere gli altri in noi stessi, e a sospirare ad un tempo e a sorridere meno orgogliosamente su le debolezze del prossimo. Però io lo aveva, or son più anni, tradotto per me: ed oggi io credo d'essere una volta profittato delle sue lezioni, l'ho ritradotto, quanto meno letteralmente e quanto meno arbitrariamente ho saputo, per voi.
Ma e voi, lettori, avvertite che l'autore era d'animo libero, e spirito bizzarro, ed argutissimo ingegno, segnatamente contro la vanità dei potenti, l'ipocrisia degli ecclesiastici e la servilità magistrale degli uomini letterati; pendeva anche all'amore e alla voluttà; ma voleva ad ogni parere, ed era forse, uomo dabbene e compassionevole seguace sincero dell'Evangelo, ch'egli interpretava a' fedeli. Quindi ci deride acremente, e insieme sorride con indulgente servilità; e gli occhi suoi scintillano di desiderio, par che si chinino vergognosi; e nel brio della gioia, sospira; e, mentre le sue immaginazioni prorompono tutte ad un tempo discordi e inquietissime, accendendo più che non dicono, ed usurpando frasi, voci ed ortografia, egli sa nondimeno ordinarle con l'apparente semplicità di certo stile apostolico e riposato.”

Ugo Foscolo (1778–1827) poeta italiano

Origine: Dalla prefazione di Didimo Chierico a Laurence Sterne, Viaggio sentimentale.

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“In altri paesi e in altre condizioni, in prigioni normali, il luogo di questo breve grido di disperazione è tenuto da una vera preghie­ra o dalla sottrazione di un giorno dalla condanna totale, perché è fin troppo comprensibile che un uomo, privato di tutto tranne che della speranza, incominci la sua giornata volgendo i pensieri alla speranza. I prigionieri sovietici sono stati privati perfino del conforto di sperare, perché nessuno di essi può mai sapere con certezza se la sua condanna avrà fine: e può ricordare centinaia di casi in cui le condanne sono state prolungate di altri dieci an­ni con un tratto di penna al Consiglio speciale della Nkvd a Mosca. Solo chi è stato in prigione può intendere tutto il crudele si­gnificato del fatto che, durante l'anno e mezzo che trascorsi nel campo, solo poche volte udii prigionieri contare ad alta voce il numero di anni, mesi, giorni e ore, che restavano ancora delle loro condanne. Questo silenzio si sarebbe detto un tacito accor­do a non tentare la Provvidenza: quanto meno parlavamo delle nostre condanne, quanto meno nutrivamo la speranza di mai riacquistare la libertà, tanto più sembrava probabile che "pro­prio questa volta" ogni cosa sarebbe andata bene. La speranza racchiude il tremendo pericolo della disillusione. Nel nostro si­lenzio, alquanto simile al tabù che proibisce agli uomini di alcune tribù primitive di pronunziare i nomi delle divinità vendicatrici, l'umiltà si univa a una segreta rassegnazione, e al presenti­mento del peggio. Il disinganno era un colpo mortale per un prigioniero privo di questa armatura contro il fato.”

Gustaw Herling-Grudziński (1919–2000) scrittore polacco

cap. III, p. 48
Un mondo a parte

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“Il mio Ziguli […] è nato dalle parti di Olbia, in una colonia di gatti malati e denutriti. Quasi subito è stato colpito da una delle classiche parvovirosi, quasi sempre mortali, che si diffondono tra i cuccioli non vaccinati. Raffreddore, febbre e una copiosa secrezione oculare non curata, che gli ha lesionato irrimediabilmente le cornee e lo ha reso cieco. […] Inizialmente pensavo che un handicap di questa portata, la cecità totale, fosse insopportabile per un felino e che la cosa più giusta per quel micino di appena due mesi sarebbe stata addormentarsi per sempre. Invece mi sbagliavo di molto, e fu proprio lui a dimostrarmelo. […] Lo guardavo giocare, avventarsi sul cibo e, quando la mia mano lo raggiungeva, abbandonarsi senza controllo al piacere di fare le fusa. Aveva una voglia di vivere e un'allegria che, con la mia logica umana, non riuscivo a spiegare in un animaletto completamente cieco. […] Con gli altri gatti, inizialmente, cercava di ritrarsi o provava ad attaccarli, come se ne avesse paura. Ma bastarono pochi giorni perché si fidasse di tutti, perfino dei cani. Oggi è un gattone meraviglioso, grigio tigrato. Forse troppo grasso, perché non ha mai perso l'istinto di buttarsi sul cibo. Ma salta sulle finestre, esce in giardino, si arrampica sugli alberi e, incredibilmente, insegue gli insetti come tutti gli altri gatti. Osservarlo è un piacere. Mi ha insegnato, una volta di più, che la vita merita sempre di essere difesa e di essere vissuta.”

Michela Vittoria Brambilla (1967) politica e imprenditrice italiana

Origine: Manifesto animalista, pp. 101-102

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“Mentre gestivamo la crisi non abbiamo visto l'opposizione e questo per la democrazia è un problema. Abbiamo visto le elite, o sedicenti tali, impegnate a buttare giù il governo. Sono sempre le solite: quelle delle rendite editoriali, finanziarie, burocratiche, cinematografiche e culturali, che hanno combattuto il governo reo di aver cominciato a colpire le case matte della rendita. […] La povera sinistra sarebbe nata con altri scopi e invece si fa condizionare da un'élite di merda. […] Stanno preparando un colpo di Stato a cui si risponde a viso aperto parlando con gli italiani, costruendo l'Aquila, con un grande piano per il Mezzogiorno. La vera unità d'Italia è risolvere la questione meridionale. […] Abbiamo una grande occasione, la nostra missione sarà una missione straordinaria contro la cattiva rendita, contro i parassiti dovunque essi siano: nella finta cultura, nella finta cinematografia ideologica parassitaria, nel finto sindacato, nelle cattive banche, nella cattiva finanza, nei cattivi giornali. […] Propongo una lotta di liberazione per i compagni della sinistra per bene: liberatevi da questo abbraccio mortale di questa cattiva finanza, di questo cattivo sindacato, di questi cattivi gruppi editoriali. […] Questa sedicente elite in questo anno di grande crisi ha pensato solo a come far cadere un governo che guarda caso cominciava a colpire proprio le case matte della rendita.”

Renato Brunetta (1950) economista e politico italiano

Origine: Citato in Repubblica http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-29/brunetta-sinistra/brunetta-sinistra.html, 19 settembre 2009.

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“Le amicizie devono essere immortali, e mortali le inimicizie.”

Quinto Cecilio Metello politico romano

citato in Tito Livio, XL, 46; 1997
Vulgatum illud, quia verum erat, in proverbium venit, amicitias immortales, <mortales> inimicitias debere esse.
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“La verità è immortale, l'errore è mortale.”

Mary Baker Eddy (1821–1910) teologa statunitense

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“Le cavalle che mi portano fin dove il mio desiderio vuol giungere
mi accompagnarono, dopo che mi ebbero condotto e mi ebbero posto sulla via che dice molte cose,
che appartiene alla divinità e che porta per tutti i luoghi che l'uomo sa.
Là fui portato. Infatti, là mi portarono accorte cavalle
tirando il mio carro, e fanciulle indicavano la via.
L'asse dei mozzi mandava un sibilo acuto,
infiammandosi – in quanto era premuto da due rotanti
cerchi da una parte e dall'altra –, quando affrettavano il corso nell'accompagnarmi,
le fanciulle Figlie del Sole, dopo aver lasciato le case della Notte,
verso la luce, togliendosi con le mani i veli dal capo.
Là è la porta dei sentieri della Notte e del Giorno,
con ai due estremi un architrave e una soglia di pietra;
e la porta, eretta nell'etere, è rinchiusa da grandi battenti.
Di questi, Giustizia, che molto punisce, tiene le chiavi che aprono e chiudono.
Le fanciulle, allora, rivolgendole soavi parole,
con accortezza la persuasero, affinché, per loro, la sbarra del chiavistello
senza indugiare togliesse dalla porta. E questa, subito aprendosi,
produsse una vasta apertura dei battenti, facendo ruotare
nei cardini, in senso inverso, i bronzei assi
fissati con chiodi e con borchie. Di là, subito, attraverso la porta,
diritto per la strada maestra le fanciulle guidarono carro e cavalle.
E la Dea di buon animo mi accolse, e con la sua mano la mia mano destra
prese, e incominciò a parlare così e mi disse:
«O giovane, tu che, compagno di immortali guidatrici,
con le cavalle che ti portano giungi alla nostra dimora,
rallegrati, poiché non un'infausta sorte ti ha condotto a percorrere
questo cammino – infatti esso è fuori dalla via battuta dagli uomini –,
ma legge divina e giustizia. Bisogna che tutto tu apprenda:
e il solido cuore della Verità ben rotonda
e le opinioni dei mortali, nelle quali non c'è una vera certezza.
Eppure anche questo imparerai: come le cose che appaiono
bisognava che veramente fossero, essendo tutte in ogni senso.»”

Parmenide (-501–-470 a.C.) filosofo greco antico

frammento 1
Frammenti di alcune opere, Poema sulla natura

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“Kant è un eroe solitario, un esploratore polare. Un po' freddino e professorale, lento, prudente, poco incline alle piroette e ai salti mortali del pensiero.”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

Variante: Kant è un eroe solitario, un esploratore polare. Un po’ freddino e professorale, lento, prudente, poco incline alle piroette e ai salti mortali del pensiero.
Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 1, Perché proprio Kant? Ovvero: il fascino discreto della ragione pura, p. 31

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“I frutti della libertà, di cui ora godiamo, furono coltivati sul nostro suolo con lunghi e mortali dolori.”

Atto Vannucci (1810–1883) storico, patriota e politico italiano

I martiri della libertà italiana dal 1794 al 1848

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“[Ultime parole secondo Possidio] Non sarà grande chi reputa gran cosa il fatto che cadono le costruzioni in legno e in pietra e che i mortali muoiono.”

Agostino d'Ippona (354–430) filosofo, vescovo, teologo e santo berbero con cittadinanza romana

Origine: Citato in Le confessioni, tradotto da C.Vitali, Bur, 2011, p.29 http://books.google.it/books?id=_vv9Bxy6ja0C&pg=PT29, ISBN 8858607996.

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“Un killer è un individuo che nei suoi incontri prova un maggiore coinvolgimento rispetto ai comuni mortali.”

Amélie Nothomb (1967) scrittrice belga

Origine: Diario di Rondine, p. 46

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“Una dissenteria che comincia con bile nera è mortale.”

Ippocrate di Coo (-460–-370 a.C.) filosofo, medico

IV, 24; p. 41
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“Chi versa l'uman sangue, il sente | odorar nelle mani eternamente. | Dopo l'ora mortal, tutta la vita | non è finita!”

Giovanni Prati (1814–1884) poeta e politico italiano

da Canti per il popolo: Vendetta
Origine: Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921.

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“Più Amata diventava grande e più Sethe diventava piccola, più gli occhi di Amata diventavano luminosi e più quegli occhi che non si abbassavano mai diventavano due fessure assonnate. Sethe non si pettina va più, né si rinfrescava la faccia con l'acqua. Stava seduta sulla sedia leccandosi le labbra, come una bambina in castigo, mentre Amata le divorava la vita, la afferrava, se ne gonfiava, la usava per diventare più alta. […] Sethe cercava di rimediare in qualche modo alla sega, Amata gliela faceva pagare. […] Eppure, sapeva che la paura più grande di Sethe era la stessa che Denver aveva avuto all'inizio — che Amata potesse andarsene. […] Il timore che, prima che Sethe riuscisse a farle capire quel che voleva dire — che cosa c'era voluto per muovere i denti di quella sega sotto il suo piccolo mento, sentire il sangue della bambina nella sua mano sgorgare fuori come il petrolio, tenerle la faccia, così la testa sarebbe rimasta su, stringerla a sé così avrebbe potuto assorbire, immobile, gli spasmi mortali che percorrevano veloci quel dolce, adorato corpicino pieno di vita — il timore che Amata potesse andarsene.--> Andarsene prima che Sethe riuscisse a farle capire che peggio ancora di quello — molto peggio — era quello di cui era morta Baby Suggs, quello che Ella conosceva, quello che Stamp Paid aveva visto e quello che aveva fatto tremare Paul D. Che un bianco qualunque potesse prendere tutto l'io di una persona per il primo motivo che gli saltava in mente. Non solo poteva sfruttare, uccidere o mutilare una persona, ma anche sporcarla. Sporcarla al punto da dimenticare chi si è e non poterci più pensare.”

Origine: Amatissima, pp. 362-4

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“Paese natale, paese mortale.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

19 giugno 1907; Vergani, p. 252
Diario 1887-1910

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“[Durante la guerra civile siriana] Il nostro territorio non può essere raggiunto da eventuali attacchi siriani con gas mortali, dobbiamo però evitare in ogni modo che armi chimiche possano essere usate contro di noi.”

Barack Obama (1961) 44º Presidente degli Stati Uniti d'America

2013
Origine: Citato in Obama: "Intervento in Siria sarà limitato. Ma il regime di Assad riceverà un duro colpo" http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/29/news/obama_intervento_in_siria_sar_limitato_impediremo_ulteriori_attacchi_con_i_gas-65459425/?ref=HREA-1, Repubblica.it, 29 agosto 2013.

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“Se il brivido colpisce un sofferente di febbre protratta, mentre il corpo è più debole, ciò è mortale.”

Ippocrate di Coo (-460–-370 a.C.) filosofo, medico

IV, 46; p. 44
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“Felice lo scrittore, il quale, lasciando da parte i caratteri noiosi ed antipatici che lo hanno colpito per il loro banale, triste realismo, si dedica alla descrizione di quelli che rivelano l'alta dignità dell'uomo, e felice colui che dall'immenso turbine delle immagini ogni giorno ricorrenti, ne sceglie solo pochissime ed elette; felice lo scrittore che non ha mai tradito l'elevato tono della propria ispirazione, non si è abbassato dalla sua altezza al livello dei poveri confratelli mortali, si è tutto immerso nelle proprie immagini idealizzate, senza mai toccare la terra, da cui queste sono tanto lontane. Doppiamente invidiabile è la sua splendida sorte: sta in mezzo alle sue splendide creature come nella propria famiglia, e alte e lontane si diffondono le sue parole. Ha offuscato gli occhi degli uomini con fumi inebrianti, li ha meravigliosamente lusingati, celando le tristezze della vita e mostrando loro bellissimo l'uomo. Tutti, applaudendo, lo seguono e corrono dietro il suo carro trionfale. Lo dicono un grande universale poeta, che s'innanza sugli altri geni del mondo, come l'aquila al di sopra degli altri uccelli. Soltanto a sentirne il nome, palpitano i giovani ardenti cuori; lacrime gli rispondono, brillano negli occhi di tutti… Non v'è chi l'uguagli nella sua forza: egli è un dio! Ma non è questo il destino, ben diversa è la sorte dello scrittore, che osa far venire alla superficie quando sta sempre bene in vista, ma che gli occhi indifferenti non vedono, che osa smuovere la terribile melma delle piccinerie che sviano la nostra vita, che penetra nella profondità delle nature fredde, volgari e meschine, di cui brulica il nostro cammino sulla terra, a volte amaro e tedioso; guai allo scrittore che osa, con la potenza del suo scalpello implacabile, rappresentarle in preciso rilievo, agli occhi di tutti! Egli non raccoglie gli applausi del popolo, non scorge lacrime di riconoscenza, non conosce l'unanime plauso degli animi commossi; non gli vola incontro la fanciulla sedicenne, col cervello acceso, colma di eroico entusiasmo; a lui non è dato obliarsi nel dolce incantesimo dei suoni da lui stesso evocati; né può sfuggire al giudizio dei contemporanei, al giudizio ipocritamente insensibile dei contemporanei, un giudizio che dirà di nessun conto e degne di disprezzo le creature da lui vagheggiate, gli assegnerà un posto disprezzato tra gli scrittori che offendono l'umanità, attribuirà a lui le peculiarità dei personaggi che ha descritto, gli negherà il cuore, l'anima e la divina fiamma dell'ingegno, poiché il giudizio dei contemporanei non riconosce come siano egualmente belle le lenti che guardano il sole e quelle che ci mostrano i movimenti degli insetti invisibili; il giudizio dei contemporanei non riconosce che occorre una eccezionale profondità dello spirito per illuminare un quadro che ritrae il lato spregevole della vita e trasformarlo nella perla dell'opera d'arte: il giudizio dei contemporanei non riconosce che l'altisonante riso dell'entusiasmo è degno di stare a fianco agli elevati moti lirici e che un abisso si apre fra questo riso ed i contorcimenti di un pagliaccio da fiera! Non riconosce tutto questo, il giudizio dei contemporanei, e tutto volge a rimprovero e beffa dello scrittore misconosciuto: senza trovare partecipazione, rispondenza, simpatia, come un viandante che non abbia famiglia, egli resta solo sulla strada. Duro è il suo cammino e ben amara la sua solitudine.”

VII; 2003, pp. 146-147
Le anime morte, Parte prima

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“Tutti i nostri timori vennero confermati quando eravamo nello spogliatoio prima e qualcuno disse che c'era un grosso problema e poi naturalmente sentimmo che c'erano stati incidenti mortali.”

Alan Hansen (1955) calciatore e giornalista britannico

All our fears were confirmed when we were in the dressing room beforehand and someone said there was big trouble – and then of course we heard there were fatalities.

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“[Rodrigo Manrique in cospetto della Morte che si rivolge a lui:] «Buon cavaliero, | ti prepara al dì sereno | di tua festa: | lascia il mondo menzognero; | l'alto cor, che porti in seno | manifesta. | Se la vita posta hai spesso | in terribili cimenti | per la fama, | di costanza l'arma adesso; | né la voce ti sgomenti | che ti chiama. || «Non ti sia l'uscita amara; | né la pugna ti spauri | che t'attende; | la tua gloria si rischiara | e ne' secoli futuri si distende, | questa vita dell'onore, | benché labile e mortale, | passi anch'essa, | della vita è ben migliore | che al caduco vostro frale | vien concessa. || «Una vita in ciel rimane: | dal potente non si merca | con tesori; | né l'ottien chi in gioie vane | l'età sua perdendo cerca | solo i fiori; | ma l'ottiene con preghiere | nella tacita spelonca | l'eremita; e l'ottiene | il cavaliere | cui dal Mauro ferro tronca | fu la vita. || «Or tu nobile campione, | che cotanto sangue hai sparso | d'infedeli, | ti rallegra, un guiderdone | a' tuoi merti non più scarso | danno i cieli. | Con la Speme e con la Fede, | cui sacrasti ognor dell'alma | gli alti affetti, | sali incontro alla mercede, | sali al trono ed alla palma | degli Eletti». || «Bella Morte, io non indugio; | affannato il cor ti chiama | con desio; | il Signore è mio rifugio; | quel che farsi Ei di me brama, | bramo anch'io. | Il mio spirito con gioia | della creta, ov'è sepolto, | si dispoglia; | quando Dio vuol che si muoia | voler vivere è d'uom stolto | pazza voglia. || Tu che in terra per lavarne | dalla colpa pellegrino | discendesti, | e col vel di nostra carne | il principio tuo divino | nascondesti; | tu che pendi, il fianco aperto | dalla lancia, sovra il legno | sanguinoso, | non guardare al nostro merto; | ma per grazia al servo indegno | sii pietoso». || Tal pregava il guerrier forte | e moria, l'usato aspetto | non mutando.”

Jorge Manrique (1440–1479) poeta spagnolo

Origine: Da Stanza per la morte del padre, pp. 20-22

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