Frasi su come pensare
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“Ciò che non giova all'alveare non giova neppure all'ape.”

Marco Aurelio (121–180) imperatore romano

da Pensieri; VI, 54
Pensieri

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“Non v'è nulla di nuovo: tutto si ripete, e subito passa.”

Marco Aurelio (121–180) imperatore romano

da Pensieri, 1989
Pensieri

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“Amore mio, ma che gli hai fatto tu a quest'aria che respiro e come fai a starmi dentro ogni pensiero… giuralo ancora che tu esisti per davvero.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

da Con tutto l'amore che posso, Bastogi Editrice Italiana, Foggia, 1997

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“Sono nel mio mondo, ascolto solo il mio silenzio, c'è un pensiero molto violento che sta combattendo con il mio spirito.”

Elisa (1977) cantautrice, polistrumentista e produttrice discografica italiana

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“La fede è un'oasi nel cuore, dove non giungerà mai la carovana del pensiero.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Sabbia e spuma

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“Nulla viene dal nulla, come nulla ritorna nel nulla.”

Marco Aurelio (121–180) imperatore romano

da Pensieri, 1989
Pensieri

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“Sopravvissuti ai nostri pensieri, a consigli, sbadigli, falsi sensi unici.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Ancora in piedi, n. 1
Sopravvissuti e sopravviventi

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“Due menti senza un singolo pensiero.”

Stanlio & Ollio duo comico statunitense

da Figli del deserto

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“Non discutere più di come debba essere l'uomo per bene, ma siilo.”

Marco Aurelio (121–180) imperatore romano

libro L'arte di conoscere se stessi. Pensieri

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“I nostri pensieri danno forma a ciò che noi supponiamo sia la realtà.”

Isabel Allende (1942) la città delle bestie

da Il regno del drago d'oro

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“Ho cercato. Ho cercato intensamente di identificarmi con tutte le vostre debolezze. Ho implorato ogni singolo persona tra voi a dire solo "no", e tutta la mia empatia ottenuta era per voi, che amate Jeff Hardy molto più di prima. Ma questo non mi distoglierà. Io manterrò la rotta; credo ancora di potervi insegnare la differenza tra giusto e sbagliato. [Il pubblico incita il nome di "Hardy!"] Oh, ovviamente sarà una sfida, e dalla faccia di qualcuno di voi immagino che sarà una grande sfida. Ma come altre sfide che sono entrate nella mia vita, terrò testa all'uomo che vorrà sfidarmi, come ho già fatto la scorsa settimana. Diamo un sguardo. [Viene mostrato un recap dell'assalto di Cm Punk su Hardy] Vedete, ora io so perché le persone come voi amano Jeff Hardy così tanto. È perché voi siete proprio come lui; e, di conseguenza, Jeff Hardy è come tutti voi. La realtà è che nessuno di voi ha la forza per essere straight-edge. [Il pubblico rinizia i cori di disapprovazione] Voi pendete verso Jeff perché è la più facile via d'uscita: è più facile essere debole come Jeff, perché di sicuro voi non potete essere forti come me. Oh, voi potete fischiarmi quanto volete. Io so perché voi mi fischiate, voi sapete perché mi fischiate. È perché io dico la verità. E la verità qualche volta fa male, non è vero? Per esempio, cosa c'è scitto sulla prescrizione della vostra bottiglia di pillole? "Prendetene una ogni quattro ore?" Bene, non mi veniate a dire che voi non ne ingoiate quattro, sei, otto alla volta, come fossero Pez [una marca di caramelle alla frutta]. Quello è abuso di medicine-Io non lo faccio. Io non fumo neanche, e quelli che lo fanno sono stupidi. Sarebbe stupido da parte vostra non ascoltare il ministro della salute [il "Surgeon General" americano non ha un rispettivo ruolo in Italia], specialmente quando fa stampare l'etichetta di avvertenze sul pacchetto di sigarette. Dovreste essere davvero sciocchi. E noi possiamo parlare di quanto siano divertenti quelle sigarette, e ovviamente sapete quello di cui sto parlando perché voi le esaltate, e questo è veramente triste. Questo è patetico. Io… Io non posso sempre riempire la mia testa con la vostra falsa allegria, perché quando fumate quelle sigarette divertenti, non è soltanto azzardato per la vostra salute, è anche illegale. Quindi quelli che hanno fatto un tiro di sigaretta, non solo hanno avvelenato se stessi, ma hanno anche infranto la legge, di conseguenza la maggior parte di questa arena stasera è un criminale. Io non sono un criminale-non lo sono mai stato, e non lo sarò mai. Ora parliamo di alcol. Ho lasciato il miglior veleno per ultimo, perché vedete, l'alcol è la porta d'ingresso per droghe più pesanti. Non mi venite a dire che nessuno di voi qui abbia mai detto, "Esco a prendere una birra", ed una diventano due, e due diventano tre, e si continua così, ed in un colpo, e poi la vostra testa comincia a girare nel bagno, notte dopo notte. Congratulazioni, questo è alcolismo. E nel mio pensiero, se voi prendete un drink, signifiva che voi siete degli alcolizzati. Quindi capisco perché amate così tanto Jeff Hardy, capisco perché Jeff vi ama: è perché siete tutti quanti dei deboli. Che vi piaccia o no, che vi importi o no, voi meritate di meglio. Questo mondo intero merita di meglio. Ciò che vi serve è un leader. Voi avete bisogno di un leader forte che riesca ad andare contro le avversità e dire soltanto "no". Avete bisogno di un leader forte che porti il World Heavyweight Championship con onore, orgoglio, rispetto, dignità, integrità e classe. Quello di cui la gente come voi ha bisogno è un World Heavyweight Champion straight-edge. Avete bisogno di CM Punk.”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

Smackdown del 7 agosto 2009

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“Silenzio di Nazareth, insegnaci a essere fermi nei buoni pensieri, intenti nella vita interiore.”

Charles de Foucauld (1858–1916) religioso cattolico francese, esploratore e studioso della cultura Tuareg

Solo con Dio in compagnia dei fratelli

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“Gli uomini sono nati gli uni per gli altri: dunque, insegna loro o sopportali.”

Marco Aurelio (121–180) imperatore romano

VIII, 59; 2008
A sé stesso

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“Il passato è un'incognita che disegna i giorni che non vivremo mai.”

Adriano Celentano (1938) cantautore, ballerino e showman italiano

da Pensieri nascosti, n. 9
Per sempre

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“Un uomo sapiente può godere l'intero spettacolo del mondo soltanto con l'aiuto dei sensi e del pensiero.”

Giorgio Gaber (1939–2003) cantautore, commediografo e regista teatrale italiano

atto I, quadro IV
Il Grigio

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“La maggior parte delle persone parla senza ascoltare. Ben pochi ascoltano senza parlare. È assai raro trovare qualcuno che sappia parlare e ascoltare.”

Bruce Lee (1940–1973) attore, artista marziale e filosofo statunitense

libro Pensieri che colpiscono

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“Ciascuno esamini i propri pensieri: li troverà sempre occupati del passato e dell'avvenire. Non pensiamo quasi mai al presente, o se ci pensiamo, è solo per prenderne il lume al fine di predisporre l'avvenire. Il presente non è mai il nostro fine; il passato e il presente sono i nostri mezzi; solo l'avvenire è il nostro fine. Così, non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e, preparandoci sempre ad esser felici, è inevitabile che non siamo mai tali.”

n. 172, 1994
Pensieri
Variante: Ciascuno esamini i propri pensieri: li troverà sempre occupati dal passato e dall'avvenire. Non pensiamo quasi mai al presente, o se ci pensiamo, è solo per prenderne lume al fine di predisporre l'avvenire. Il presente non è mai il nostro fine: il passato o il presente sono i nostri mezzi; solo l'avvenire è il nostro fine. Così non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e, preparandoci sempre ad essere felici, è inevitabile che non siamo mai tali.

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“Invecchio, sì; perdo il gusto di comandare. Me lo fa perdere la servilità che scopro in tutti. Uomini, vorrei uomini! Mi vedo attorno automi, fantocci che devo atteggiare così o così, e che mi restano davanti, quasi a farmi dispetto, nell'atteggiamento che ho dato loro, finché non lo cambio con una manata. Soltanto di fuori però, capisci? si lasciano atteggiare! Dentro… eh, dentro, restano duri, coi loro pensieri copert, nemici, vivi solamente per loro. Che puoi su questi? Docili di fuori, miti, malleabili, visi ridenti, schiene ossequiose, t'approvano, t'approvano sempre. Ah, che sdegno! Vorrei sapere perché mi arrovello così; perché e per chi lo faccio… Domani morrò. Ho comandato! Sì, ecco: ho assegnato la parte a questo e a quello, a tanti che non hanno mai saputo veder altro in me che la parte che rappresento per loro. E di tant'altra vita, vita d'affetti e di idee che mi s'agita dentro, nessuno che abbia mai avuto il più lontano sospetto… Con chi vuoi parlarne? Sono fuori dalla parte che devo rappresentare… Certe volte, a qualcuno che viene qua a visitarmi, a incensarmi, mi diverto a rivolgere certi sguardi, certi sguardi che sfondano la parete, e me lo vedo allora per un attimo, restar davanti sospeso, impacciato, goffo; Dio sa che forza devo fare su me stesso per non scoppiargli a ridere in faccia. Mi crederebbe ammattito, per lo meno. E anche tu, caro mo, se vedessi con che occhi mi stai guardando in questo momento…
– Io no! – disse subito Aurelio, riscuotendosi.
Flaminio Salvo rise, scotendo il capo:
– Anche tu, anche tu… È così; per forza è così… Ti posso io dire quello che vorrei veramente da te? Il piacere che mi faresti, se tu agissi com'io forse al tuo posto agirei?
– E perché no? – domandò Aurelio, levandosi. – Mi dica…
– Ma perché no, – negò subito il Salvo, stringendosi nelle spalle, – perché non posso… Puoi dirmi tu quel che pensi, quel che senti, la vita che hai dentro in questo momento?… Non puoi… Sei davanti a me nella relazioni che possono correre tra me e te: tu sei il mio ingegnere, il mio buon figliolo che amo, a cui questa sera, davanti a una ventina di marionette, ho dato l'incarico di recarsi a Colimbetra, messaggero di trionfo: e basta! Che altro potrei dirti? Questo soltanto, forse, per il tuo bene…
E Flaminio Salvo posò una mano sulla spalla di Aurelio:
– Non ti tracciar vie da seguire, figliuolo mio; né abitudini, né doveri; va', va', muoviti sempre; scròllati di tratto in tratto d'addosso ogni incrostatura di concetti; cerca il tuo piacere e non temere il giudizio degli altri e neanche il tuo, che puoi stimar giusto oggi e falso domani. Conosci don Cosmo Laurentano? Se sapessi quanta ragione ha quel matto! Va', va', è tardi; andiamo a dormire. Addio.”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934
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“I nostri pensieri non sempre s'accordano con le nostre parole.”

Marcel Proust (1871–1922) scrittore, saggista e critico letterario francese
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“Parto da un principio semplice e indipendente da ogni analisi economica. A mio parere, la legge generale della vita richiede che in condizioni nuove un organismo produca una somma di energia maggiore di quella di cui ha bisogno per sussistere. Ne deriva che il sovrappiù di energia disponibile può essere impiegato o per la crescita o per la produzione, altrimenti viene sprecato. Nell'ambito dell'attività umana il dilemma assume questa forma: o la maggior parte delle risorse disponibili (vale a dire lavoro) vengono impiegate per fabbricare nuovi mezzi di produzione – e abbiamo l'economia capitalistica (l'accumulazione, la crescita delle ricchezze) – oppure l'eccedente viene sprecato senza cercare di aumentare il potenziale di produzione – e abbiamo l'economia di festa. Nel primo caso, il valore umano è funzione della produttività; nel secondo, si lega agli esiti più belli dell'arte, alla poesia, al pieno rigoglio della vita umana. Nel primo caso, ci si cura solo del tempo a venire, subordinando ad esso il tempo presente; nel secondo, è solo l'istante presente che conta, e la vita, almeno di quando in quando e quanto più è possibile, viene liberata da considerazioni servili che dominano un mondo consacrato alla crescita della produzione. I due sistemi di produzione non possono esistere allo stato puro; c'è sempre un minimo di compromesso. Tuttavia, l'umanità in cui viviamo si è formata sotto il primato dell'accumulazione, della consacrazione delle ricchezze all'aumento del potenziale di produzione. Le nostre concezioni morali e politiche sono ancora dominate da un principio: l'eccellenza dello sviluppo delle forze produttive. Ma se è vero che un tale principio ha incontrato negli uomini poche obiezioni, non è così nel gioco stesso dell'economia: messo alla prova, il principio dello sviluppo infinito ha mostrato che poteva portare a conseguenze imprevista […] E se l'umanità, nel suo complesso, continua a volerlo e a regolare i suoi giudizi di valore su questo desiderio, in molti si è installato il dubbio circa la validità infinita dell'operazione. Possiamo andare oltre, e porre in modo più preciso la domanda: le concezioni morali e politiche che continuano a dominare la nostra attività – vale a dire l'economia – non sono in ritardo sui fatti? Nei nostri giudizi complessivi non rifacciamo l'errore di quegli stati maggiori che si mostrano ogni volta in ritardo su una guerra? Insomma, il pensiero umano non dovrebbe seguire il rapido movimento dell'economia? Certo, non si tratterebbe di rinunciare bruscamente ai beni crescenti del globo, ma potrebbe essere arrivato il momento di riformare le nostre concezioni sull'uso delle ricchezze […] per contribuirvi, mi propongo di mostrare una serie di lavori e di saggi […] da una parte le profonde deformazioni dell'equilibrio generale che lo sviluppo attuale dell'industria ha comportato, dall'altra le prospettive di un'economia non centrate sulla crescita. Per la prima parte non ci sarà da far altro che proseguire l'analisi già avviata dalla scienza economica moderna, mentre per l'altra si tratterà di introdurre considerazioni teoriche nuove e fondare la rappresentazione generale del gioco economico sulla descrizione dei sistemi antecedenti all'accumulazione capitalistica. Questi studi dovranno allora includere un campo considerato generalmente estrinseco all'economia: quello delle religioni, primitive o non, cui è concesso il campo della storia delle arti. In effetti, a mio parere, l'uso delle ricchezze, o più precisamente il loro fine, è essenzialmente lo spreco: il loro ritiro dal circuito della produzione. Ora, questa verità non solo ha fondato fin dall'inizio i profondi valori umani (quelli del disinteresse) e tutti i tesori umani che i secoli ci hanno trasmesso; ma in più, è la sola verità su cui potremmo fondarci ora per risolvere i problemi posti dallo sviluppo industriale. Soltanto il dono senza speranza di profitto, così come lo richiede un principio di eccedenza finale delle risorse, può far uscire il mondo attuale dall'impasse. L'economia attuale ha fin da ora determinato in profondità un rovesciamento radicale delle idee; questo rovesciamento deve però ancora essere realizzato per rispondere alle esigenze dell'economia.”

Georges Bataille (1897–1962) scrittore, antropologo e filosofo francese

Origine: Da Choix de lettres 1917-1962, pp. 377-79.

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“Scrissi col lapis, sopra la punteggiatura, come vogliono appunto le convenzioni internazionali che tutelano il diritto delle genti: "Signora, robustizza pacco pentachìlo a 1/2 cedola all'uopàta evitando medicincarte et infiammabili. Pàccami lancorredo, sigartabacco e seccacastagne. Se però credi castagne ben cotte possano giovare al bambino, non inviarle. Non mi manca niente. Di una sola cosa ti prego: che la sera della vigilia di Natale tu imbandisca la tavola nel modo più lieto possibile. Fai schiodare la cassa delle stoviglie e quella della cristalleria; scegli la tovaglia migliore, quella nuovissima piena di ricami; accendi tutte le lampade. E prepara un grosso albero di Natale con tante candeline, e prepara con cura il presepe vicino alla finestra, come l'anno scorso. Signora, io ho bisogno che tu faccia questo. Il mio pensiero ogni notte varca il reticolato: lo so, ti riesce difficile figurarti il mio pensiero che varca il reticolato. Il pensiero è un soffio di niente e non ha volto: e allora figurati che io stesso, ogni notte, esca dal recinto. Figurati un Giovannino leggero come un sogno e trasparente come il vento delle serenissime e gelide notti invernali. Io, ogni notte, approfitto del sonno degli altri e mi affido all'aria e trasvolo rapido gli sconfinati silenzi di terre straniere e città sconosciute. Tutto è buio e triste sotto di me, e io affannosamente vado cercando luce e serenità. Rivedo la Madonnina del Duomo, ma le strade e le piazze non sono più quelle di un tempo, e stento a ritrovare il nostro quarto piano. Signora, non dire che sono il solito temerario se entro in casa dal tetto: anzi, loda la mia prudenza se non mi avventuro lungo le macerie della scala. E poi il tetto è scoperchiato e si fa più presto. Riconosco lo scheletro delle nostre stanze e ricerco i nostri ricordi nascosti sotto i rottami dei muri crollati. Tutto è buio, freddo e triste anche qui, e soltanto se la luna mi assiste riesco a scoprire sui brandelli delle tappezzerie che ancora pendono alle pareti, i riquadri chiari e la topografia dei nostri mobili. Per le strade deserte, cammina soltanto la paura vestita di luna. Su un brano di tappezzeria dell'ex-anticamera vedo un fiorellino. Uno strano fiore nero a cinque petali. Signora, rammenti quando Albertino decorò le nostre stanze con la piccola sciagurata mano intinta nell'inchiostro di China? Inutilmente vado a ricercare vestigia di giorni lieti fra le pareti dell'ufficio; le pareti non ci sono più, e il grande edificio è un cupo mucchio di cemento annerito dal fumo. Fuggo dalla città buia e silenziosa, e rivedo i luoghi dove, zitella, tu mi conoscesti zitello. Ma anche qui è squallida malinconia, e io mi rifugio alla fine nella casupola dove si accatastano i miei ultimi effetti e i miei primi affetti. Tu dormi, Albertino dorme, mia madre, mio padre dormono. Tutti dormono, e cercano forse di ritrovare in sogno il mio ignoto, lontano rifugio. I nostri mobili si affollano disordinatamente nelle esigue stanze immerse nell'ombra, e dentro le polverose casse del solaio le parole dei miei libri si sono gelate. Signora, io cerco un po' di luce, un po' di tiepida serenità, e invece non trovo che buio e freddo, e non posso ravvisare nel buio il volto di mio figlio, e sui laghi e sulle spiagge tutto è spento e abbandonato, tutto è silenzio, e io rinavigo verso il recinto e torno al mio pagliericcio portando il gelo nelle ossa del numero 6865. Signora, bisogna che, almeno la notte di Natale, il mio pensiero, fuggendo dal recinto, possa trovare un angolo tiepido e luminoso in cui sostare. Voglio tanta luce: voglio rivedere il vostro volto, voglio rivedere il volto dell'antica serenità. Altrimenti che gusto c'è a fare il prigioniero?" Qui ebbi la sensazione che le 24 righe stessero per finire, e mi interruppi. Le righe erano in effetti 138, e io avevo riempito le 24 mie, le 24 della risposta e altri cinque foglietti che stazionavano nei paraggi. Con estrema cura cancellai tutto e ricominciai da capo: "Signora, robustizza pacco pentachìlo a 1/2 cedola all'uopàta evitando medicincarte et infiammabili. Pàccami lancorredo, sigartabacco…"”

Giovannino Guareschi (1908–1968) scrittore italiano

Origine: Diario clandestino, pp. 31 a 34

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“Si deve scegliere per moglie la donna che si sceglierebbe per amico se fosse un uomo.”

Joseph Joubert (1754–1824) filosofo e aforista francese

dai Pensieri

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“Ma il pensiero incomincerà solo quando si renderà conto che la ragione glorificata da secoli è la più accanita nemica del pensiero.”

La sentenza di Nietzsche «Dio è morto», La Nuova Italia, Firenze 1979, p. 246
Sentieri interrotti

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“Spesso commette ingiustizia non solo chi fa ma anche chi non fa.”

Marco Aurelio (121–180) imperatore romano

IX, 5; 2008
A sé stesso

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“Come se i colpevoli fossero sempre gli altri, come se le responsabilità non spettassero mai a noi, come se il potersi trovare in una situazione favorevole non fosse mai frutto del merito ma sempre e solo della fortuna sfacciata o del caso, come se ammettere che gli avversari sono stati più bravi fosse uno smacco inaccettabile per il nostro ego, come se per nascondere le nostre insicurezze e fragilità avessimo sempre bisogno dell'alibi, come se sapere se ci sono due omosessuali in nazionale fosse l'unico interesse del paese, come se, alla fine di questi giorni di caccia alle streghe, si scoprisse che all'estero sono migliori di noi… vabbè… come se questi pensieri servissero a qualcosa… Pensiamo a noi e cerchiamo di vincere, il resto è aria fritta, discorsi da bar, congetture da mediocri, argomentazioni da perdenti…”

Gianluigi Buffon (1978) calciatore italiano

Origine: Le dichiarazioni risalgono agli Europei 2012. Le squadre nel girone dell'Italia sono Croazia, Spagna e Irlanda. Per via dei risultati delle prime due giornate, a Croazia e Spagna basterebbe un pareggio con 2 o più gol per qualificarsi entrambe, indipendentemente dal risultato dell'Italia. A causa di questa particolare situazione di classifica, molti giornalisti e personaggi televisivi italiani hanno ricamato più volte sull'ipotesi di un "biscotto", anche in riferimento a un episodio degli Europei 2004.
Origine: Citato in Buffon e il biscotto, sfogo su Facebook: "Argomentazioni da perdenti" http://www.gazzetta.it/Europei/2012/16-06-2012/buffon-duro-sfogo-facebook-basta-col-biscotto-pensiamo-noi-911554774871.shtml, Gazzetta.it, 16 giugno 2012.

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“Il pensiero è un risultato del linguaggio.”

Carmelo Bene (1937–2002) attore, drammaturgo e regista italiano
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“Nessuno può farvi sentire inferiori senza il vostro consenso.”

Eleanor Roosevelt (1884–1962) attivista e first lady statunitense

Attribuite
Origine: Si veda nota precedente. La fonte spesso citata per tale citazione, ovvero l'autobiografia This is my story, Harper, New York, 1937, è errata: la frase non compare in tale opera.

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“Ma se la luce scende, il mio cuore rimane lì, | se c'è un pensiero che l'accende è cercare il lunedì.”

Lucio Dalla (1943–2012) musicista, cantautore e attore italiano

da Lunedì, n. 8
Il contrario di me

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“Quanto guadagna in tranquillità chi non si preoccupa di cosa il vicino dice, fa o pensa, ma solo di ciò che egli stesso fa.”

Marco Aurelio (121–180) imperatore romano

libro L'arte di conoscere se stessi. Pensieri

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