Frasi su pietra
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“Le Prigioni sono costruite con le pietre della Legge,
i Bordelli con i mattoni della Religione.”

William Blake (1757–1827) poeta, incisore e pittore inglese

Il Matrimonio del Cielo e dell'Inferno, Proverbi dell'inferno

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“Vorrei una pietra tombale senza iscrizioni di sorta. Nessun epitaffio, neppure il nome. Anzi no, mi piacerebbe che fosse scritto sopra "finzione."”

Andy Warhol (1928–1987) pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e…

La cosa più bella di Firenze è McDonald's

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“Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre.   controllare: di Adorno?”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Variante: Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre

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“Vivere: nel vivere non c'è alcuna felicità. Vivere: portare il proprio io dolente per il mondo. Ma essere, essere è felicità. Essere: trasformarsi in una fontana, in una vasca di pietra, nella quale l'universo cade come una tiepida pioggia.”

L'immortalità
Variante: Nel vivere non c'è alcuna felicità. Vivere: portare il proprio io dolente per il mondo. Ma essere, Essere è felicità. Essere: trasformarsi in una fontana, in una vasca di pietra, nella quale l'universo cade come una tiepida pioggia.

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“Beati quelli il cui atteggiamento verso la realtà è dettato da immutabili ragioni interiori!”

Italo Calvino (1923–1985) scrittore italiano

da Un'amara serenità, in Una pietra sopra, Einaudi, 1980

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“Ho osservato tutti gli esseri: pietre, piante e animali e mi sono sembrate come lettere sparse rispetto alle quali l'uomo è parola viva e piena.”

Paracelso (1493–1541) medico, alchimista e astrologo svizzero

Origine: Da J. Zihlmann, Volkserzählungen und Bräuche, Hitzkirch, 1989.

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“Prima di tutto Cristo ha scelto dei preti sposati. San Pietro era un uomo sposato. I primi secoli della Chiesa hanno visto Papi, vescovi, preti e diaconi sposati. Nel Rito Latino il presbiterato uxorato ha prosperato per i primi dodici secoli.”

Emmanuel Milingo (1930) arcivescovo cattolico zambiano

Origine: Dalla lettera di Mons. Milingo al Papa http://www.ildialogo.org/pretisposati/letteraReMilingoItaliano.pdf, 13 dicembre 2006.

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“La grande riputazione acquistatasi da Alaimo non potea non destar sospetti nell' animo dell' infante don Giacomo, precoce mirabilmente nella cattiveria, ed al quale bene appropriava il Muntaner il proverbio catalano: «Spina non punge se non nasce acuta (2)». Certamente contribuiva a renderlo sgradito all' infante e alla corte la superbia della moglie Macalda, la quale pare che molto potesse sull' oramai vecchio marito. Ella niegava di dare a Costanza il nome di regina; chiamavala «la madre di don Giacomo». In corte non andava quasi mai, o se qualche volta mostravasi era per fare sfoggio de' suoi vestiti di porpora e de' suoi ricchi adornamenti (3). Essendo incinta, come maggiore ad ogni legge, volle far soggiorno nel convento de Frati minori, che piacevale per l'amenità del luogo, e quivi partorì. Costanza andò a visitarla e fa sgarbatamenie ricevuta: si profferì col figlio a tenere al fonte battesimale il fanciullo: rispose la madre che temea il freddo dell' acqua gli nuocesse così piccino; e tre dì dopo lo fece battezzare dandolo a tenere ad uomini del popolo. Un' altra volta fu notato, che essendosi la regina, perché inferma, fatta portare su di una barella da Palermo al santuario di Morreale, l'indomani Macalda, ne inferma ne per cagione di divozione, si fece portare per le vie di Palermo in barella coperta di scarlatto, e di poi viaggiò in quella guisa da quella città fino a Nicosia, il che parve strana e superba cosa in quei tempi. Spiacque anco molto in corte, che viaggiando per l'isola 1 infante don Giacomo con iscorta di trenta cavalli, ella, che volle accompagnarlo, ne menasse seco trecento, e si arrogasse l'autorità di maestro giustiziere, ufficio stato conceduto al marito. Ne le parole raffrenava, e sappiamo che un dì disse al Loria, uomo alla corte devotissimo, e dell'autorità e fama di Alaimo invido e nemico: «Bel compenso ci rende il vostro re don Pietro! Noi lo chiamammo compagno e non re, ed egli, assumendo il dominio del regno, noi che siamo compagni tratta come servi (d)». Aggiungono gli storici a questi fatti palesi e certi altri oscuri e forse finti, cioè che Macalda facesse giurare il marito non darebbe consigli contro i Francesi, procurerebbe il loro ritorno in Sicilia (2). Queste femminili vanità ed intemperanze, se non cagionarono, sollecitarono la rovina di Alaimo, il quale avendo molto contribuito ad assicurare la corona di Sicilia a' reali di Aragona, dovea da costoro essere odiato, perché somiglianti beneficj si pagan sempre colla ingratitudine. Giacomo raduna segretamente in Trapani tutti i suoi fedeli e tutti i Catalani eh' erano ne' dintorni. Quivi egli chiama a sé Alaimo, gli espone i pericoli del regno se il padre non mandi solleciti aiuti : egli solo potrebbe ottener tutto: vada in Catalogna; le galere sono nel porto apparecchiate: salvi alla patria la libertà e al re la corona. Allora tutti i cortigiani circondano Alaimo, e lo priegano con grave istanza e lo sollecitano a partirsi. È li fissa in viso, comprende il suo stato, non vede scampo, risponde che andrà, e nel medesimo dì monta in nave e naviga verso Barcellona, ove Pietro lo accoglie onorevolmente, loda, promette e lo ritiene seco con segni di affetto non sì bene simulati che Alaimo dell' infingimento non s'accorgesse (4).”

Giuseppe La Farina (1815–1863) patriota e scrittore italiano

Vol VI: 1250-1314, Cap. LV Della rovina di Alaimo di Lentini e di sua moglie Macalda, pp. 303-304
Storia d'Italia narrata al popolo italiano

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“Raflesia: Quanto tempo: anno dopo anno, giorno dopo giorno, pietra dopo pietra, ho percorso tutto questo lungo cammino abbandonando il mio pianeta, un pianeta condannato alla dissoluzione, alla ricerca di una nuova patria. Una patria per me e per la mia gente. Ci dirigevamo verso la Terra, verso il nostro futuro, non per distruggere ma per costruire, per portare una nuova civiltà a un popolo imbelle e dissoluto e creare il grande regno di Mazone. Ma il viaggio interminabile e le lunghe lotte hanno fiaccato il mio popolo, scompaginato il mio esercito e distrutto i miei sogni. Non avrei mai creduto che un piccolo pirata avrebbe umiliato Raflesia! Io ti odio con tutta l'anima, Harlock! Hai distrutto il mio regno, la mia vita, l'avvenire della mia gente, tutto!
Capitan Harlock: Hai ragione, forse sono soltanto un piccolo pirata. Ma sai perché lo sono diventato? Perché ho abbandonato la mia gente, la mia casa? Perché il mondo nel quale ero cresciuto era sporcato dai vizi degli uomini, ferito dalla loro crudeltà!
Raflesia: Allora perché ti ostini tanto a proteggere quella Terra dalla quale sei fuggito disgustato e avvilito?
Capitan Harlock: Perché? Perché laggiù sbocciano i fiori. Perché la Terra è profumata. Perché la sua natura è la cosa più bella di tutto l'universo e perché gli uomini un giorno capiranno finalmente che il vero paradiso è quello. Ma soprattutto perché là vive la creatura che io amo di più.
Raflesia: Parli di quella creatura che io avevo rapito, Mayu?.
Capitan Harlock: Per quella creatura soprattutto e non permetterò mai che un invasore crudele e spietato distrugga le sue illusioni!”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 41, Raflesia e Harlock: incontro ravvicinato

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“Il ricordo | penetra | nell'angolo grigio | del cervello, | morde gli intestini, | crea | lacrime e rimpianti, | muti dolori | che muoiono | in un sonno di pietra.”

Riccardo Mannerini (1927–1980) poeta e paroliere italiano

Amaro ricordo, Port Said, 3 giugno 1959; p. 132
Il sogno e l'avventura

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“Sia l'urna cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra della campagna di Girgenti, dove nacqui.”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934

Origine: Citato in https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/settembre/05/Sciascia_svelato_ultimo_enigma_co_9_070905042.shtml, Corriere della Sera, 5 settembre 2007.

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“La lirica di Trakl è simile al volgere di un caleidoscopio fantastico, che dietro il suo vetro opalescente, nel bagliore lunare, ripete poche, ma pure pietre, in combinazioni monotone.”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

da Nota di diario del 14 marzo 1945, Kirchhorst, p. 512
Irradiazioni. Diario 1941-1945

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“Su Pietro è durata sempre, con tutte le sue debolezze e le sue verità.”

Roberto Benigni (1952) attore, comico, showman, regista, sceneggiatore e cantante italiano
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“[Sulla Piazza Vecchia di Bergamo] Non si può più toccare neppure una pietra, sarebbe un delitto.”

Le Corbusier (1887–1965) architetto, urbanista, pittore e designer svizzero naturalizzato francese

Origine: Citato in Marco Valsecchi, Il Giorno, 2 giugno 1971; riportato in ArchitettiRoma.it http://www.architettiroma.it/archivio.aspx?id=4299.

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“Rimorso. – Il rimorso è, come un morso di un cane a una pietra, una sciocchezza.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

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“La vista di una pietra preziosa può rendere accessibile una montagna.”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

da Il verdemuschio, p. 173
Cacce sottili

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“Dove è Pietro, ivi è la Chiesa.”

Sant'Ambrogio (339–397) vescovo, scrittore e santo romano

da Expositio in Ps. XL, par. 30, nell'edizione Maurina delle Opere, tom. I, Parigi, 1686, col. 879

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“Ben che un pugnale, un cesso, o ver un nodo | ti faranno star queto in ogni modo.”

Francesco Berni (1497–1535) scrittore e poeta italiano

da Contra Pietro Aretino, vv. 49-50
Rime

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“Questo Gesù è la pietra che scartata da voi costruttori è diventata la testata d'angolo.”

Luca evangelista uno dei quattro evangelisti

Atti degli Apostoli

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“I massimi ingegni d'ogni tempo potranno trovarsi d'accordo almeno su questo punto, eppure non finiranno mai di stupirsi per tale offuscamento degli intelletti umani: gli uomini non permettono ad alcuno di occupare i loro poderi e, se nasce una minima controversia sui confini, mettono mano alle pietre e alle armi. Tuttavia sopportano che altri si intromettano nella loro vita, anzi vi introducono essi stessi quelli che ne diventeranno i padroni. E mentre non si trova nessuno disposto a spartire il proprio denaro, a quanti ciascuno distribuisce la propria vita! Sono tirchi nell'amministrare il patrimonio, ma prodighi nel gettar via il proprio tempo, la sola cosa per cui l'essere avari farebbe onore. Mi piacerebbe chiedere a una persona anziana scelta a caso tra la folla: «Tu sei ormai vicino al termine della vita e hai cento anni sulle spalle, se non di più: prova a fare un po' di conti sul tuo passato. Calcola quanto del tuo tempo ti hanno sottratto creditori, amanti, superiori e collaboratori, quanto le liti in famiglia e le punizioni dei servi, quanto gli impegni mondani andando in giro per la città. Aggiungi le malattie che ti sei procurato da solo e il tempo rimasto inutilizzato, e ti accorgerai di avere molti meno anni di quanti ne conti di solito. Cerca di ricordare quando sei stato fermo nei tuoi propositi; quante giornate sono trascorse proprio come avevi stabilito; quando sei stato padrone di te stesso, e il tuo volto è rimasto impassibile e il tuo animo intrepido; cosa hai realizzato in una vita così lunga e quanto della tua vita ti è stato sottratto dagli altri senza che te ne rendessi conto di quel che perdevi, e il tempo che ti hanno portato via l'inutile dolore, la sciocca allegria, un'avidità insaziabile, il frivolo conversare… Vedrai quanto poco, in definitiva, ti sia rimasto del tuo; allora capirai che muori prematuramente.» Quale ne è dunque la causa? È che vivete come se doveste vivere per sempre, non vi ricordate della vostra precarietà; non osservate quanto tempo è già trascorso, lo sciupate come se ne aveste in abbondanza, mentre invece proprio quella giornata che state dedicando a qualcuno o a un affare qualsiasi, potrebbe essere l'ultima. Temete tutto come mortali, ma desiderate tutto come immortali.”

III, 1-4
De brevitate vitae

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“[Su Pietro Mennea] Aveva un eccesso di senso della responsabilità; secondo me questa era addirittura una sua debolezza, che lo spingeva ad andare oltre.”

Carlo Vittori (1931–2015) atleta e allenatore di atletica leggera italiano

Origine: Citato in Morte Mennea, Berruti: "Asceta dello sport". Simeoni: "Un pezzo della mia vita" http://www.gazzetta.it/Atletica/21-03-2013/morte-mennea-berruti-asceta-sport-pescante-il-piu-grande-92593450722.shtml, Gazzetta.it, 21 marzo 2013.

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“[…] e quando in riva al mare | io guardo la tua pietra, | da dentro al mio cappotto in cui t'avvolsi, | mi par tu mostri il capo e mi spalanchi | i tuoi begli occhi umani.”

Michele Marzulli (1908–1991) poeta, pittore e scrittore italiano

da La mia cagnetta, vv. 10-14, p. 57
Futuro antico

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“La prima condizione perché il dialogo sia possibile è il rispetto reciproco, che implica il dovere di comprendere lealmente ciò che l'altro dice.”

Norberto Bobbio (1909–2004) filosofo, storico e politologo italiano

Origine: Da Norberto Bobbio, Pietro Polito, Il mestiere di vivere.

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