Frasi su povero
pagina 2

Ettore Petrolini photo

“Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti.”

Ettore Petrolini (1884–1936) attore italiano

Origine: Citato in Costanza Baldini (a cura di), Aforismi sul denaro, Rubbettino Editore, 2003, p. 31 http://books.google.it/books?id=BS7OhalNa1YC&pg=PA31.

Serafino di Sarov photo
Oreste Benzi photo

“Al povero non va dato ciò che è possibile a noi ma ciò di cui lui ha bisogno.”

Oreste Benzi (1925–2007) presbitero italiano

Pane quotidiano – luglio/agosto 2008

Felice Cavallotti photo

“I diritti non nascono che dal dovere compiuto.”

Felice Cavallotti (1842–1898) poeta, drammaturgo e politico italiano

da Il povero Piero

Piergiorgio Odifreddi photo

“La religione è la matematica dei poveri di spirito.”

Origine: Il Vangelo secondo la Scienza, p. 211; 2008

Dalila Di Lazzaro photo
Salvatore Quasimodo photo

“Invano cerchi tra la polvere, | povera mano, la città è morta.”

da Milano, agosto 1943
Giorno dopo giorno

“Mi sono sentito in imbarazzo per lui, e il mio primo pensiero è stato il rifiuto - «no, povero Montanelli» - quando all'ingresso dei giardini di via Palestro mi sono trovato davanti alla sua statua, al punto che ho pensato che ci sono vandali che distruggono e vandali che costruiscono, e che anzi, per certi aspetti, il vandalismo che crea è ben peggiore, perché tenta di disarmarti con le sue buone intenzioni. Dunque era di mattina, molto presto, e i giardini erano vuoti, al sole. Ebbene in questo vuoto, la statua mi è apparsa all'improvviso: una figurina in gabbia che non ha niente a che fare con Montanelli, se non perché lo offende anche fisicamente, lui che era così "verticale", e che ci invitava a buttare via «il grasso» e la retorica monumentale. Il giornalista che ogni volta si ri-definiva in una frase, in un concetto, in un aforisma, in una citazione, è stato per sempre imprigionato in una scatola di sardine. Perciò ho provato il disagio che sempre suscita il falso, la patacca, la similpelle che non è pelle, perché non solo questo non è Montanelli, come ci ha insegnato Magritte che dipinse una pipa e ci scrisse sotto "questa non è una pipa". Il punto è che questa non è neppure una statuta di Montanelli, ma di un montanelloide in bronzo color oro, che ha la presunzione ingenua e goffa di imprigionare il Montanelli entelechiale, il Montanelli che era invece l'asciuttezza, era il corpo più "instatuabile" del mondo, troppo alto, troppo energico, troppo nervoso, incontenibile nello spazio e nel tempo com'è l'uomo moderno, che è nomade e ha un'identità al futuro. Era il più grande nemico delle statue il Montanelli che sempre ci sorprendeva, fascista ma con la fronda, conservatore ma anarchico, con la sinistra ma di destra, un uomo di forte fascino maschile che tuttavia non amava raccogliere i trofei del fascino maschile, ingombrante ma discreto, il solo che nella storia d' Italia abbia rifiutato la nomina a senatore a vita perché, diceva, «i monumenti sono fatti per essere abbattuti», come quello di Saddam, o di Stalin o di Mussolini. Come si può fare una statua ingombrante e discreta? Come si può fare un monumento all'antimonumento?”

Francesco Merlo (1951) giornalista e scrittore italiano
Irène Némirovsky photo
Mike Tyson photo

“Chiedo il funerale più povero del mondo. Nessun abito bello, nemmeno la bara voglio, buttatemi nella polvere. Ma sono sicuro che i pugili del futuro verranno a trovarmi, così come io sono andato sulle tombe dei grandi del passato.”

Mike Tyson (1966) pugile statunitense

Origine: Citato in Mike Tyson, c'era una belva: "Cerco solo tranquillità gettatemi nella polvere" http://www.repubblica.it/sport/vari/2013/11/04/news/sport_boxe_intervista_mike_tyson_ring_pugni_droga_alcol_solitudine_pugilea_autobiografia_belva_tranquillit_emanuela_audisio-70194809/, Repubblica.it, 4 novembre 2013

Vittorio Feltri photo
Thomas Hobbes photo
Irène Némirovsky photo
Joseph Göbbels photo

“Con frasi moralizzanti non si aiutano affatto gli Stati poveri di materie prime.”

Joseph Göbbels (1897–1945) politico e giornalista tedesco

Citazioni di Joseph Göbbels

“Il coronavirus, il virus che solo nel mese di marzo 2020 ha devastato e ucciso intere generazioni di tutta Italia. Un mostro invisibile ed aberrante che ha messo in ginocchio il mondo intero. Ogni giorno un bollettino di guerra, in ogni paese e in ogni città si piangono morti di ogni ceto sociale dal più povero al più abbiente. Dal più giovane al più anziano senza nessuna distinzione di sesso. Un virus orribile e cruento che ha fatto chiudere i battenti a milioni di esercizi pubblici, fabbriche, piccoli e grandi imprenditori, dando lavoro in modo continuativo ed esasperante ma instancabilmente e sempre col cuore ai medici, paramedici, infermieri, personale dei supermercati, autotrasportatori, addetti alle pulizie e operatori ecologici, senza dimenticare le Forze dell'ordine così efficienti e umani in questo periodo così delicato e drammatico, che sta attraversando il nostro Paese. Un Paese irriconoscibile e deserto di cui possono uscire poche persone solo per il fabbisogno famigliare muniti di guanti e mascherine. Siamo tutti sottoposti alla quarantena ordinata dal Governo. Ora la nostra casa non è solo un rifugio ma è la nostra salvezza. Purtroppo non per tutti in quanto l'obbligo di vivere insieme costantemente tra le mura domestiche fanno emergere i lati peggiori degli esseri umani dando sfogo all'aggressività, l'intolleranza, l'esasperazione rendendo la convivenza forzata difficoltosa e ingestibile con la preoccupazione costante di ammalarsi anche a livello psicologico e mentale, danneggiando inevitabilmente e drasticamente i rapporti con la famiglia. In futuro ci saranno strascichi di persone che ne usciranno fragili e vulnerabili psicologicamente e fisicamente. Ma. Andrà tutto bene.”

Jean Vanier photo
Che Guevara photo
Ralph Waldo Emerson photo
Karl Marx photo
Jean Paul Sartre photo

“Quando i ricchi si fanno la guerra, sono i poveri a morire.”

Il diavolo e il buon Dio
Origine: Cfr. Louis Blanc: «È coi poveri che i ricchi fanno la guerra».

John Maxwell Coetzee photo
Papa Giovanni Paolo I photo
Lev Nikolajevič Tolstoj photo
Vladimir Vladimirovič Nabokov photo

“Da qualche parte, dietro la baracca di Bill, una radio accesa dopo il lavoro aveva cominciato a cantare di fato e di follia, e lei era lì, con la sua bellezza distrutta, le mani strette e le vene in rilievo, da adulta, e le braccia bianche con la pelle d'oca, e le orecchie appena concave, e le ascelle non rasate, era lì (la mia Lolita!), irrimediabilmente logora a diciassette anni, con quel bambino che già sognava, dentro di lei, di diventare un pezzo grosso e di andare in pensione intorno al 2020 – e la guardai, la guardai, e seppi con chiarezza, come so di dover morire, che l'amavo più di qualunque cosa avessi mai visto o immaginato sulla terra, più di qualunque cosa avessi sperato in un altro mondo. Di lei restava soltanto il fievole odor di viole, l'eco di foglia morta della ninfetta sulla quale mi ero rotolato un tempo, con grida così forti; un'eco sull'orlo di un precipizio fulvo, con un bosco lontano sotto il cielo bianco, e foglie marrone che soffocano il ruscello, e un solo ultimo grillo fra le erbacce secche… ma grazie a Dio io non veneravo soltanto quell'eco. Ciò che solevo vezzeggiare fra i tralci intricati del mio cuore, mon grand péché radieux, si era ridotto alla propria essenza; il vizio sterile ed egoista, quello lo cancellai e lo maledissi. Potete anche schernirmi e minacciare di far sgombrare l'aula, ma finché non sarò imbavagliato e mezzo strangolato urlerò la mia povera verità. Insisto perché il mondo sappia quanto amavo la mia Lolita, quella Lolita, pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro, ma sempre con gli occhi grigi, sempre con le sopracciglia fuligginose, sempre castano e mandorla, sempre Carmencita, sempre mia; Changeons de vie, ma Carmen, allons vivre quelque part où nous ne serons jamais séparés; Ohio? Le plaghe desolate del Massachussets? Non importa, anche se quei suoi occhi si fossero sbiaditi come quelli di un pesce miope, e i suoi capezzoli si fossero gonfiati e screpolati, e il suo adorabile, giovane delta vellutato e soave si fosse corrotto e lacerato… anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del tuo caro viso esangue, al solo suono della tua giovane voce rauca, Lolita mia.”

Vladimir Vladimirovič Nabokov (1899–1977) scrittore, saggista e critico letterario russo

1993

Vincenzo de' Paoli photo
Giuseppe Fava photo

“Vi racconto una piccola atroce storia per capire quale possa essere talvolta la posizione del potere politico dentro una vicenda mafiosa, una storia vecchia di alcuni anni fa e che oggi non avrebbe senso e che tuttavia in un certo modo interpreta tutt'oggi il senso politico della mafia. Nel paese di Camporeale, provincia di Palermo, nel cuore della Sicilia, assediato da tutta la mafia della provincia palermitana, c'era un sindaco democristiano, un democristiano onesto, di nome Pasquale Almerico, il quale essendo anche segretario comunale della DC, rifiutò la tessera di iscrizione al partito ad un patriarca mafioso, chiamato Vanni Sacco ed a tutti i suoi amici, clienti, alleati e complici. Quattrocento persone. Quattrocento tessere. Sarebbe stato un trionfo politico del partito, in una zona fino allora feudo di liberali e monarchici, ma il sindaco Almerico sapeva che quei quattrocento nuovi tesserati si sarebbero impadroniti della maggioranza ed avrebbero saccheggiato il Comune. Con un gesto di temeraria dignità, rifiutò le tessere.
Respinti dal sindaco, i mafiosi ripresentarono allora la domanda alla segreteria provinciale della DC, retta in quel tempo dall'ancora giovane Giovanni Gioia, il quale impose al sindaco Almerico di accogliere quelle quattrocento richieste di iscrizione, ma il sindaco Almerico, che era medico di paese, un galantuomo che credeva nella DC come ideale di governo politico, ed era infine anche un uomo con i coglioni, rispose ancora di no. Allora i postulanti gli fecero semplicemente sapere che, se non avesse ceduto, lo avrebbero ucciso, e il sindaco Almerico, medico galantuomo, sempre convinto che la Dc fosse soprattutto un ideale, rifiutò ancora. La segreteria provinciale s'incazzò, sospese dal partito il sindaco Almerico e concesse quelle quattrocento tessere. Il sindaco Pasquale Almerico cominciò a vivere in attesa della morte. Scrisse un memoriale indirizzato alla segreteria provinciale e nazionale del partito denunciando quello che accadeva e indicando persino i nomi dei suoi probabili assassini. E continuò a vivere nell'attesa della morte. Solo, abbandonato da tutti. Nessuno gli dette retta, lo ritennero un pazzo visionario che voleva continuare a comandare da solo la città emarginando forze politiche nuove e moderne.
Talvolta lo accompagnavano per strada alcuni amici armati per proteggerlo. Poi anche gli amici scomparvero. Una sera di ottobre mentre Pasquale Almerico usciva dal municipio, si spensero tutte le luci di Camporeale e da tre punti opposti della piazza si cominciò a sparare contro quella povera ombra solitaria. Cinquantadue proiettili di mitra, due scariche di lupara. Il sindaco Pasquale Almerico venne divelto, sfigurato, ucciso e i mafiosi divennero i padroni di Camporeale. Pasquale Almerico, per anni, anche negli ambienti ufficiali del partito venne considerato un pazzo alla memoria.”

Giuseppe Fava (1925–1984) scrittore, giornalista e drammaturgo italiano

da I Siciliani, gennaio 1983

Alessandro Baricco photo
Edward Bunker photo
Leonardo Murialdo photo
Giuseppe Benedetto Cottolengo photo

“I poveri sono e saranno quelli che hanno da aprirci le porte del Paradiso.”

Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786–1842) sacerdote italiano

Diario Cottolenghino

Ennio Flaiano photo

“L'omosessualità per la classe povera non è un vizio ma un modo per accedere alle classi superiori.”

Ennio Flaiano (1910–1972) scrittore italiano

1993, p. 42
Frasario essenziale per passare inosservati in società

Bernadetta Soubirous photo

“Pregate per me, povera peccatrice, soprattutto nell'ora della mia morte.”

Bernadetta Soubirous (1844–1879) religiosa e mistica francese

Le parole di Bernadette

“La volta che a San Siro scoppiò un grande applauso perché finalmente, dopo anni, aveva sbagliato un passaggio. O quell'altra che da fuori area colpì la traversa così forte, ma così forte, che il pallone rimbalzò oltre la metà campo e il Milan rischiò di prender gol in contropiede. Quante razioni di buonumore, caro vecchio Nils, e quante lezioni di calcio, in campo e fuori. Con quella maschera alla Buster Keaton e quell'italiano sussurrato che nemmeno dopo cinquant'anni e passa di residenza contemplava i verbi ausiliari e certe consonanti: loro abastansa bene; noi jocato melio. Un signore prima che un campione. Un educatore prima che un allenatore. Non c'era il gusto, o forse il vizio, delle statistiche ai tempi in cui giocava: ma non risulta che sia mai stato ammonito. Così come non c'è traccia di atteggiamenti men che composti nella sua lunga carriera di allenatore, altro che area tecnica tratteggiata col gesso come usa oggi dinanzi alla panchina: il massimo del compiacimento, piuttosto che del disappunto, erano le gambe che si scavallavano per riaccavallarsi dall'altra parte. Questo ovviamente non significava distacco, come ai tempi nostri della recita elevata a sistema si potrebbe pensare: semplice, quanto ferreo, autocontrollo nervoso. Quel matto di Altafini pensò di ripetere al barone lo scherzo riuscito l'anno prima con Rocco: rannicchiarsi tutto nudo nell'armadio dell'allenatore e saltar fuori urlando quando quello lo apriva. La differenza è che il Paròn era saltato per aria dallo spavento: Liedholm alzò un sopracciglio e ricordò al centravanti che il suo ripostiglio era un altro. Due scudetti da allenatore, Milan e Roma. Il primo nel '79, con un gioco offensivo imperniato su di un unico attaccante, Chiodi, la cui caratteristica principale era quella di non segnare mai. Il secondo nell'83, con il povero Di Bartolomei finto libero supportato dalla velocità di Vierchowod. Fu allora che Boniperti provò a chiamarlo alla Juventus: per sentirsi rispondere, grazie presidente, ma sarebbe tropo fascile. Quattro titoli da giocatore dopo l'oro olimpico a Londra '48 con la Svezia. Un maratoneta illuminato, lo stantuffo inesauribile al servizio del talento di Gren e della potenza di Nordhal. Chi ha visto giocare il trio svedese del Gre-No-Li, con tutto il rispetto per quello olandese a cavallo degli anni '90, ne conserva un ricordo insuperato. Chi ha ascoltato lo storico trio radiofonico di Tutto il calcio minuto per minuto, non avrà dimenticato che a dosare la verve dei due più celebri solisti, Enrico Ameri e Sandro Ciotti, c'era dallo studio centrale la voce di Roberto Bortoluzzi. Se n'è andato anche lui, nel pomeriggio di ieri, ultimo testimone di una grande stagione radiofonica che ha dispensato a generazioni di tifosi emozioni, gioie, sofferenze: con il timbro di una classe senza eguali.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

6 novembre 2007

Yamamoto Tsunetomo photo
Giorgio La Pira photo

“Siamo un paese povero: altra formula ipocrita: siamo un paese povero pei poveri, è la formula vera!”

Giorgio La Pira (1904–1977) politico italiano

Citato in LaPira.org http://www.lapira.org/index2.php?file=news&form_id_cat_notizia=72

Salvatore Quasimodo photo
Toro Seduto photo
Louis-ferdinand Céline photo
Anna Maria Ortese photo
Francesco De Gregori photo

“Mi fa paura il silenzio, | ma non sopporto il rumore.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Povero me, n. 8
Canzoni d'amore
Origine: Testo di Francesco De Gregori e Mimmo Locasciulli.

Jorge Luis Borges photo
Pier Paolo Pasolini photo

“Gli uomini di questo universo [il mondo contadino] non vivevano un'età dell'oro, come non erano coinvolti, se non formalmente con l'Italietta. Essi vivevano l'età del pane. Erano cioè consumatori di beni estremamente necessari. Ed era questo, forse, che rendeva estremamente necessaria la loro povera e precaria vita. Mentre è chiaro che i beni superflui rendono superflua la vita.”

Scritti corsari
Origine: Citato in Roberto Carnero, Pier Paolo Pasolini: le "profezie" di un corsaro apocalittico http://web.archive.org/web/20160513054136/http://www.unita.it/culture/pier-paolo-pasolini-le-quot-profezie-quot-di-un-corsaro-apocalittico-1.246403, l'Unità, 25 settembre 2010; citato anche in Enzo Bianchi, Spezzare il pane. Gesù a tavola e la sapienza del vivere https://books.google.it/books?id=_cjlCgAAQBAJ&pg=PT2#v=onepage&q&f=false, Einaudi, Torino, 2015.

Apuleio photo
Roland Barthes photo
Carlo Collodi photo

“E che mestiere fa?
- Il povero.”

Carlo Collodi (1826–1890) scrittore italiano

libro Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino

John Steinbeck photo
Umberto Eco photo
Luciano De Crescenzo photo
Carlo Collodi photo

“Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d'oro: pigliatelo dunque e mettetelo subito in prigione.”

Carlo Collodi (1826–1890) scrittore italiano

Le avventure di Pinocchio

Pier Paolo Pasolini photo

“Alì dagli Occhi Azzurri
uno dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi
a vela e a remi. Saranno
con lui migliaia di uomini
coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri

sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sè i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.

Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci
asiatici, e di camicie americane.
Subito i Calabresi diranno,
come da malandrini a malandrini:
«Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e formaggio!»
Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nelle Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col germe della Storia Antica
voleranno davanti alle willaye.

Essi sempre umili
Essi sempre deboli
essi sempre timidi
essi sempre infimi
essi sempre colpevoli
essi sempre sudditi
essi sempre piccoli,

essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare,
essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi
in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,

essi che si costruirono
leggi fuori dalla legge,
essi che si adattarono
a un mondo sotto il mondo
essi che credettero
in un Dio servo di Dio,
essi che cantavano
ai massacri dei re,
essi che ballavano
alle guerre borghesi,
essi che pregavano
alle lotte operaie…

… deponendo l’onestà
delle religioni contadine,
dimenticando l’onore
della malavita,
tradendo il candore
dei popoli barbari,
dietro ai loro Alì

dagli Occhi Azzurri - usciranno da sotto la terra per uccidere –
usciranno dal fondo del mare per aggredire - scenderanno
dall’alto del cielo per derubare - e prima di giungere a Parigi

per insegnare la gioia di vivere,
prima di giungere a Londra
per insegnare a essere liberi,
prima di giungere a New York,
per insegnare come si è fratelli
- distruggeranno Roma
e sulle sue rovine
deporranno il germe
della Storia Antica.
Poi col Papa e ogni sacramento
andranno su come zingari
verso nord-ovest
con le bandiere rosse
di Trotzky al vento…”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Alì dagli occhi azzurri

Gaston Leroux photo
Beppe Grillo photo
Khalil Gibran photo
Nelson Mandela photo
Abbé Pierre photo
Jean Vanier photo
Stephen King photo
Franz Kafka photo
Victor Hugo photo
Aldous Huxley photo
Charles Bukowski photo
Charles Bukowski photo
Cesare Pavese photo
Anatole France photo
Prosper Mérimée photo

“La vendetta è il duello dei poveri.”

Origine: Colomba, p. 89

Papa Giovanni Paolo II photo
Vincenzo de' Paoli photo
Vincenzo de' Paoli photo
Giuseppe Prezzolini photo
Lucio Anneo Seneca photo

“Diverrò povero? Sarò con la maggioranza degli uomini. Andrò in esilio? Penserò di essere nato là, dove mi manderanno. Sarò messo in catene? E allora? Sono forse ora veramente libero? La natura mi ha già legato a questo grave peso del corpo. Morirò? Porrò cosi fine – dirai tu – alla possibilità di ammalarmi, di esser messo in catene, di morire. […] Moriamo ogni giorno: ogni giorno ci viene tolta una parte della vita e anche quando ancora cresciamo, la vita decresce. Abbiamo perduto l'infanzia, poi la fanciullezza, poi la giovinezza. Tutto il tempo trascorso fino a ieri è ormai perduto; anche questo giorno che stiamo vivendo lo dividiamo con la morte. Come la clessidra non è vuotata dall'ultima goccia d'acqua, ma da tutta quella defluita prima, così l'ora estrema, che mette fine alla nostra vita, non provoca da sola la morte, ma da sola la compie; noi vi giungiamo in quel momento, da tempo, però, vi siamo diretti. […] «Non viene una sola volta la morte; quella che ci rapisce è solo l'ultima morte». […] questa morte che tanto temiamo è l'ultima, non la sola. […] la follia umana, è così grande, che alcuni sono spinti alla morte proprio dal timore della morte. […] Ci chiediamo: «Fino a quando sempre le stesse cose? Svegliarsi e andare a dormire, mangiare ed aver fame, aver freddo e soffrire il caldo? Nessuna cosa finisce, ma tutte sono collegate in uno stesso giro: si fuggono e si inseguono. Il giorno è cacciato dalla notte, la notte dal giorno; l'estate ha fine con l'autunno, questo è incalzato dall'inverno, che a sua volta è chiuso dalla primavera: così tutto passa per tornare. Non faccio né vedo mai niente di nuovo. Ad un certo punto, di tutto questo si prova la nausea». Per molti la vita non è una cosa penosa, ma inutile.”

lettera 24; 1975
Epistulae morales ad Lucilium

Antonio Bello photo

“I poveri hanno un grande potenziale evangelizzatore da darvi.”

Antonio Bello (1935–1993) vescovo cattolico italiano

Fotografie del futuro

Franco Califano photo
Franco Basaglia photo
Vasco Rossi photo

“E alla gente povera rimanga l'onestà a vantaggio di chi non ce l'ha che comunque può comprarsela.”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da Ed il tempo crea eroi, n. 7
...Ma cosa vuoi che sia una canzone...

Annibale Maria Di Francia photo
Chuck Palahniuk photo
Emil Cioran photo
Luis Sepúlveda photo
Romano Battaglia photo

“Non si è mai troppo poveri per donare una carezza.”

Romano Battaglia (1933–2012) scrittore italiano

Sulla riva dei nostri pensieri

Carlos Ruiz Zafón photo

“Il sistema più efficace per rendere inoffensivi i poveri è insegnare loro a imitare i ricchi.”

The Shadow of the Wind
L'ombra del vento
Variante: «Il sistema più efficace per rendere inoffensivi i poveri è insegnare loro a imitare i ricchi.»

Teresa d'Ávila photo
Elsa Morante photo

“Solo chi ama conosce. Povero chi non ama!”

Elsa Morante (1912–1985) scrittrice e saggista italiana

Origine: Da Alibi, Longanesi, Milano.

Publio Cornelio Tacito photo
Trilussa photo
Bobby Sands photo
Manlio Sgalambro photo
Enrico Mattei photo

“Mio padre diceva che è brutto essere poveri, perché non si può studiare, e senza studiare non si può fare strada.”

Enrico Mattei (1906–1962) imprenditore e politico italiano

Origine: Dal discorso per la laurea honoris causa conferitagli a Camerino, 1960; citato in Giorgio Galli, La sfida perduta: biografia politica di Enrico Mattei, Bompiani, 1976.

Carmine Crocco photo
Carmine Crocco photo
Alex Zanotelli photo

“Non è forse questa parola, "bombardare", che caratterizza il modo della vita umana su questo pianeta nel Ventesimo secolo? Forse altri secoli sono stati altrettanto violenti come il nostro, ma noi che viviamo in questo siamo responsabili del suo presente e del suo futuro.”

Alex Zanotelli (1938) religioso, presbitero e missionario italiano

da No alla guerra. Appello per la pace in Kosovo, 25 aprile 1999, in Korogocho. Alla scuola dei poveri, a cura di Pier Maria Mazzola e Raffaello Zordan, Feltrinelli, 2003

Tucidide photo
Vujadin Boškov photo

“Ci sono allenatori che pretendono di far mangiare ai loro giocatori prosciutto di San Daniele e formaggio Bel Paese. Poveri noi e poveri loro.”

Vujadin Boškov (1931–2014) allenatore di calcio e ex calciatore serbo

Origine: Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, p. 2117 http://books.google.it/books?id=J5OpwwKggrsC&pg=PA2117. ISBN 8880898620

Luciano De Crescenzo photo
Mistaman photo