Frasi sul silenzio
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Alexis ou le Traité du vain combat / Le Coup de grâce

Baol. Una tranquilla notte di regime
Variante: «Tutti abbiamo il nostro momento d'oro. E dopo, è bello ricordarlo. Se fosse sempre il nostro momento d'oro non ce ne accorgeremmo neanche».
«Quand'è stato il tuo momento d'oro?» mi chiede Mara.
Ci penso un po' su e poi rispondo: «Una volta ho vinto un pesce rosso al Luna Park».
Segue un rispettoso silenzio.

Nove saggi danteschi
The Shadows

“Alcuni di noi soffrono in silenzio di un male rumoroso. E questo è quanto ho da dire sulla paura.”
Reasons to Live

“A tutti i mali vi sono due rimedi: il tempo e il silenzio”

I tre evangelisti: Chi è morto alzi la mano - Un po' più in là sulla destra - Io sono il Tenebroso
Black Dagger Brotherhood, #1-9
Crystal Gorge
Arctic Dreams
Vampires in the Lemon Grove

“Il silenzio in un uomo è una virtù, la più loquace che possi decantar le sue glorie.”
822; p. 98
Il teatro della politica

“Il silenzio è d'oro e tu lo svendi ai peggior offerenti. (da Il silenzio dei colpevoli, n. 7)”
Habemus Capa

PF50
Frammenti in prosa
Variante: Non pensiamo abbastanza ai Morti come fonte di ebbrezza – Essi non dissuadono ma Adescano – Custodi di quella grande Avventura ancora preclusa a noi - mentre agogniamo (invidiamo) la loro saggezza lamentiamo il loro silenzio. (PF50

Oracolo manuale e arte di prudenza

Variante: Il dandy è una delle prime sfide contro la minaccia d'una civiltà di massa, è, così parve al Baudelaire, una muta e sprezzante ribellione contro il materialismo d'un'era democratica: una affermazione di singolarità, di esclusivismo da parte dell'individuo, sia pure in un campo frivolo (ma Byron metteva Brummell accanto a se stesso e a Napoleone), e, a dire il vero, nel genuino prototipo attinse un grado di perfezione mai più raggiunto. Eleganza senza vistosità, arguzia talora così sottile da non trovare altra espressione che un silenzio significativo. (p. 228)
Origine: I volti del tempo, p. 228

Origine: Citato in Marocco, due arresti per “sodomia” durante il ramadan https://www.ilgrandecolibri.com/marocco-sodomia-ramadan/, Il Grande Colibrì.com, 13 giugno 2017. Dall'intervista Pour Abdellah Taïa, «la loi marocaine encourage les lynchages d’homosexuels» En savoir plus sur http://www.lemonde.fr/afrique/article/2017/06/11/abdellah-taia-la-loi-marocaine-encourage-les-lynchages-d-homosexuels_5142303_3212.html#6oVOhJLqIMhK4ueV.99 http://www.lemonde.fr/afrique/article/2017/06/11/abdellah-taia-la-loi-marocaine-encourage-les-lynchages-d-homosexuels_5142303_3212.html a Le Monte.fr.

At 7:30 AM on April 17, 1975, the war on Cambodia was over. It was a unique war, for no country has ever experienced such concentrated bombing. On this, perhaps the most graceful and gentle land in all of Asia, president Nixon and mister Kissinger unleashed 100,000 tons of bombs, the equivalent of five Hiroshimas. The bombing was their personal decision. Illegally and secretly, they bombed Cambodia, a neutral country, back to the Stone Age, and I mean Stone Age in its literal sense. Shortly after dawn on April 17, the bombings stopped and there was silence. Then, out of the forest, came the victors, the Khmer Rouges, whose power had grown out of all proportion to their numbers. They entered the capital Phnom Penh, a city most of them had never seen. They marched in disciplined Indian file through the long boulevards and the still traffic. They wore black and were mostly teenagers, and people cheered them, nervously, naively. After all, the bombing, the fighting, was over at last. The horror began almost immediately. Phnom Penh, a city of 2.5 million people, was forcibly emptied within an hour of their coming, the sick and wounded being dragged from their hospital beds, dying children being carried in plastic bags, the old and crippled being dumped beside the road, and all of them being marched at gunpoint into the countryside and towards a totally new society, the likes of which we have never known. The new rulers of Cambodia called 1975 "Year Zero", the dawn of an age in which there would be no families, no sentiments, no expressions of love or grief, no medicines, no hospitals, no schools, no books, no learning, no holidays, no music, no songs, no post, no money, only work and death.
Variante: Alle sette e mezzo il 17 aprile 1975, la guerra contro la Cambogia si concluse. Era una guerra particolare, poiché nessun paese aveva sofferto d'un tale bombardamento. Su questa terra, forse la più graziosa e più pacifica in tutta l'Asia, il presidente Nixon e il signor Kissinger sguanciarono centomila tonnellate di bombe, l'equivalente di cinque Hiroshima. Il bombardamento fu una loro scelta personale. Illegalmente e in segreto, bombardarono la Cambogia, un paese neutrale, fino a riportarla all'età della pietra, e intendo età della pietra nel suo senso strettamente letterale. Poco dopo l'alba, il 17 aprile 1975, i bombardamenti cessarono, e regnò il silenzio. Poi, i vittoriosi, i Khmer Rossi, il cui potere era cresciuto fuori proporzione dai loro numeri, emersero dalla foresta. Entrarono la capitale, Phnom Penh, una città che molti di loro non avevano mai visto prima. Marciarono in fila indiana disciplinata lungo i viali e il traffico immobile. Si vestivano di nero, ed erano per la maggior parte adolescenti. Il popolo li acclamò ansiosamente ed ingenuamente. Dopo tutto, i bombardamenti e le sparatorie erano finiti. Il terrore cominciò quasi immediatamente. Phnom Penh, una città di 2.5 milioni d'abitanti, fu evacuata con la foza entro un ora del loro arrivo, i malati e feriti trascinati dai loro letti d'ospedale, bambini morenti trasportati in sacchi di plastica, i vecchi e zoppi lasciati per la strada, tutti marciati sotto tiro verso la campagna e una società totalmente nuova, mai vista prima. I nuovi leader di Cambogia nominarono 17 aprile «Anno zero», l'alba di un' era in cui non ci sarebbero state famiglie, niente sentimenti, nessuna espressione d'amore o lutto, niente medicine, niente ospedali, niente scuole, niente libri, niente istruzione, niente vacanze, niente musica, niente canzoni, niente posta e niente denaro: solo fatica e morte.

da Notte a Nervi, p. 162
Italia
VI. Le complicità e il silenzio del mondo, p. 75
La soluzione finale

“Il desiderio di silenzio è raramente un gusto acquisito.”
PF 106
Frammenti in prosa

J1251 – F1300, vv. 1-4
Lettere
Origine: In Tutte le poesie. J1251 – 1300 http://www.emilydickinson.it/j1251-1300.html, EmilyDickinson, traduzione di G. Ierolli.

Habemus Capa
Variante: Parla, la verità è là non devi negarla. | Parla, chi tappa la falla non resta a galla. | Parla, dalla tua bocca libera la favella | come una farfalla che si libra dalla calla. | Parla, i mutismi sono inascoltabili. | Parla, i timori hanno timoni deboli. | Parla, usa termini interminabili. | Parla, perché il silenzio è dei colpevoli. (da Il silenzio dei colpevoli, n. 7)
“La musica è la prosecuzione del silenzio con altri mezzi.”
Schizzi di niente

Io devo dire che è una delle scelte di cui mi vergogno di più di aver fatto.
Origine: Dalla festa del Fatto Quotidiano, 3 settembre 2016. Video disponibile su YouTube.com https://www.youtube.com/watch?v=KUfKB_Bastg.
Capitolo 13, p. 95
Sof'ja Petrovna

da Tiepido Aprile, n.5
Il vuoto
Variante: Pensieri leggeri si uniscono alle resine dei pini, | si fa chiara la mente come nuvola, | pensieri leggeri si uniscono alle luci ed ai colori | al silenzio lontano delle nuvole. (da Tiepido Aprile, n.5)

Origine: Citato in Luigi Garlando, «No, non mi sono montato la testa» http://archiviostorico.gazzetta.it//2002/settembre/20/non_sono_montato_testa__ga_0_0209204691.shtml, La Gazzetta dello Sport, 20 settembre 2002.
Capitolo XIV, pp. 171-172
Mussolini tale e quale
Mondanità, sport e cinema, p. 37
Parlare italiano
VI. Le complicità e il silenzio del mondo, p. 78
La soluzione finale

da Il Re del Mondo, n.1, lato B
L'era del cinghiale bianco

Origine: Onorina, p. 8

da Dannata giornata di pioggia, n. 4
Demo (1998-1999), Ricomincio da Capa