Frasi su signoria
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“Carne di pappagallo | non vogliamo mangiarne più, | signor padrone, signor padrone.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Carne di pappagallo, n. 8
Mira Mare 19.4.89

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“Il signore è fermo, ma non credulo.”

15, 36; 1989
Dialoghi
Origine: In Testi confuciani: «Il saggio è fermo ma non ostinato».

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“Oh, mentre vivo, essere un signore della vita, non uno schiavo,' | affrontare la vita come un conquistatore possente, | non irritazioni né accidia, non più lamenti o critiche, o scherni, | a queste leggi superbe dell'aria, dell'acqua, della terra provare l'anima impervia, | e che nulla d'estremo potrà mai più soggiogarmi.”

Origine: Molti dei versi tratti da queste ultime strofe di Un canto di gaudi vengono fatti leggere a turno agli alunni dal professor Keating nel film L'attimo fuggente (1989).
Origine: Foglie d'erba, Un canto di gaudi, p. 231

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“Jamie ha smesso di giocare un paio di anni fa ed evidentemente in due anni ha dimenticato tutto quello che ha fatto in campo e lo stesso vale per il signor Souness, anche se lui ha smesso parecchio tempo fa. Me lo ricordo al Benfica e so un sacco di cose su di lui, ma per educazione preferisco riderci sopra, perché l'invidia è il più grande omaggio che le ombre fanno all'uomo.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Chelsea (2013-2015)
Origine: Citato in Mourinho ne ha per tutti: "Souness frustrato, Carragher senza memoria" http://www.gazzetta.it/Calcio/Premier-League/14-03-2015/mourinho-risponde-souness-gran-giocatore-ma-allenatore-frustrato-110105508077.shtml, Gazzetta.it, 14 marzo 2015.

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“[Rispondendo alle affermazioni di Rudi Garcia secondo cui le altre squadre in campionato non si sarebbero impegnate contro la Juventus] Sono rimasto sorpreso dalle dichiarazioni di Garcia, perché le ho trovate molto provinciali, sotto tutti i punti di vista. E andando un po' indietro, se sommate agli aiutini, le posso catalogare nelle chiacchiere da bar, così come avevo catalogato gli aiutini. Sinceramente non penso che il campionato italiano dovesse aspettare Garcia per portare dei nuovi stimoli alle squadre che affrontano la Juventus, anche perché Garcia deve sapere che sono tre anni che la Juventus è in testa al campionato, ne ha vinti due, ha vinto due Supercoppe, è stata sempre protagonista assoluta. Quest'anno è ancora in testa alla classifica. E chi gioca contro la Juventus gioca la partita della vita. Quindi non è che dovessimo aspettare il signor Garcia che portasse grandi stimoli ai nostri avversari. Detto questo la trovo anche una grandissima mancanza di rispetto nei confronti degli allenatori che devono scegliere le formazioni, nei confronti dei calciatori che devono scendere in campo, nei confronti delle società che investono per centrare l'obiettivo salvezza, Europa League o Champions League, lo trovo anche irrispettoso nei confronti dei tifosi, perché io non penso che i tifosi del Livorno, o del Bologna, o dell'Inter, possono pensare che la loro squadra possa giocare contro la Juventus senza impegnarsi.”

Antonio Conte (1969) calciatore e allenatore italiano

Origine: Dalla conferenza stampa prima della partita Sassuolo-Juventus; citato in Conte: "Garcia? Parole provinciali" http://www.calciomercato.com/news/conte-parole-garcia-provinciali-da-bar-la-verita-su-vidal-e-barz-703965, Calciomercato.com, 27 aprile 2014.

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“…con civetteria tipicamente omosessuale Ho Chi Minh arrivò con qualche minuto di ritardo, e saltellando come una elegantissima signora giunse al suo posto… Era un pedagogo, un maestro di scuola, scapolo, non si è mai sposato.”

Goffredo Parise (1929–1986) scrittore italiano

Origine: Citato in Guido Ceronetti, La pazienza dell'arrostito: giornale e ricordi (1983-1987), Adelphi, Milano, 1990, p. 235. ISBN 88-459-0793-7

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“Signora, se l'essere | Piccina d'aspetto | Vi sembra difetto, | Difetto non è.”

Antonio Guadagnoli (1798–1858) poeta e letterato italiano

da Le donne piccine

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“Esaltazione della violenza: signore della guerra spietato, razziatore, massacratore di ebrei e poligamo, così si mostra Maometto attraverso il Corano.”

Robert Redeker (1954) filosofo e scrittore francese

Exaltation de la violence : chef de guerre impitoyable, pillard, massacreur de juifs et polygame, tel se révèle Mahomet à travers le Coran.

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“A cosa pensi, mio signor G? | Pensi alla vita a ciò che finì, | a ciò che hai detto, a ciò che hai fatto, | al tuo coraggio, al tuo passato che è già passato.”

Giorgio Gaber (1939–2003) cantautore, commediografo e regista teatrale italiano

da Il signor G sul ponte, n. 8
Il signor G

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“Signora, sono cattolico anch'io!”

Papa Pio XII (1876–1958) 260° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica
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“Ai signori Vichy e Lenorme era sufficiente ottenere tutti i permessi per perlustrare il terreno presso il santuario del Marzale; e il parigino, che s'era previdentemente messo in società con uno stimanto cittadino piemontese, anzi italiano ormai, sperava che la questione romana, il pontefice, Roma capitale d'Italia, tutti problemi sui quali fra le due potenze non c'era accordo, non interferissero nei suoi affari, guastassero i buoni rapporti con le autorità. Anche le relazioni fra le autorità politiche e quelle religiose non erano tranquille. Sul principio del 1863, il ministro Pisanelli aveva proposto la legge per l'abolizione delle congregazioni ecclesiastiche e per l'ordinamento dell'asse ecclesiastico. in Francia era uscita, in quei mesi, la Vita di Gesù di Renan. L'8 dicembre di quell'anno, noi sappiamo, che il pontefice avrebbe pubblicato l'enciclica Quanta cura e il Sillabo. E fra due anni, nel 1866, si avrebbe avuta «l'infausta campagna» del 1866, con la donazione del Veneto da parte dei francesi, anche se: «Questa mostra di guerra consumò 144 milioni per gli apparecchi e armamenti: 141 milioni per la flotta; poi 91 milioni e mezzo per indennità pagate all'Austria, sicché la Venezia costava al regno quasi un miliardo». Il governo dei moderati durò, sappiamo ancora, sedici anni, fornendo al regno ben quindici ministeri.”

Alberico Sala (1923–1991) scrittore, poeta e critico d'arte italiano

Origine: I vizi naturali, p. 36

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“Ed io che ho lavorato, lavorato, lavorato | ora mi fermo un momento a guardare | quel seguirsi di errori e il mio passato | e quella vita che mi avete rubato.”

Giorgio Gaber (1939–2003) cantautore, commediografo e regista teatrale italiano

da Il signor G incontra un albero, n. 12
Il signor G

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“[Rodrigo Manrique in cospetto della Morte che si rivolge a lui:] «Buon cavaliero, | ti prepara al dì sereno | di tua festa: | lascia il mondo menzognero; | l'alto cor, che porti in seno | manifesta. | Se la vita posta hai spesso | in terribili cimenti | per la fama, | di costanza l'arma adesso; | né la voce ti sgomenti | che ti chiama. || «Non ti sia l'uscita amara; | né la pugna ti spauri | che t'attende; | la tua gloria si rischiara | e ne' secoli futuri si distende, | questa vita dell'onore, | benché labile e mortale, | passi anch'essa, | della vita è ben migliore | che al caduco vostro frale | vien concessa. || «Una vita in ciel rimane: | dal potente non si merca | con tesori; | né l'ottien chi in gioie vane | l'età sua perdendo cerca | solo i fiori; | ma l'ottiene con preghiere | nella tacita spelonca | l'eremita; e l'ottiene | il cavaliere | cui dal Mauro ferro tronca | fu la vita. || «Or tu nobile campione, | che cotanto sangue hai sparso | d'infedeli, | ti rallegra, un guiderdone | a' tuoi merti non più scarso | danno i cieli. | Con la Speme e con la Fede, | cui sacrasti ognor dell'alma | gli alti affetti, | sali incontro alla mercede, | sali al trono ed alla palma | degli Eletti». || «Bella Morte, io non indugio; | affannato il cor ti chiama | con desio; | il Signore è mio rifugio; | quel che farsi Ei di me brama, | bramo anch'io. | Il mio spirito con gioia | della creta, ov'è sepolto, | si dispoglia; | quando Dio vuol che si muoia | voler vivere è d'uom stolto | pazza voglia. || Tu che in terra per lavarne | dalla colpa pellegrino | discendesti, | e col vel di nostra carne | il principio tuo divino | nascondesti; | tu che pendi, il fianco aperto | dalla lancia, sovra il legno | sanguinoso, | non guardare al nostro merto; | ma per grazia al servo indegno | sii pietoso». || Tal pregava il guerrier forte | e moria, l'usato aspetto | non mutando.”

Jorge Manrique (1440–1479) poeta spagnolo

Origine: Da Stanza per la morte del padre, pp. 20-22

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“E qual rovinio era sopravvenuto in Sicilia di tutte le illusioni, di tutta la fervida fede, con cui s'era accesa alla rivolta! Povera isola, trattata come terra di conquista! Poveri isolani, trattati come barbari che bisognava incivilire! Ed erano calati i Continentali a incivilirli… e i tribunali militari, e i furti, gli assassinii, le grassazioni, orditi ed eseguiti dalla nuova polizia in nome del Real Governo; e falsificazioni e sottrazioni di documenti e processi politici ignominiosi: tutto il primo governo della Destra parlamentare! E poi era venuta la Sinistra al potere, e aveva cominciato anch'essa con provvedimenti eccezionali per la Sicilia… – Ridere, ridere! – incalzò donna Caterina con più foga. – Lo sa bene anche lei come quegli ideali si sono tradotti in realtà per il popolo siciliano! Che n'ha avuto? Com'è stato trattato? Oppresso, vessato, abbandonato e vilipeso! Gli ideali del Quarantotto e del Sessanta? Ma tutti i vecchi qua gridano: Meglio prima! Meglio prima! La Francia che soffia nel fuoco? Lei si conforta così? Sono tutte calunnie, le solite, quelle che ripetono i ministri, facendo eco ai prefetti e ai tirannelli locali capielettori; per mascherare trenta e più anni di malgoverno! Qua c'è la fame, caro signore, nelle campagne e nelle zolfare; i latifondi, la tirannia feudale dei cosiddetti cappelli, le tasse comunali che succhiano l'ultimo sangue a gente che non ha neanche da comperarsi il pane! Si stia zitto! Si stia zitto! Perché voi lo vedrete, – concluse. Faccio una facile profezia: non passerà un anno, assisteremo a scene di sangue.”

cap. III, p. 59
I vecchi e i giovani

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“È sdrucito il navil: l'ira del fiotto | Tregua non ha, || Ecco … l'ultima antenna il vento ha rotto: | Signor, pietà!”

Enrico Panzacchi (1840–1904) poeta, critico d'arte e critico musicale italiano

In alto mare

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“L'esperto è un signore che, a pagamento, ti spiega perché ha sbagliato l'analisi precedente.”

Leo Longanesi (1905–1957) giornalista, pittore e disegnatore italiano

Origine: Citato in Focus N.108, pag. 204

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“Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando ci incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti o distratti, ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte nella nostra infanzia. Ci basta dire: "Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna" o "De cosa spussa l'acido solfidrico", per ritrovare ad un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole. Una di quelle frasi o parole ci farebbe riconoscere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio di una grotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici degli egiziani o degli assiri-babilonesi, testimonianza di un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, dalla corrosione del tempo. Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare, che sussisterà finché saremo al mondo, ricreandosi e resuscitando nei punti piú diversi della terra, quando uno di noi dirà — egregio signor Lippman — e subito risuonerà al nostro orecchio la voce impaziente di mio padre: "Finitela con questa storia! L'ho sentita già tante di quelle volte!"”

Origine: Lessico famigliare, p. 20

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“Del Giapan, o vero Giapon, scriverò quello che per l'esperienza insino adesso habbiamo conosciuto. Primieramente la gente che habbiamo conversata, è la migliore che insin adesso si sia scoperta, et fra gli infedeli mi pare non si troveria altra migliore; generalmente sono di buona conversatione; è gente buona et non malitiosa; et stimano mirabilmente l'honore più che nissun'altra cosa; communemente sono poveri, et la povertà tanto fra li nobili, quanto fra gli altri non si reputa a vergogna. È gente molto cortese fra loro et stimanosi, confidando molto nelle armi; portano sempre spade e pugnali, tanto li nobili quanto la gente bassa, cominciando dalli 14 anni; non patisce questa gente ingiuria alcuna, parola di dispregio, come la gente ignobile: porta gran reverentia alli nobili. Così tutti li gentilhuomini reputano gran laude servire al signore della terra, et essergli molto soggetti. È gente temperata nel mangiare, benché nel bere alquanto larga: fanno il vino de riso, perché non ci è altro in quelle bande. Giurano poco; et il giuramento loro è per il sole: gran parte della gente sa leggere et scrivere, il che è gran mezzo per brevemente apparare le orationi et cose di Dio.”

Francesco Saverio (1506–1552) gesuita e missionario spagnolo

da una relazione spedita a Ignazio di Loyola a Roma
Origine: Citato in Pacifico Arcangeli, Letteratura e Crestomazia giapponese, Cisalpino, Istituto Editoriale Universitario, Milano, 1990 (ristampa anastatica autorizzata dall'editore Ulrico Hoepli), p. 8. ISBN 8820506505

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“Fugge dai petti l'ultima speranza: | La morte è qua. || Non un'ombra di vela in lontananza… | Signor, pietà!”

Enrico Panzacchi (1840–1904) poeta, critico d'arte e critico musicale italiano

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“[Sulla riforma del Senato, portata avanti dal Governo Renzi] È una riforma imposta col ricatto di pochi che si fingono molti e derubano il futuro di tutti. Noi non possiamo restare indifferenti; non possiamo assistere silenti e impassibili di fronte a questa violenza. Dobbiamo fermarvi ora, perché ormai non ci resterebbe nemmeno la triste speranza di un intervento della Corte costituzionale, visto che questa contro-riforma consentirà alla maggioranza di spartirsi anche l'elezione dei suoi giudici, estromettendo la partecipazione decisiva delle opposizioni e trasformandola in una sua malleabile appendice. Chi troverà la forza di levare la sua voce contro l'autoritarismo, contro l'accentramento del potere nelle mani di marionette nominate da una ristretta di cerchia di uomini lontani anni luce dagli interessi del popolo? Sarà la Repubblica del sopruso, delle ripicche sugli oppositori e dell'arbitrio contro i dissenzienti. Sarà, signori, il fascismo del terzo millennio, ancora più insidioso perché nascosto sotto le spoglie di una democrazia morente. Pur di realizzare il vostro sogno, che è il nostro incubo, nessuna bugia è troppo grande. Avreste il coraggio di ripetere anche ora le «balle» di qualche mese fa, quando affermavate che le leggi di revisione costituzionale vanno approvate con il consenso più ampio possibile?”

Paola Taverna (1969) politica italiana

Origine: Citato in Senato della Repubblica Italiana – Legislatura XVII – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 510 del 23 settembre 2015 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/315795.pdf. Roma, 23 settembre 2015.

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“Signore, abbi pietà dei suicidi, risparmia loro l'immortalità.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Agosto, p. 91

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“E incomincia fra i commenti | la sfilata dei parenti | ma io proprio non capisco | perché son così contenti.”

Giorgio Gaber (1939–2003) cantautore, commediografo e regista teatrale italiano

da Il signor G nasce, n. 2
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“Tu sai, O Signore, quanto intensamente mi affidasti quel giorno la Germania. Da allora la Germania ha occupato sempre più i miei pensieri e ho desiderato ardentemente offrire la mia vita e la mia morte per la salvezza eterna della Germania.”

Pietro Canisio (1521–1597) gesuita e teologo olandese

Pietro Canisio, Epistulae, 1 dalla lettera http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/pont-messages/2011/documents/hf_ben-xvi_mes_20110121_vocaciones-lat_it.html di Giovanni Paolo II ai vescovi tedeschi in occasione del IV centenario della morte di s.Pietro Canisio

“Signor Presidente, lei conosce molti deputati di noi felici? Io ne conosco pochi e noi siamo dei privilegiati. C'è chi siede su quel banco e che vorrebbe essere da un'altra parte. Forse anche il Presidente del Consiglio non è felice.”

Massimo Polledri (1961) politico italiano

Origine: Citato in Seduta della Camera dei Deputati n. 476 di lunedì 23 maggio 2011 http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=16&sezione=assemblea&tipoDoc=pdf&idseduta=476 – XVI Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – Discussione della proposta di legge: Soro ed altri: Norme per la tutela delle vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia (A.C. 2802-A). Camera dei Deputati, 23 maggio 2011.

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