Frasi sull'anima
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“L'anima secca è la più saggia e la migliore.”

Eraclito (-535) filosofo greco antico

frammento 118

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“È insito nell'anima l'odio della falsità; ma ogni odio nasce dall'amore, perciò è molto più radicato nell'anima l'amore della verità e specialmente di quella verità per la quale l'anima è stata fatta.”

Bonaventura da Bagnoregio (1221–1274) cardinale, filosofo e teologo italiano

Origine: Dal De Mysterio Trinitatis, q. 1, a. 1, in Itinerario della mente in Dio. Riconduzione delle arti alla teologia, tradotto daS. Martignoni, O. Todisco, L. Mauro, Città Nuova, 2000.

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“Il mio punto di riferimento è Monte Pellegrino. A Londra parlo l'inglese ma con accento siciliano. A Londra ci ho lavorato, mi sono sposata, ci ho fatto due figli. E non mi sono mai posta il problema della convivenza tra un'anima siciliana e una inglese. Io sono io ovunque vada.”

Simonetta Agnello Hornby (1945) scrittrice italiana

Origine: Citato in http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cultura_e_tempolibero/2014/22-maggio-2014/itinerari-musei-ristoranti-sesso-londra-simonetta-agnello-hornby-223264088511.shtml, 22 maggio 2014.

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“Ogni incontro, discorso, paesaggio si trasforma attraverso la voce di Zavattini in categoria della sua anima che agisce in armonia con la natura e la società.”

Salvatore Quasimodo (1901–1968) poeta italiano

Origine: Da Il Tempo; citato in La Fiera Letteraria, 19 ottobre 1967.

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“Il merito grande del Provenzale, quello per cui tutta l'arte di un'epoca dovrà considerarsi derivata dalla sua iniziativa e dal suo travaglio, è di essere ritornato nel solco profondo ed eterno della pittura, scartando tutti gli apriorismi di ricerche tecniche (luminismo, divisionismo, complementarismo) cui aveva indotto l'epoca positivistica: di aver ripreso a dipingere la natura riflessa nel magico specchio dell'anima, vedendola non più sotto specie sensoria o sensibile (aggettivi che dominano tutta l'estetica impressionistica), ma attraverso un'intimità profonda, religiosa, eroica, che la storia ci permette di considerare essenzialmente italiana. […] Cézanne dipinge senza preoccupazioni di programmi più o meno rivoluzionari, ma sotto l'impulso di un'ansia mistica, che lo investe, lo tiranneggia, lo macera; e fa cantare, piangere, urlare la sua drammatica tavolozza. Nulla di edonistico, di descrittivo, di fenomenico nella sua arte. La pittura come la intendono Manet e Monet è di gran lunga superata nelle sue tele. Non si tratta più del "vero attraverso un temperamento" di zoliana memoria. C'è un elemento etico, religioso, trascendente nell'arte di Cézanne che la definizione zoliana non sospetta neppur lontanamente e che è proprio quello per cui l'opera cézanniana si riconnette all'arte dei sommi italiani: Giotto, Masaccio, Michelangelo, Tintoretto, Caravaggio. […] Cotesto il lato spirituale dell'italianismo di Cézanne, il suo sentimento, non italianeggiante, si badi, al modo del Poussin, ma italiano di polpa, intrinsecamente. E v'è poi il modo di esprimersi plasticamente di cotesto sentimento, modo strettamente inerente e coerente e quindi anch'esso italianissimo. Il modo stilistico di Cézanne è tornato ad essere il volume, inteso come rapporto di chiari e di scuri. Le molteplici possibilità di variazione (nell'intensità, nella posizione, nel dinamismo, o nella statica) di tale rapporto costituiscono la sintassi cézanniana. Cotesta sintassi è simultaneamente plastica e coloristica in quanto, appunto, è chiaroscurale. Per tali aspetti Cézanne si manifesta come un erede de' veneziani, non solo, ma di tutta la tradizione volumetrica italiana, fino alla sua sorgente eccelsa, a Giotto, cioè, titanico estrattore di moli poliedriche, a Masaccio che scolpisce le sue figure a colpi possenti d'ascia per entro massicci blocchi chiaroscurali.”

Mario Tinti (1885–1938) critico d'arte e giornalista italiano

Origine: Da Italianismo di Cézanne, in Pinacotheca, marzo-giugno 1929; citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli - Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8

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“L'esplorazione dell'artista tende alla conoscenza dell'anima. […] Pascal ce lo ha detto in poche parole: «C'è solo una cosa che interessa l'uomo, è l'uomo stesso»”

Jean Renoir (1894–1979) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico francese

da Carl Th. Dreyer, Copenaghen, dicembre 1968

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“Sia così la tua anima! Precipiti, affondi, si perda, si polverizzi!
Ma ritrovi poi, sicura, raccolta, nel letto più tranquillo, il suo puro e chiaro corso!”

Peter Altenberg (1859–1919) scrittore, poeta e aforista austriaco

Cascata della Traun presso Gmunden, p. 138
Favole della vita

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“Ma cos'è il sospiro? È una sorta di ripensamento, che fa partire un secondo movimento di inspirazione prima che sia finito quello in atto; un doppio passo del processo respiratorio, un sincopato nel balletto della vita, un estenuato anelito di vita, proprio laddove l'anima si trova a questionare con il corpo.”

Edoardo Boncinelli (1941) genetista italiano

Origine: Dall'articolo, Il sospiro, estenuato anelito di vita, Corriere della Sera, 27 marzo 2016; riportato in Il dibattito delle idee http://www.corriere.it/la-lettura/il-dibattito-delle-idee/16_marzo_27/boncinelli-sospiro-meccanismi-f2398ab0-f3fe-11e5-b407-9f5ad35fe288.shtml, corriere.it.

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“Quando cominciai a scrivere Firmino non sapevo nemmeno che Firmino fosse un topo, né che fosse a Boston, né che fosse un romanzo. Se non sto mettendo giù una storia, mi siedo davanti alla macchina da scrivere (oppure ora, al computer) e armeggio senza una vera e propria idea, l'equivalente scrittorio di passeggiare a zonzo. Spesso non ne viene fuori nulla, ma non sempre. Riscrivo un paragrafo molte volte prima di passare al prossimo. Cerco di non pensare dove stia andando il tutto, per paura di sforzare la storia in una direzione prestabilita piuttosto che lasciarla emergere dalla scrittura stessa…
Per ciò che riguarda i miei impieghi, probabilmente ne ho avuti in una quantità maggiore di tanti altri, ma devo dire di aver passato più tempo seduto in poltrona a fare quello che spesso si descrive denigratoriamente come "fissare il vuoto". Le ricchezze che tale attività (infatti è proprio una vera attività) produce non sono convertibili in moneta. Tra gli impieghi che invece mi hanno monetizzato, il mio preferito è stato lavorare come pescatore di granchi lungo la costa del Sud Carolina, dove ritornai dopo l'università. Per sei o sette ore al giorno, ero solo su una barca a navigare nei canali delle paludi, spesso senza veder anima dalla mattina alla sera. Quando spegnevo il fuoribordo per tirar su le reti, gli unici suoni che udivo erano gli uccelli, il vento, e l'acqua. Pensavo, e penso tuttora, di essere in quei momenti la persona più fortunata del mondo.
Di questi tempi, i miei piaceri sono piccoli e localizzati. Passeggio tra i laghi. Guardo dei video. Esco una o due volte alla settimana, per pranzare in qualche ristorantino. Leggo. I miei dispiaceri invece sono grandi e universali. Ho una riluttanza per i gerghi, specie quelli accademici. Sogno che un bel mattino tutte le auto della città non riusciranno a mettersi in moto. Mi dispero per guerre e carestie. Leggo le notizie in maniera ossessiva. Mi scaldo. Credo di farneticare.”

Sam Savage (1940–2019) scrittore statunitense

da un'intervista
citazione necessaria, Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.

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“Ogni persona è degna d'un'infinita ricchezza d'amore, la bellezza della sua anima non conosce limiti…”

Rabindranath Tagore (1861–1941) poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo indiano

Origine: Fogli strappati, p. 83

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“Il Vesuvio è il core, è l'anima, è il sunto di tutti gli splendori del Golfo; è il rubino gigantesco che sta come il fermaglio in questa collana di perle composta nel cielo, forse per adornarne il seno di Venere, e smarrita fra le alghe dal Genio della spensieratezza.”

Renato Fucini (1843–1921) poeta e scrittore italiano

Variante: Il Vesuvio è il core, è l'anima, è il sunto di tutti gli splendori del Golfo; è il rubino gigantesco che sta come il fermaglio in questa collana di perle composta nel cielo, forse per adornarne il seno di Venere, e smarrita fra le alghe dal Genio della spensieratezza.
Origine: Napoli a occhio nudo, [Lettere a un amico], p. 122

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“Bacio che sopporti il peso | della mia anima breve | in te il mondo del mio discorso | diventa suono e paura.”

Alda Merini (1931–2009) poetessa italiana

Origine: Da Clinica dell'abbandono, Einaudi, Torino, 2003.

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“Al Costanzo Show mi scambiavano per un chirurgo e mi telefonavano per chiedermi come rifarsi il seno e il naso. Rispondevo che io curo la bellezza dell'anima.”

Stefano Zecchi (1945) scrittore, giornalista e docente italiano

Origine: Citato in Giorgio Dell'Arti e Massimo Parrini. Catalogo dei viventi 2009, Marsilio, Venezia, 2009.

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“[L'alchimista esperiva inconsciamente] la sua proiezione come qualità della materia. Ma ciò di cui viveva l'esperienza era in realtà il suo inconscio […] Tutto ciò che era inconscio era, se attivato, proiettato sulla materia, veniva cioè incontro all'uomo dall'esterno […] [A causa del] miscuglio di fisico e psichico [egli ignora del tutto] se le trasformazioni ultime del processo alchimistico vadano ricercate maggiormente in campo materiale o in campo spirituale […] a quei tempi non si trattava di alternativa; esisteva piuttosto un regno intermedio tra materia e spirito: cioè un regno psichico di corpi sottili aventi la proprietà di manifestarsi in forma sia spirituale sia materiale […] Naturalmente questo regno intermedio di corpi sottili cessa di colpo di esistere qualora si tenti di indagare la materia in sé e per sé […] finché noi crediamo di sapere qualcosa di definitivo sulla materia e sull'anima. Ma se viene il momento in cui la fisica sfiora «regioni inesplorate, inesplorabili», e contemporaneamente la psicologia è costretta ad ammettere che esistono altre forme d'esistenza psichica al di fuori delle acquisizioni personali della coscienza, in cui cioè anche la psicologia cozza contro un'oscurità impenetrabile, allora quel regno intermedio ritorna in vita, e il fisico e lo psichico si fondono una volta di più in un'unità indivisibile. Oggi ci siamo molto avvicinati a questa svolta.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

Origine: Da Psicologia e alchimia (1935); citato in von Franz, Psiche e materia, p. 124.

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“Ricordo la Sicilia, e il dolore ne suscita nell'anima il ricordo. / Un luogo di giovanili follìe ora deserto, animato un dì dal fiore dei nobili ingegni. / Se sono stato cacciato da un Paradiso, come posso darne notizia? / Se non fosse l'amarezza delle lacrime, le crederei i fiumi di quel paradiso.”

Ibn Hamdis (1056–1133) poeta arabo-siciliano, massimo esponente della poesia araba di Sicilia a cavallo tra l'XI e il XII secolo

Antologia poetica
Origine: Citato su Sicilia, Touring Club Italiano, 1989, ISBN 88-365-0350-0 pag. 13

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“C'è qualcosa di peggio dell'avere un'anima perversa: è avere un'anima di tutti i giorni.”

Charles Péguy (1873–1914) scrittore, poeta e saggista francese

Origine: Citato in Corriere della Sera, 14 marzo 2005.

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“Perché è la Madonna che appare? Perché a Lourdes (come a rue du Bac, a La Salette, a Pontmain, a Beauraing, a Fatima, per stare solo all'ultimo secolo e mezzo e a fatti approvati dalla Chiesa) non si è manifestato Gesù stesso o qualche santo canonizzato? Ma è perché – risponde la teologia, meditata dai mistici –, stando al Credo cattolico «l'Immacolata Madre di Dio, sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». Così, le parole del dogma dell'Assunzione, definito e proclamato da Pio XII solo nel 1950 ma creduto, nel suo oggetto, sin dai tempi dei Padri della Chiesa sia in Oriente che in Occidente (la festa della Dormizione, che ha in nuce l'Assunzione della Vergine Madre, è probabilmente la più antica delle feste mariane che uniscono la Chiesa universale).
Maria, insomma, avendo portato nel suo ventre Colui che disse: «Io sono la risurrezione e la vita» (Gv 11, 25), ha seguito il Figlio nel suo destino eterno prima di ogni altra creatura umana; è colei che tutti ci ha preceduti, già accolta nell'eternità «in anima e corpo». Dunque, se è lei ad apparire ai mortali, è anche per ricordare che ciò che ella già è, anche noi saremo. Il segno e il pegno, insomma, nella sua persona stessa, di quella salvezza di cui dicevamo e che ci darà la vera salute: la visione del corpo di Maria già «salvato» è garanzia che quello di tutti lo sarà.”

Origine: Ipotesi su Maria, pp. 61-62

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“L'ignoranza è la palpebra dell'anima. La cali, e puoi dormire e anche sognare.”

Ugo Ojetti (1871–1946) scrittore, critico d'arte e giornalista italiano

Origine: Sessanta, CXCVI

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“Quelli che scrivono cazzate non ci sono oggi, vero? Bene, come sempre. Scrivono le cazzate, dicono cazzate e non ci sono e non hanno il coraggio di dirti in faccia, di guardarti in faccia. Bene, perfetto. […] Cioè, non è che sono nato ieri. Demotivato, mollo. Ma che mollo? Ma che…cosa dite? Mollo che? Ma che mollo? Ma quale mollo? Cioè, cosa vuol dire mollo, qua? Non capisco, io. Devo fare i salti in panchina? Non è nel mio carattere fare i salti in panchina. C'è qualche allenatore che fa i salti perché li ha sempre fatti. Io faccio le esultanze magari, però i salti in panchina non li ho mai fatti. Ma con questo non è che sono mollo. Mollo… se uno resiste 21 anni a questi livelli qua non credo che sia tanto mollo. Un po' di rispetto anche lì. Che mollo? Siete molli voi quando dite quelle…queste cose qua, perché vi fa comodo dire 'ste cose qua che uno è mollo. No voi tu…qualcuno, qualcuno fra virgolette. Non sono mollo. Quale mollo? Eh…ci mancherebbe, se sei mollo non fai st'attività qua. Ricordatevelo. Quest'a…è la più dura al mondo. Questa è l'attività più dura al mondo. […]Se sei mollo non vai da nessuna parte. Ok? Mollo non lo sono. Mollo saranno gli altri. Gli fa comodo dire che sono mollo. […] Qual è il problema? Perché uno dice mollo? Ma che mollo che? Cioè, siamo pazzi qua? Molli non sia…chi fa sto mestiere non è mollo. Assolutamente non può essere un mollo chi fa sto mestiere qua, ok? […] Chi dice che sono mollo non ha mai detto una volta che noi… il nostro attaccante titolare era Zé Edoardo, nel progetto nostro. […] Avete vist…avete sentito una volta che mi son lamentato, il mollo? Avete sentito il mollo che si lamenta? No! Vuol dire che non sono mollo. […] Il mollo dice un'altra cosa. […] Eccolo qua: questo vi dice quello che… che voi dite che è mollo. Non sono mollo, ho tanta grinta ancora, nel momento in cui mi sento mollo, io smetto, non è che…ci metto 30 secondi, ho sempre deciso in trenta secondi le mie…le mie cose, no no non sto lì tanti anni, no non mi voglio far niente, non voglio che la gente che mi…piangermi addosso eccetera su…c'ho tanta grinta, c'ho tanta voglia, e…io ci metterò l'anima per questa squadra, perché…per questa società, ci metterò l'anima fino, fino… sudore e lacrime anche per me, perché io a questo punto della mia carriera voglio far bene, finire bene, non non sono aspetti economici e non sono aspetti di nessun tipo che m'interessan, m'interessa solo far bene… Quando, specifico un'altra cosa, quando dico "mi diverto", non è che è un divertimento 'sto lavoro, mi diverto nel senso che ho una squadra di ragazzi che mi seguono, stiam facendo…stiam provando…concettualmente dei lavori particolari, eccetera, e questo è il divertimento, non è: se perdo mi diverto. Se perdo m'incazzo e non dormo per tre notti, se perdo sono in…spengo il cellulare e non voglio sentir nessuno, litigo a casa, litigo con tutti, non son mollo neanche qua. Anzi, sono più nervoso di tanti altri magari. Una sconfitta per me è un macigno nella testa, soffro tantissimo. Devo fare la mia autobiografia, vero, per farvi capire, per farla finita? Io vorrei più onestà professionale, io il calcio…io il calcio non lo maltratto, io il calcio, io al calcio gli voglio bene…voglio bene al calcio, soprattutto sono…ho spirito nazionalista: il calcio italiano, gli allenatori italiani, i giocatori, a tut…cioè, il b…io non voglio maltrattarlo con sterili polemiche, con cose da bassofondo. Guardiamo avanti invece, guardiamo avanti… poi l'allenatore, se perde, paga, non è un problema quello. […] Io son fatto così, son coragioso, non sono mollo. [uscendo] Vi saluta il mollo!”

Alberto Malesani (1954) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Dalla conferenza stampa al Genoa, 1 dicembre 2011 ( video su YouTube https://www.youtube.com/watch?v=hBVQAOO6zmM, video su YouTube https://www.youtube.com/watch?v=vNcSWOoUQU4)

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“Giordano Bruno nella teologia proclamò il panteismo. Nella cosmologia intuì l'infinità dello spazio. Nell'astronomia sostituì il sistema eliocentrico a quello geocentrico. Nella biologia affermò l'esistenza della vita in tutta la natura. Nella psicologia dimostrò il pampsichismo, cioè l'animismo universale. Nell'etica gettò le basi di una morale positiva, areligiosa e indipendente sostenendo che tutto l'universo è pervaso da una teleologia immanente, per cui si perfeziona e si migliora ogni cosa, essendo la natura causa, legge e finalità a se stessa. Distruttore dei pregiudizi dei suoi tempi, egli – soprattutto – ricostruì la scienza e la filosofia della natura; distrusse le antitesi della metafisica, nella filosofia e nella scienza. Combatté l'antitesi tra la forma e la materia, sostenuta dai filosofi dualisti. Combatté l'antitesi tra il cielo e la terra, sostenendo l'unità di questi, la teoria geocentrica e l'ipotesi della pluralità dei mondi. combatté l'antitesi tra lo spirito e la materia, tra l'anima e il corpo, tra il senso e l'intelletto, sostenuta dagli psicologi dualisti, conciliando questi termini, creduti contraddittori, e sostenendo l'unità dello spirito e della materia, l'inseparabilità dell'anima e del corpo e l'identità del senso e dell'intelletto. Contro le antitesi tra la causalità cosmica e la volontà divina, tra la necessità naturale e la libertà morale, tra la finalità trascendente e la finalità immanente, tra il bene ed il male, si sforzò di conciliare tutte queste antinomie, riportando i contrari all'unità assoluta, dove tutte le differenze restano eliminate. Contro il dualismo tra Dio e la Natura, sostenne che Dio non è una causa esteriore al mondo, ma un artista interiore, un principio efficiente, informativo dal di dentro.”

Guido del Giudice (1957) scrittore italiano

da Sintesi del pensiero bruniano http://web.archive.org/web/20160325232940/http://www.giordanobruno.info/nolano/filosofia.htm, GiordanoBruno.com, 25 marzo 2016

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“Sì, questa è stata la mia sorte fin dalla mia prima infanzia! Tutti leggevano sul mio viso i segni di brutte qualità che non avevo; ma le supponevano, e coì sono nate. Ero riservato; mi rimproveravano di essere malizioso; così sono diventato chiuso. Sentivo profondamente il bene e il male; nessuno mi coccolava, tutti mi offendevano: così sono diventato permaloso; ero cupo mentre gli altri bambini erano allegri e chiacchieroni; io mi sentivo superiore a loro, e loro mi consideravano inferiore. Sono diventato invidioso. Ero pronto ad amare tutto il mondo, ma nessuno mi ha capito: allora ho imparato a odiare. La mia giovinezza incolore è trascorsa nella lotta contro me stesso e il mondo; i miei sentimenti migliori, per timore di venire deriso, li ho sepolti nel profondo del cuore: e lì sono morti. Dicevo la verità, ma non mi credevano: ho cominciato a ingannare; dopo avere conosciuto bene il mondo e le molle della società mi sono fatto esperto dell'arte di vivere e ho visto che gli altri erano felici senz'arte, godevano gratis di quei vantaggi che io cercavo di ottenere così instancabilmente. Allora nel mio petto è nata la disperazione: non quella disperazione che si cura con un colpo di pistola, ma una disperazione fredda, impotente, nascosta dietro l'amabilità e un sorriso benevolo. Sono diventato un invalido morale: una metà della mia anima non esisteva, si era disseccata, era evaporata, era morta, io l'ho amputata e gettata via; invece l'altra reagiva e viveva al servizio di ognuno, ma questo nessuno lo ha notato, perché nessuno sapeva dell'esistenza dell'altra metà morta.”

1996, p. 126
Un eroe del nostro tempo

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“Sono vegetariano nell'anima.”

Jacques Derrida (1930–2004) filosofo francese

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Origine: Citato in David Wood, Come non mangiare. Decostruzione e umanismo, in Jackie D. (rivista Animot. L'altra filosofia, n. 1, anno 1, giugno 2014), Graphe.it edizioni, p. 141 http://books.google.it/books?id=9STcAwAAQBAJ&pg=PA141: "Si dice che Derrida, durante la conferenza di Cerisy nell'estate del 1993, abbia affermato: «sono vegetariano nell'anima»."

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“L'aver un certo mobile arredato un tempo le stanze di Maria Antonietta può dare un brivido anche a un'anima delicata, oltre che scuotere la grossolana fibra d'un parvenu.”

Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena (1755–1793) regina consorte di Francia e di Navarra e moglie di Luigi XVI

Mario Praz
Citazioni su Maria Antonietta

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“Io credo che se c'è qualcosa che contraddistingue Urbino è proprio d'essere un luogo dell'anima.”

Umberto Piersanti (1941) poeta italiano

Origine: Dalla trasmissione televisiva Linea Verde Orizzonti, Rai 1, 9 aprile 2016; video disponibile su Linea Verde Orizzonti - Pesaro e Urbino: due città, un solo capoluogo http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ccbfa51d-7eed-4e0b-a269-de6bb4d1d47b.html#p=0, Rai.tv, 9 aprile 2016.

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“Io, modestamente, so di vivere in un continuo colloquio con Dio, così serio e intenso che molti cattolici e molti preti non hanno mai sentito nella loro anima.”

Benedetto Croce (1866–1952) filosofo, storico e politico italiano

Origine: Da Dialogo su Dio: carteggio 1941-1952, Archinto, Milano, 2007, p. 22.

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“[Segesta] Il tempio di Segesta sembra essere stato posto ai piedi della montagna da un uomo geniale che aveva avuto la rivelazione del punto unico in cui lo doveva erigere. Anima da solo l'immensità del paesaggio che vivifica ed abbellisce divinamente.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Citato in Quando Segesta affascinò Alberto Moravia http://palermo.repubblica.it/dettaglio/quando-segesta-affascino-alberto-moravia/1401211/2, Repubblica.it, 6 dicembre 2007.

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“Esilio sull'Himalaya, di Marino Piazzolla ha anzitutto questo valore di espressione di un'avventura, di un viaggio dell'anima dall'ignoranza e dall'oblio alla più desta veglia; il dolore di essere uomo è ansia di metamorfosi ed anche invocazione di speranza.”

María Zambrano (1905–1991) filosofa e saggista spagnola

Origine: Da Il poeta italiano Marino Piazzolla, in Luoghi della poesia, traduzione di Armando Savignano, Bompiani, Milano, 2014, p. 580 https://books.google.it/books?id=2cw7BQAAQBAJ&pg=PT580. ISBN 8858761960

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“XVIII ALLA SUA DONNA                Cara beltà che amore             Lunge m’inspiri o nascondendo il viso,             Fuor se nel sonno il core             Ombra diva mi scuoti,         5  O ne’ campi ove splenda             Più vago il giorno e di natura il riso;             Forse tu l’innocente             Secol beasti che dall’oro ha nome,             Or leve intra la gente       10  Anima voli? o te la sorte avara             Ch’a noi t’asconde, agli avvenir prepara?                Viva mirarti omai             Nulla spene m’avanza;             S’allor non fosse, allor che ignudo e solo       15  Per novo calle a peregrina stanza             Verrà lo spirto mio. Già sul novello             Aprir di mia giornata incerta e bruna,             Te viatrice in questo arido suolo             Io mi pensai. Ma non è cosa in terra       20  Che ti somigli; e s’anco pari alcuna             Ti fosse al volto, agli atti, alla favella,             Saria, così conforme, assai men bella.                Fra cotanto dolore             Quanto all’umana età propose il fato,       25  Se vera e quale il mio pensier ti pinge,             Alcun t’amasse in terra, a lui pur fora             Questo viver beato:             E ben chiaro vegg’io siccome ancora             Seguir loda e virtù qual ne’ prim’anni       30  L’amor tuo mi farebbe. Or non aggiunse             Il ciel nullo conforto ai nostri affanni;             E teco la mortal vita saria             Simile a quella che nel cielo india.                Per le valli, ove suona       35  Del faticoso agricoltore il canto,             Ed io seggo e mi lagno             Del giovanile error che m’abbandona;             E per li poggi, ov’io rimembro e piagno             I perduti desiri, e la perduta       40  Speme de’ giorni miei; di te pensando,             A palpitar mi sveglio. E potess’io,             Nel secol tetro e in questo aer nefando,             L’alta specie serbar; che dell’imago,             Poi che del ver m’è tolto, assai m’appago.       45     Se dell’eterne idee             L’una sei tu, cui di sensibil forma             Sdegni l’eterno senno esser vestita,             E fra caduche spoglie             Provar gli affanni di funerea vita;       50  O s’altra terra ne’ superni giri             Fra’ mondi innumerabili t’accoglie,             E più vaga del Sol prossima stella             T’irraggia, e più benigno etere spiri;             Di qua dove son gli anni infausti e brevi,       55  Questo d’ignoto amante inno ricevi.”

Canti: Poems / A Bilingual Edition

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