Frasi su antico
pagina 14

Vincenzo Cardarelli photo
Brandon Sanderson photo
Jorge Luis Borges photo
Lorenzo Giustiniani photo
Alda Merini photo
Giacomo Leopardi photo
Alexandre Dumas (padre) photo
Gabriel García Márquez photo
Rainer Maria Rilke photo
Peter Sloterdijk photo
Evangeline Walton photo
Patrick O'Brian photo
John Fante photo
Emilio Salgari photo
Plutarco photo
Frank Herbert photo
Giacomo Leopardi photo
Alessandro Manzoni photo
Octavia Estelle Butler photo
Bertrand Russell photo
Sofocle photo

“EDIPO - Non venirmi più a dire che non ho fatto ciò che era meglio, non darmi più consigli. Io non so con quali occhi, vedendo, avrei guardato mio padre, una volta disceso nell'Ade, o la misera madre: verso entrambi ho commesso atti, per cui non sarebbe bastato impiccarmi. O forse potevo desiderare la vista dei figli, nati come nacquero? No davvero, mai, per i miei occhi; e neppure la città, né le mura, né le sacre immagini degli dèi: di tutto ciò io sventuratissimo, l'uomo più illustre fra i Tebani, privai me stesso, proclamando che tutti scacciassero l'empio, l'individuo rivelato agli dèi impuro e figlio di Laio. Dopo avere denunziato così la mia infamia, dovevo guardare a fronte alta questi cittadini? No, affatto: anzi, se fosse stato possibile otturare nelle mie orecchie anche la fonte dell'udito, non avrei esitato a sbarrare del tutto questo misero corpo, così da essere sordo, oltre che cieco. È dolce per l'animo dimorare fuori dai mali. Ahi, Citerone, perché mi accogliesti? Perché, dopo avermi preso, non mi uccidesti subito, così che io non rivelassi mai agli uomini da chi sono nato? O Polibo e Corinto, e voi, che credevo antiche dimore degli avi, quale bellezza colma di male nutrivate in me: ora scopro d'essere uno sventurato, nato da sventurati! O tre strade e nascosta vallata, o querceto e gola alla convergenza delle tre vie, che beveste il sangue di mio padre, il mio, dalle mie stesse mani versato, vi ricordate di me? Quali delitti commisi presso di voi, e quali altri poi, giunto qui, ancora commisi! O nozze, voi mi generaste: e dopo avermi generato suscitaste ancora lo stesso seme, e mostraste padri, fratelli, figli, tutti dello stesso sangue; e spose insieme mogli e madri, e ogni cosa più turpe che esiste fra gli uomini. Ma, poiché ciò che non è bello fare non bisogna neppure dire, nascondetemi al più presto, per gli dèi, via di qui, o uccidetemi, o precipitatemi in mare, dove non mi vedrete mai più. Venite, non disdegnate di toccare un infelice; datemi ascolto, non temete: i miei mali nessun altro mortale può portarli, tranne me.

Sofocle, Edipo Re [Esodo]”

Sofocle (-496–-406 a.C.) tragediografo ateniese

Oedipus Rex

Luciano De Crescenzo photo
Gabriel García Márquez photo
Stefano Benni photo
Luigi Pirandello photo
Gustave Flaubert photo
Jane Austen photo
Gustave Flaubert photo
Dacia Maraini photo
Irène Némirovsky photo
James Frey photo
Christa Wolf photo
Pier Paolo Pasolini photo
Amélie Nothomb photo

“- Andiamo al British Museum.
Detto fatto. Per non perderci, ci demmo appuntamento a mezzogiorno in Mesopotamia. Non è una cosa da tutti i giorni poter fissare un appuntamento in un posto del genere.
In quel tipo di edifici, apprezzo ancora di più l’insieme che il dettaglio. Mi piace passeggiare, senza altra logica che il mio piacere, dall’antico Egitto alle Galapagos passando per Sumer. Ingozzarmi di tutta l’assiriologia mi rimarrebbe sullo stomaco, mentre piluccare qualche carattere cuneiforme a mo’ di aperitivo, rune come antipasto, la stele di Rosetta come piatto principale e delle mani a negativo preistoriche come dessert manda in estasi le mie papille.
Quello che non sopporto, nei musei, è il passo lento e solenne che le persone si credono obbligate in cuor loro ad adottare. Quanto a me, mi sposto con passo ginnico, abbracciando con lo sguardo vaste prospettive: che si tratti di archeologia o di pittura impressionista, ho notato i vantaggi di questo metodo. Il primo è evitare l’atroce effetto guida turistica: “Ammirate la bonarietà dello sceicco el-Beled: non vi sembra di averlo incrociato ieri al mercato?” oppure: “Una controversia oppone la Grecia e il Regno Unito a proposito del fregio del Partenone.” Il secondo è concomitante al primo: rende impossibili i commenti all’uscita dal museo. I Bouvard e Pécuchet moderni devono chiudere il becco. Il terzo vantaggio, e non il meno importante per quanto mi riguarda, è che impedisce l’insorgere del terribile mal di schiena museale.
Intorno a mezzogiorno, mi resi conto di essermi persa. Affrontai un responsabile in questi termini:
– Mesopotamia, please.
– Third floor, turn to the left – mi venne risposto nel modo più semplice possibile.
E questa è la dimostrazione che ci si sbaglia nel ritenere la Mesopotamia tanto inaccessibile.”

Pétronille

Pier Paolo Pasolini photo
William Shakespeare photo
Roberto Calasso photo

“I Cristiani quando costruivano chiese nei luoghi dei santuari pagani e accoglievano antichi capitelli e fusti di colonne nelle loro navate, si comportavano come Eracle con il leone di Nemea, come Atena con la Gorgone. Nel rapporto con il mostro, essenziale è innanzi tutto questo: che il mostro possiede o protegge o addirittura è il tesoro. Ucciderlo vuol dire incorporarlo, sostituirlo. L'eroe diventerà egli stesso il nuovo mostro, rivestito della pelle del vecchio e ornato di qualche sua metonimica spoglia. Così la testa di Eracle non accetta più di mostrarsi se non tra le fauci inerti del leone che ha sconfitto.
Il mostro è il più prezioso tra i nemici: perciò è il nemico che si cerca. Gli altri nemici posso semplicemente assaltarci: sono i Giganti, i Titani, rappresentanti di un ordine che sta per essere soppiantato o vuole vendicarsi per essere stato soppiantato. Tutt'altra è la natura del mostro. Il mostro aspetta vicino alla sorgente. Il mostro è la sorgente. Non ha bisogna dell'eroe. E' l'eroe che ha bisogno di lui per esistere, perché la sua potenza sarà protetta dal mostro e al mostro va strappata. Quando l'eroe affronta il mostro, non ha ancora potere, né sapienza. Il mostro è il suo padre segreto, che lo investirà di un potere e di una sapienza che sono soltanto di un singolo, e soltanto il mostro gli può trasmettere.
Il mostro, in origine, stava al centro, al centro della terra e del cielo, là dove sgorgano le acque. Quando il mostro fu ucciso dall'eroe, il suo corpo smembrato migrò e si ricompose ai quattro angoli del mondo. Poi cinse il mondo in un cerchio, di squame e di acque. Era il margine composito del tutto. Era la cornice. Che la cornice fosse il luogo del mostro lo sapevano anche gli artefici delle cornici barocche: ben più intricate, ben più folte, ben più arcaiche di tutti gli idilli che racchiudevano - e forse, un giorno, avrebbero soffocato. Poi venne il momento in cui non si vollero più le cornici. I musei ospitarono quadri senza cornici, che sembravano spogliati. La cornice non è l'antiquato, ma il remoto. Scomparsa la cornice, il mostro perde la sua ultima dimora. E torna a vagare, ovunque.”

Roberto Calasso (1941) scrittore italiano

Οι γάμοι του Κάδμου και της Αρμονίας

John Williams photo
Sigmund Freud photo
Kader Abdolah photo
Marguerite Yourcenar photo
Natalia Ginzburg photo
Italo Svevo photo
Haile Selassie photo
Indro Montanelli photo
Norodom Sihanouk photo

“I Khmer Rossi non volevano essere semplicemente dei comunisti; volevano essere estremisti. La loro filosofia era un misto di nazismo e di rivoluzionarismo culturale cinese. Volevano che la Cambogia avesse un nome nella storia, renderla ancora più potente di quanto fosse nel periodo di Angkor, tra il nono e dodicesimo secolo, quando l'antico regno di Cambogia dominava tutta questa parte del mondo. Dicevano inoltre che per avere una nazione grande, tutti dovevano essere impavidi, come il popolo di Sparta nella Grecia antica. Avevano buone ragioni per pensare di riuscire. Il loro ragionamento era questo: siccome abbiamo sconfitto gli americani e siamo riusciti a avere il miglior esercito del mondo, perché dovremmo fallire nei nostri tentativi di rendere il resto della nazione puro, impavido e esperto come il nostro esercito?”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

The Khmer Rouge didn't want to be just Communists. They wanted to be extremists. Their philosophy was a mixture of Hitlerism and Chinese cultural revolutionism. They wanted Cambodia to have a name in history, to be even more powerful than we were during the period of Angkor between the Ninth and 12th centuries, when the ancient kingdom of Cambodia dominated this entire part of the world. And in order to be a great nation, they said, everybody must be tough, like the people of Sparta in ancient Greece. And they had reason to believe they could succeed. The Khmer reasoning was this: Since we defeated the Americans and succeeded in having the best army in the world, why should we fail in our attempts to make the rest of the nation as pure, as tough, as skillful as our army?
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: I Khmer Rossi non volevano essere semplicemente dei comunisti; volevano essere estremisti. La loro filosofia era un misto di nazismo e di rivoluzionarismo culturale cinese. Volevano che la Cambogia avesse un nome nella storia, renderla ancora più potente di quanto fosse nel periodo di Angkor, tra il nono e dodicesimo secolo, quando l'antico regno di Cambogia dominava tutta questa parte del mondo. Dicevano inoltre che per avere una nazione grande, tutti dovevano essere impavidi, come il popolo di Sparta nella Grecia antica. Avevano buone ragioni per pensare di riuscire. Il loro ragionamento era questo: siccome abbiamo sconfitto gli americani e siamo riusciti a avere il miglior esercito del mondo, perché dovremmo fallire nei nostri tentativi di rendere il resto della nazione puro, impavido e esperto come il nostro esercito?

Emily Dickinson photo
Serse Cosmi photo
Henry De Montherlant photo
Stalin photo
Henry De Montherlant photo
Mark Twain photo
Christopher Hitchens photo
Albert Einstein photo

“L'origine psicologica del concetto di spazio, o della necessità di esso, è lungi dall'essere così ovvia come potrebbe apparire in base al nostro abituale modo di pensare. Gli antichi geometri trattano di oggetti mentali (retta, punto, superficie), ma non propriamente dello spazio in quanto tale, come più tardi è stato fatto dalla geometria analitica. Il concetto di spazio, tuttavia, è suggerito da certe esperienze primitive. Supponiamo che si sia costruita una scatola. Vi si possono disporre in un certo ordine degli oggetti, in modo che essa risulti piena. La possibilità di queste disposizioni è una proprietà dell'oggetto materiale "scatola", qualcosa che è dato con la scatola, lo "spazio racchiuso" dalla scatola. Questo è qualcosa di differente per le varie scatole, qualcosa che in modo del tutto naturale viene pensato come indipendente dal fatto che vi siano o no, in generale, degli oggetti nella scatola, Quando non vi sono oggetti nella scatola, il suo spazio appare "vuoto". Fin qui, il nostro concetto di spazio è stato associato alla scatola. Ci si accorge però che le possibilità di disposizione che formano lo spazio-scatola sono indipendenti dallo spessore delle pareti della scatola. Non sarebbe possibile ridurre a zero tale spessore, senza che si abbia per risultato la perdita dello "spazio"? La naturalezza di tale passaggio al limite è ovvia, e ora rimane al nostro pensiero lo spazio senza scatola, una cosa autonoma, che tuttavia appare così irreale se dimentichiamo l'origine di tale concetto. Si può capire che ripugnasse a Descartes il considerare lo spazio come indipendente da oggetti corporei, capace di esistere senza materia.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Cartesio, Principia philosophiae, II, 16: «[...] se dal solo fatto che un corpo è esteso in lunghezza, larghezza e profondità concludiamo giustamente che esso è una sostanza, perché ripugna del tutto che il nulla abbia un'estensione, lo stesso si deve concludere anche per lo spazio supposto vuoto; infatti, poiché in esso vi è estensione, necessariamente vi è anche sostanza.»
Origine: Relatività. [Esposizione divulgativa], pp. 295-296

Giacomo Leopardi photo

“In molte opere di mano dove c'è qualche pericolo o di fallare o di rompere ec., una delle cose piú necessarie perché riescano bene è non pensare al pericolo e portarsi con franchezza. […] Ma noi timidissimi, non solamente sapendo che si può errare, ma avendo sempre avanti gli occhi l'esempio di chi ha errato e di chi erra, e però pensando sempre al pericolo (e con ragione perché vediamo il gusto corrotto del secolo che facilissimamente ci trasporterebbe in sommi errori, osserviamo le cadute di molti che per certa libertà di pensare e di comporre partoriscono mostri, come sono al presente, per esempio, i romantici) non ci arrischiamo di scostarci, non dirò dall'esempio degli antichi e dei classici, che molti pur sapranno abbandonare, ma da quelle regole (ottime e classiche ma sempre regole) che ci siamo formate in mente, e diamo in voli bassi, né mai osiamo di alzarci con quella negligente e sicura e non curante e dirò pure ignorante franchezza, che è necessaria nelle somme opere dell'arte, onde pel timore di non fare cose pessime, non ci attentiamo di farne delle ottime, e ne facciamo delle mediocri, non dico già mediocri di quella mediocrità che riprende Orazio, e che in poesia è insopportabile, ma mediocri nel genere delle buone cioè lavorate, studiate, pulitissime, armonia espressiva, bel verso, bella lingua, Classici ottimamente imitati, belle imagini, belle similitudini, somma proprietà di parole, (la quale soprattutto tradisce l'arte) insomma tutto, ma che non son quelle, non sono quelle cose secolari e mondiali, insomma non c'è piú Omero, Dante, l'Ariosto, insomma il Parini, il Monti sono bellissimi ma non hanno nessun difetto. (9–10; 1898, Vol. I, pp. 86-87)”

Zibaldone

Renato Mucci photo
Giorgio De Chirico photo
Alberto Ronchey photo
Mark Twain photo
Nelly Sachs photo
Charles Darwin photo
Mark Twain photo
Benedetto Croce photo
Jerome Klapka Jerome photo
Giuseppe Prezzolini photo
Carlo Azeglio Ciampi photo

“[…] se alziamo lo sguardo lassù, sopra il colonnato, vediamo le sedici statue delle Regioni dell'Italia, quante erano un secolo fa. Qui accanto a noi, nel basamento della statua di Vittorio Emanuele II, sono raffigurate le città d'Italia che furono capitali e le antiche Repubbliche marinare. Chi volle questo monumento lo pensò dedicato all'Italia intera, perché l'Italia è fatta delle sue cento città, delle sue Regioni, delle sue Province, dei suoi Comuni.”

Carlo Azeglio Ciampi (1920–2016) 10º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Dal discorso tenuto in occasione dell'inizio dell'anno scolastico 2000/2001 e della riapertura del Vittoriano, 24 settembre 2000. Riportato in Quirinale.it http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=discorso&key=13020.

“Venuta la guerra, Bombacci ed i suoi furono travolti dai suoi gorghi impetuosi. La considerarono la guerra proletaria per eccellenza ed a suo favore si batterono. E quando dopo la nascita della Repubblica Sociale Italiana, l'antico barbuto e lunghichiomato tribuno comunista partì da Roma verso il Nord, egli non ignorava che lassù soltanto la morte lo avrebbe atteso. Ad un amico che lo consigliava a riflettere sull'opportunità di attendere, rispose stanco ed accorato: «Caro mio, già una volta sono stato tacciato di tradimento. Due volte traditore, no. Io parto. Sarà quel che sarà.»”

Cesare Rossi (1887–1967) politico e sindacalista italiano

Nicola Bombacci, l'apostata impiccato. Traditore due volte, no, p. 278
Personaggi di ieri e di oggi
Variante: Venuta la guerra, Bombacci ed i suoi furono travolti dai suoi gorghi impetuosi. La considerarono la guerra proletaria per eccellenza ed a suo favore si batterono. E quando dopo la nascita della Repubblica Sociale Italiana, l'antico barbuto e lunghichiomato tribuno comunista partì da Roma verso il Nord, egli non ignorava che lassù soltanto la morte lo avrebbe atteso. Ad un amico che lo consigliava a riflettere sull'opportunità di attendere, rispose stanco ed accorato: «Caro mio, già una volta sono stato tacciato di tradimento. Due volte traditore, no. Io parto. Sarà quel che sarà». (Nicola Bombacci, l'apostata impiccato. Traditore due volte, no, p. 278)
Origine: Repubblica Sociale Italiana, citata a volte come Repubblica di Salò. voce su Wikipedia.

Rudolf Steiner photo
Teócrito photo
Benedetto Croce photo
Giorgio Vasari photo
Rudolf Steiner photo
Haile Selassie photo
Christopher Hitchens photo
Nando dalla Chiesa photo
Charles Louis Montesquieu photo
Francesco Guccini photo
David Friedrich Strauß photo
Alda Merini photo
Emily Dickinson photo

“La Bibbia è un Volume antico – | scritto da Uomini dissolti | su suggerimento di Sacri Spettri – | Soggetti – Betlemme - | l'Eden – l'antica Dimora – | Satana – il Generale – | Giuda – il Grande Malfattore – | Davide – il Trovatore – | il Peccato – un distinto Precipizio | a cui altri devono resistere – | i Ragazzi che "credono" sono molto soli – | gli altri Ragazzi sono "perduti" – | avesse il Racconto un armonioso Narratore – | tutti i Ragazzi verrebbero – | il Sermone di Orfeo affascinava – | non condannava. (J1545 – F1577”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

Lettere
Variante: La Bibbia è un Volume antico – | scritto da Uomini dissolti | su suggerimento di Sacri Spettri – | Soggetti – Betlemme – | l'Eden – l'antica Dimora – | Satana – il Generale – | Giuda – il Grande Malfattore – | Davide – il Trovatore – | il Peccato – un distinto Precipizio | a cui altri devono resistere – | i Ragazzi che "credono" sono molto soli – | gli altri Ragazzi sono "perduti" – | avesse il Racconto un armonioso Narratore – | tutti i Ragazzi verrebbero – | il Sermone di Orfeo affascinava – | non condannava. (J1545 – F1577

Nzanga Mobutu photo
Haile Selassie photo

“La lettura delle liste [dei confidenti] dell'«O. V. R. A.» se da un lato è penosa dall'altra procura anche delle distrazioni perché vengono fuori certi inattesi nomi e cognomi e certe professioni così singolari che qualche volta provocano il riso e lasciano dubbiosi. Ci si imbatte in barbe austere di antichi democratici, che magari ricoprirono in passato cariche pubbliche; in giornalisti di punta che sembrava avessero nei loro discorsi un fatto personale col vile denaro; in ex ufficiali disposti solo a battersi al di là di ogni ostacolo; in illustri insegnanti tutti intenti a meditazioni filosofiche; in donne di tutte le età e condizioni sociali, dalla femminuccia da conio alla dama del patriziato nero, dalla cocotte d'alto bordo all'onesta vedova di un prode generale; dal tranquillo funzionario di P. S. in pensione al lestofante matricolato; dal tenutario di case da the all'umile fascista carico di figliolanza; dal vecchio corridoista sussidiato da tutti i Governi a qualche prelato illustre, magari promosso Cardinale; dall'uomo politico discorsivo e grafomane che vuole conciliare le espettorazioni cerebrali con l'incasso di qualche foglietto da mille ai vecchi arnesi di polizia che hanno fatto sempre le spie e gli agenti provocatori, così, per consuetudine e per temperamento oltre che per lucro sotto tutti i regimi.”

Cesare Rossi (1887–1967) politico e sindacalista italiano

Arturo Bocchini, il superdittatore giocondo, ovvero la storia della polizia fascista. Un Carlo Marx nelle liste dell'OVRA, pp. 225-226
Personaggi di ieri e di oggi
Variante: La lettura delle liste dell'«O. V. R. A.» se da un lato è penosa dall'altra procura anche delle distrazioni perché vengono fuori certi inattesi nomi e cognomi e certe professioni così singolari che qualche volta provocano il riso e lasciano dubbiosi. Ci si imbatte in barbe austere di antichi democratici, che magari ricoprirono in passato cariche pubbliche; in giornalisti di punta che sembrava avessero nei loro discorsi un fatto personale col vile denaro; in ex ufficiali disposti solo a battersi al di là di ogni ostacolo; in illustri insegnanti tutti intenti a meditazioni filosofiche; in donne di tutte le età e condizioni sociali, dalla femminuccia da conio alla dama del patriziato nero, dalla cocotte d'alto bordo all'onesta vedova di un prode generale; dal tranquillo funzionario di P. S. in pensione al lestofante matricolato; dal tenutario di case da the all'umile fascista carico di figliolanza; dal vecchio corridoista sussidiato da tutti i Governi a qualche prelato illustre, magari promosso Cardinale; dall'uomo politico discorsivo e grafomane che vuole conciliare le espettorazioni cerebrali con l'incasso di qualche foglietto da mille ai vecchi arnesi di polizia che hanno fatto sempre le spie e gli agenti provocatori, così, per consuetudine e per temperamento oltre che per lucro sotto tutti i regimi. (Arturo Bocchini, il superdittatore giocondo, ovvero la storia della polizia fascista. La fortuna di una sigla, pp. 225-226)

Enver Hoxha photo
Jerome Klapka Jerome photo
Ernst Hans Josef Gombrich photo
Maya Tiwari photo
Guy de Maupassant photo

“Dopo aver visitato le antiche e nobili dimore di Genova e ammirato alcuni quadri fra i quali i tre capolavori di Van Dyck, non rimane da vedere che il Camposanto, il più bizzarro, sorprendente, macabro e comico museo di sculture funebri che vi sia al mondo. Lungo l'immenso quadrilatero corre una galleria, come un chiostro gigantesco aperto su un cortile che accoglie le tombe dei poveri ricoperte da lapidi bianche come neve. Percorrendola, si passa davanti a una processione di borghesi di marmo che piangono i loro morti.
Che mistero! Queste statue testimoniano una grande capacità, un vero talento da parte degli artigiani che le hanno realizzate. La natura dei vestiti, delle camicie, dei pantaloni rivela una lavorazione di fattura stupefacente. Ho visto un abito di amoerro a cui i tagli netti della stoffa davano un aspetto di totale verosimiglianza. Non vi è niente di più irresistibilmente grottesco, mostruosamente ordinario, indegnamente comune di queste persone che piangono gli amati congiunti.
Di chi è la colpa? Dello scultore, che nei lineamenti dei suoi modelli ha visto soltanto la volgarità dei borghesi moderni e non ha saputo trovarvi quel riflesso superiore d'umanità che i pittori fiamminghi hanno colto così bene nei tipi più laidi e plebei della loro razza? Dei borghesi, ai quali il basso livello di civilizzazione democratica ha eroso e cancellato ogni carattere distintivo e ha fatto perdere i segni di originalità di cui ogni classe sociale è sempre stata dotata?
I Genovesi sembrano molto fieri di questo sorprendente museo che disorienta e rende difficile il giudizio.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Origine: La vita errante, pp. 45-46

Kwame Nkrumah photo