Frasi su meglio
pagina 25

Cameron Diaz photo
Carlo Tavecchio photo
Daisetsu Teitarō Suzuki photo
Hugo Von Hofmannsthal photo
Marguerite Yourcenar photo
Belén Rodríguez photo
Ernst Jünger photo
Giuseppe Ruvolo photo
Michele Serra photo
Andrea Pazienza photo
Cartesio photo
Nicholas Sparks photo

“Esiste lo stile Juve, esiste la mentalità della Juve. Solo giocando lì capisci che significa, uno stile vincente che ti fa essere sempre lì tra le prime. Per organizzazione e cultura del lavoro si vede la differenza ed è giusto che poi vinca chi è organizzato meglio, chi fa il miglior calcio e ha le strutture più adatte.”

Giuliano Giannichedda (1974) dirigente sportivo e ex calciatore italiano

Citato in Giorgio Marota, Esclusiva. Giannichedda: "Lazio, gioca come sai e non avrai problemi. Biglia decisivo, mi rivedo in Cataldi" http://www.lazionews.eu/2015/10/04/esclusiva-giannichedda-lazio-batti-il-frosinone-e-torna-grande-il-nuovo-giannichedda-dico-cataldi/, Lazio News, 3 ottobre 2015

Duiliu Zamfirescu photo
Ho Chi Minh photo
Giuseppe Corasaniti photo

“Bisogna costruire, giorno per giorno, una vera politica dell'innovazione tecnologica nella giustizia non solo annunciata ma concretamente praticata, con una migliore utilizzazione delle risorse disponibili e su un rinnovamento procedurale basato su strumenti informatici avanzati di trattamento ed elaborazione dei dati giudiziari e processuali, e oggi strumenti informatici avanzati non significa costi elevati, al contrario.
Ogni giorno di più l'arretratezza sul terreno dell'innovazione nella giustizia si traduce in un passo indietro sul terreno dell'innovazione pubblica complessiva, e la schematicità di certe soluzioni sconta, a volte, anche la mancanza di una progettualità "di sistema" nel settore dell'informatica giuridica e giudiziaria rinunciando alle molte prospettive di interazione interna ed esterna (a cominciare dalla scarsa propensione di molti all'uso quotidiano ed efficace degli strumenti informatici disponibili o nella incapacità di individuare ed adottare caso per caso soluzioni informatiche in grado di porsi come "interfacce" condivise semplici e diffuse, ed il processo telematico costituisce forse un significativo banco di prova per i magistrati, ma anche per gli avvocati).
Ed in questo occorre allora un impegno diretto senza deleghe all'esterno cioè a uffici particolari o a referenti particolari, o mantenendo la consueta (e deleteria a mio modo di vedere) politica delloutsourcing. L'innovazione implica un impegno all'interno dei nostri uffici, un impegno locale e insieme globale, ma un impegno diretto e non una delega costante agli "specialisti".
E una politica dell'innovazione implica anche un completo ripensamento delle strutture dedicate: il sistema dei referenti distrettuali ha dieci anni, risente di un'articolazione rigida e inattuale e non ha dato molti risultati concreti o, meglio, non sono mancate esperienze innovative in qualche caso molto interessanti, ma esse non si sono tradotte in riferimenti generali.”

Giuseppe Corasaniti (1957) magistrato italiano

dall'intervento al XXIX Congresso della ANM, 2008; citato in Le proposte della Magistratura http://archivio.associazionenazionalemagistrati.it/media/71664/Atti%202008.pdf, archivio.associazionenazionalemagistrati.it

Daniela Santanchè photo
Vittorio Messori photo
Friedrich Engels photo
Ptahhotep photo
Paul Valéry photo
Robert T. Bakker photo
Benjamin Graham photo
Alessandro Manzoni photo
Daniel Bryan photo
Ilona Staller photo

“In molte città d'Europa la prostituzione è legalizzata, in Italia no. Si fa finta di non vederla, ma c'è. Invece di mandare le prostitute per strada, sarebbe meglio un quartiere a luci rosse, e strutture nelle quali possano essere tutelate, nell'igiene e nei pericoli.”

Ilona Staller (1951) attrice pornografica, cantante e politica ungherese naturalizzata italiana

Origine: Citato in Cicciolina intramontabile: "A 63 anni voglio fare un ultimo film porno, ma di qualità" http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11757889/Cicciolina-intramontabile---A-63.html, Libero.it, 18 febbraio 2015.

Daniel Pennac photo

“[…] si immagini da qualche parte in un romanzo, questo la aiuterà a lottare contro la paura.”

il vecchietto killer : XXXVII; p. 192
Il paradiso degli orchi
Variante: Si immagini da qualche parte in un romanzo, questo la aiuterà a lottare contro la paura.

“La classicità non è la serie dei nostri grandi libri, che certo aiutano a meglio intender l'uomo: è un modo di sentire e di pensare, mutando la meraviglia in forma oggettiva.”

Francesco Flora (1891–1962) critico letterario e scrittore italiano

Origine: Citato in Walter Binni e Riccardo Scrivano, Antologia della critica letteraria, p. 1183

Hans Urs Von Balthasar photo
Piero Bargellini photo

“[Parlando in consiglio comune dell'alluvione] Sulle prime, si è diffuso in tutti noi un senso di impotenza, sia per l'isolamento in cui ci siamo trovati nei momenti drammatici dell'inondazione sia per le proporzioni assunte dal disastro. […] Il criterio cui ci siamo ispirati è stato quello di richiedere natanti in grado di portare i primi soccorsi (ma in comune sono affluiti mezzi inadeguati alla necessità). Poi abbiamo cercato di portare cibo e acqua nelle zone rimaste sommerse. Ci siamo trovati davanti alla gente che rifiutava la cioccolata pur di avere pane e acqua. Questo esempio, meglio di qualunque altro, ci ha dato l'esatta misura di ciò che occorre a Firenze. Perciò abbiamo inviato richieste di cibo al governo e in tutte le parti d'Italia; le colonne hanno cominciato ad affluire poche ore dopo il ritiro delle acque e, attraverso i centri di smistamento realizzati dal nostro personale, abbiamo dato il via ai rifornimenti. […] Bisogna però fare tanto di più e abbiamo bisogno di tante cose. Ecco perché occorre sviluppare un'azione coordinata che impegni la giunta e i rappresentanti del consiglio nei piccoli come nei grandi eventi. […] Il Capo dello Stato ha potuto rendersi conto dell'immensità del disastro poiché ho personalmente insistito per la modifica dell'itinerario che era stato predisposto. Siamo stati nelle zone centrali e nel rione Santa Croce e avrei voluto accompagnarlo in Oltrarno verso Villamagna e il Bandino. Era già predisposto un barcone, ma le autorità non hanno voluto che il presidente andasse dall'altra parte del fiume e lo stesso onorevole Saragat, a questo punto, ha detto di aver visto abbastanza e di essersi reso conto delle proporzioni della sciagura. "Non credevo – è stato il suo commento – che il disastro fosse di questa misura". Ecco perché oggi Firenze è in condizione di chiedere tutti quegli aiuti che gli che sono necessari a farla risorgere.”

Piero Bargellini (1897–1980) scrittore e politico italiano

citato da L'alluvione di Piero Bargellini di Bernardina Bargellini Nardi, pag. 45-46

Rayden photo
Howard Lyman photo
Luigi Pirandello photo

“E qual rovinio era sopravvenuto in Sicilia di tutte le illusioni, di tutta la fervida fede, con cui s'era accesa alla rivolta! Povera isola, trattata come terra di conquista! Poveri isolani, trattati come barbari che bisognava incivilire! Ed erano calati i Continentali a incivilirli… e i tribunali militari, e i furti, gli assassinii, le grassazioni, orditi ed eseguiti dalla nuova polizia in nome del Real Governo; e falsificazioni e sottrazioni di documenti e processi politici ignominiosi: tutto il primo governo della Destra parlamentare! E poi era venuta la Sinistra al potere, e aveva cominciato anch'essa con provvedimenti eccezionali per la Sicilia… – Ridere, ridere! – incalzò donna Caterina con più foga. – Lo sa bene anche lei come quegli ideali si sono tradotti in realtà per il popolo siciliano! Che n'ha avuto? Com'è stato trattato? Oppresso, vessato, abbandonato e vilipeso! Gli ideali del Quarantotto e del Sessanta? Ma tutti i vecchi qua gridano: Meglio prima! Meglio prima! La Francia che soffia nel fuoco? Lei si conforta così? Sono tutte calunnie, le solite, quelle che ripetono i ministri, facendo eco ai prefetti e ai tirannelli locali capielettori; per mascherare trenta e più anni di malgoverno! Qua c'è la fame, caro signore, nelle campagne e nelle zolfare; i latifondi, la tirannia feudale dei cosiddetti cappelli, le tasse comunali che succhiano l'ultimo sangue a gente che non ha neanche da comperarsi il pane! Si stia zitto! Si stia zitto! Perché voi lo vedrete, – concluse. Faccio una facile profezia: non passerà un anno, assisteremo a scene di sangue.”

cap. III, p. 59
I vecchi e i giovani

Emile Zola photo
Martín Lutero photo
Lorenzo de' Medici photo

“Se ci è alcuna a chi la fava piaccia, | la meglio infranta abbiam che ci si faccia, | con un pestel che insino a' gusci schiaccia, | ma a menar forte ell'esce de' mortai.”

Lorenzo de' Medici (1449–1492) scrittore, politico e mecenate italiano

da Canzona de' fornai, vv. 11-14
Canti carnascialeschi

Alphonse Karr photo

“L'amicizia si tratta per posta meglio che l'amore.”

Alphonse Karr (1808–1890) giornalista e scrittore francese

Origine: Aforismi sulle donne, sull'uomo e sull'amore, p. 18

Rayden photo
Charles Darwin photo
Robert T. Bakker photo
Morgan photo
Guido Bertolaso photo
Barbara Palombelli photo
Clemente Mastella photo

“Mi sto convincendo.”

Clemente Mastella (1947) politico italiano

dall'intervista di Mario Ajello, «Parisi m'ha convinto, meglio il referendum. Dà ai partitini più potere per condizionare» http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/071203/genkr.tif, Il Messaggero, 2 dicembre 2007, p. 3

Beppe Severgnini photo
Federico II del Sacro Romano Impero photo
Roberto Casati photo

“Invitare i lettori a non leggere gli articoli di Wikipedia e a preferire loro la Treccani, la Britannica o un’altra enciclopedia, cartacea o online, ma comunque provvista di un comitato editoriale è una cosa; convincerli davvero a farlo è un’altra. Di fatto, il problema dell’autorevolezza si pone a chiunque cerchi un’informazione. E dato che chiunque cerchi un’informazione ha molte probabilità di farlo usando Google, se un articolo di Wikipedia si trova in cima alla pagina di risposta di Google, come spesso capita, allora è inevitabile che si vada poi a guardare l’articolo di Wikipedia. La battaglia da combattere quindi non è invitare a non consultare Wikipedia o cercare di convincere che sarebbe meglio non guardare Wikipedia, quanto cercare di migliorare la qualità di quello che vi si trova, dato che è lì e non altrove che è probabile che i vostri amici, figli, colleghi e studenti finiranno per guardare, e dato che Wikipedia può venir editata.
Invitare ad intervenire su Wikipedia non è certo esente da rischi; innumerevoli possibilità di inquinamento si profilano all’orizzonte: persone che scrivono elogi ai propri beniamini (inclusi se stessi) e filippiche contro i propri nemici, interventi pubblicitari, vandalismo tribale o religioso, incapacità di mettere due parole in croce, impertinenza, dilettantismo e via dicendo. Ma non c’è nulla di nuovo sotto il sole. L’aneddotica invita a una certa cautela anche nel caso di enciclopedie cartacee di vecchio pelo. L’impareggiabile Edwards, luminosa enciclopedia di filosofia degli anni ’60 dello scorso secolo, avendo subappaltato le voci sulla filosofia italiana, offre al lettore una voce sull’assai marginale ‘Gallarate movement’ che tradisce la volontà del subappaltatore di dar lustro alle sue amicizie. Il Lexicon der Renaissance pubblicato nella ex Germania Orientale poco prima del crollo del Muro di Berlino può servire per un corso sulla cultura di regime della ddr e molto meno per ottenere informazioni sul Rinascimento. Più banalmente le enciclopedie, capitolazioni al tentativo di mettere ordine nel sapere imponendo l’unico registro classificatorio su cui nessuno ha obiezioni, ovvero l’ordine alfabetico, sono inevitabili specchi del loro tempo; non esistono enciclopedie perfette né metodi consensuali per generarle; non esiste un loro lettore da cima a fondo – e quando esiste, è un po’ eccentrico; sono collezioni di frammenti, legati a logiche decisionali che muovono da piani grandiosi e producono compilazioni di liste della spesa. E se servono, come servono, più a chi le scrive che a chi le legge, in quanto aiutano a mettere in forma semplice e concisa un sapere, o in quanto creano o cristallizzano identità culturali; allora la funzione addizionale di Wikipedia è che aiuta molti a chiarirsi le idee; non leggendo, ma scrivendo.”

Roberto Casati (1961) filosofo italiano

cap. Ha senso fare la guerra a Wikipedia?
Contro il colonialismo digitale

Oriana Fallaci photo

“È una macchina diabolica, l'esercito, e il militarismo un ingranaggio mortale. Lo sai qual è la ricetta per fotter le reclute fin dal momento in cui arrivano alla caserma, Bernard? Prima si schierano sul piazzale coi loro abiti borghesi affinché ricordino d'appartenere a una società priva di uguaglianza, vale a dire un consorzio nel quale c'è chi veste bene e chi veste male. Poi gli si infila l'uniforme affinché si illudano d'accedere a un sodalizio di uguali, vale a dire un consorzio nel quale tutti vestono i medesimi panni. Subito dopo si rimbecilliscono con le esercitazioni e le marce che stroncano. E-marciando-cantate-così-tenete il passo. (Però il passo non c'entra, Bernard. C'entra che a cantare non pensano, e a non pensare non s'accorgono di venir fottuti.) Infine si cancella la loro personalità, la loro individualità. Perché il soldato non deve essere un individuo, una persona: deve esser parte d un nucleo perfetto che agisce all'unisono. E lo sai qual è l'ingrediente per ottenere un nucleo perfetto o quasi perfetto? L'odio. L'odio collettivo cioè diretto verso lo stesso bersaglio, e non il bersaglio rappresentato dal nemico che la guerra ti procura o ti procurerà: il bersaglio rappresentato da un paria coi gradi di sergente. Il sergente becero, ignorante, di cui subisci la tirannia che gli è stata delegata dal tenente al quale è stata delegata dal capitano al quale è stata delegata dal maggiore al quale è stata delegata dal colonnello al quale è stata delegata dal generale al quale è stata delegata dalla Macchina, a cui hanno insegnato a berciare come a un cantante si insegna a gorgheggiare do-re-mi-fa-sol-la. Sì, gli hanno insegnato a usare la voce per comandarti e sfotterti e umiliarti, Bernard. E lui la usa nel modo prescritto. «Sei laureato, tu? Bene, allora va' a pulire i cessi.» Al contadino e all'operaio, invece: «Razza di piercolo, da che fogna vieni? Non sai nemmeno contare, somaro?» Poi dispetti, addestramenti forzati, canagliate, fino a quando laureati e contadini e operai lo odiano in uguale misura, e il nucleo quasi perfetto è ottenuto. "Quasi" perché manca il tocco finale, l'ingrediente decisivo, e indovina qual è il tocco finale. L'ingrediente decisivo. È l'amore. L'amore concentrato sullo stesso bersaglio che stavolta è il tenente o meglio ancora il capitano. Insomma l'ufficiale buono, comprensivo, paterno, che ascolta e consola e magari si rivolge a te con il Lei. «È laureato, lei? Bravo, me ne rallegro. È contadino, lei? Bravo, me ne compiaccio. È operaio, lei? Bravo, me ne complimento.» Oppure: «Sì, la rampogna del sergente è stata eccessiva: lo rimprovererò a mia volta. Voglio essere un amico, per voi, in caso di bisogno rivolgetevi a me.» Bisogno? Che bisogno? Ormai l'unico bisogno di cui hanno bisogno è ricevere amore, darlo, e dall'odio per il sergente passano all'amore per il tenente o il capitano. Il-mio-capitano. Per il loro capitano accettano qualsiasi sacrificio, qualsiasi martirio, sono pronti a crepare. Con lui salteranno fuori dalla trincea, con lui si lanceranno contro la mitragliatrice che falcia, con lui uccideranno il nemico cioè il disgraziato che dall'altra parte della barricata ha subìto l'identico trattamento, con lui creperanno come bovi al macello. E questo, inutile dirlo, senza che sospettino d'esser le vittime d'un lurido imbroglio, le ruote di un ingranaggio ben oliato e ben collaudato. Perenne.”

I, IV, I; pp. 110–112
Insciallah

Umberto Saba photo
John Steinbeck photo
Jerome Klapka Jerome photo
Vittorio Feltri photo

“E non è neppure vero, come afferma Fini, che è italiano chi ama l'Italia… Occorre dimostrare di conoscere almeno sommariamente la nostra cultura, le nostre tradizioni, la lingua; e adattarsi o, meglio, sposare i nostri costumi.”

Vittorio Feltri (1943) giornalista italiano

Origine: Da Caro Fini, torna lo stronzo di una volta http://blog.panorama.it/opinioni/2009/11/30/feltri-caro-fini-torna-lo-stronzo-di-una-volta/, Panorama, 30 novembre 2009.

Piero Calamandrei photo
Antonio Razzi photo
Virginia Woolf photo
Carlo Emilio Gadda photo
Adrienne von Speyr photo
Thomas Tryon photo
Ignazio Silone photo
Piero Angela photo
Sergio Zavoli photo
Herman Melville photo
David Grossman photo

“E tu? Mi parli ancora? Mi ricordi? Ti sentirai meglio quando finalmente cadrà la pioggia?”

David Grossman (1954) scrittore e saggista israeliano

Che tu sia per me il coltello

Marco Malvaldi photo
Vittorio Feltri photo
Fabio Tombari photo
Giovanni Verga photo
Jorge Valdano photo
Tarcisio Burgnich photo
Charles Baudelaire photo
Zucchero (cantante) photo

“Il mio stile preferito è quello straccione.”

Zucchero (cantante) (1955) cantautore e musicista italiano

Citazioni di Zucchero
Origine: Citato in R. Cri., Zucchero delude l'amico Gianni «Meglio vestire da straccione» , La Stampa, 24 gennaio 1993, p. 12.

José Mourinho photo

“Penso di avere un problema, ovvero, sto diventando sempre più bravo in ogni aspetto del mio lavoro, che ha avuto un'evoluzione in molte aree differenti: nel modo in cui leggo la partita, nel modo in cui la preparo, nel modo in cui alleno… Mi sento sempre meglio. In una cosa però non sono cambiato: quando affronto la stampa, non sono mai un ipocrita.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Chelsea (2013-2015)
Origine: Da un'intervista rilasciata a Telegraph; citato in Mourinho: "Il mio problema? Divento sempre più bravo" http://www.gazzetta.it/Calcio/Premier-League/09-04-2015/mourinho-ho-problema-divento-sempre-piu-bravo-110394960014.shtml, Gazzetta.it, 9 aprile 2015.

Jorge Valdano photo
Saˁdi photo
Virginia Woolf photo
Giuseppe Garibaldi photo
Jan Narveson photo

“Forse, dal punto di vista dei maiali, è meglio grufolare mezzo morti di fame nella foresta, morendo per il freddo o preda di lupi famelici, piuttosto che vivere in una porcilaia sovraffollata ed essere nutriti a forza fino al punto da non riuscire quasi più a muoversi, neppure se ce ne fosse lo spazio.”

Jan Narveson (1936) filosofo canadese

Origine: Da I diritti degli animali: un riesame, in Aa.Vv., Etica e animali, traduzione di Brunella Casalini, Liguori Editore, Napoli, 1998, p. 42. ISBN 88-207-2686-6

Aldo Palazzeschi photo
Aldo Cazzullo photo
Giancarlo De Cataldo photo