Frasi su orecchio
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“Tutto il mio scrivere è un continuo prestare orecchio.”

Marina Ivanovna Cvetaeva (1892–1941) poetessa e scrittrice russa

Origine: Da Un poeta a proposito della critica, in Il poeta e il tempo, a cura di Serena Vitale, Adelphi, 1984³.

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“Emmi, il letto può attendere! Sono ancora sveglio, sto bene. Emmi, venga da me! Beviamoci un altro bicchiere! Mi sussurri nell'orecchio "whisky, whisky, whisky". Dica "accapponare la pelle". Me la mostri. Ecco la bella pelle della Emmi col 37 di scarpe. Glielo prometto: le appoggerò solo una mano sulla spalla. Solo un abbraccio. Solo un bacio. Solo qualche bacio, nient'altro. Innocentissimi baci. Emmi, devo sapere che odore ha. Ho la sua voce nelle orecchie, adesso ho bisogno del suo odore nel naso. Dico sul serio, Emmi: venga da me. Le pago il taxi. No, non accetterà. Fa lo stesso, qualcuno lo pagherà. Hochleitnergasse 17, citofono 15. Venga da me! Oppure devo venire io da lei? Vengo anch'io! Solo per sentire una volta il suo odore. Solo per darle un bacio. Niente sesso. È sposata, purtroppo! Niente sesso, glielo giuro. Bernhard, lo giuro! Emmi, voglio solo sentire l'odore della sua pelle. Non voglio sapere che aspetto ha. Non accenderemo la luce. Buio pesto. Solo qualche bacio, Emmi. Che c'è di male? È tradimento? Cos'è il tradimento? Un'e-mail? O una voce? O un odore? O un bacio? Desidero tenerla vicino. Desidero abbracciarla stretto. Solo una notte insieme a Emmi. Chiudo gli occhi. Non mi serve sapere che aspetto ha. Devo solo sentire il suo odore, baciarla e saperla vicina a me. Rido dalla gioia. È tradimento, Emmi?”

Daniel Glattauer (1960) giornalista e scrittore austriaco

Le ho mai raccontato del vento del Nord

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“[…] ma invece Lenz sulla via del ritorno si ritrova in preda a un'enorme compulsione idrolitica ad avere Green al suo fianco – o qualsiasi altra persona che non possa o non voglia andare via – vicino a sé, e a confidare a Green o a qualsiasi altro orecchio compiacente ogni esperienza e pensiero abbia mai provato. […] Lenz racconta a Green di quanto spettacolarmente obesa era sua madre, e usa le braccia per illustrare drammaticamente le dimensioni di cui sta parlando. Respira ogni terzo o quarto fatto, ergo circa una volta ogni isolato. Lenz racconta a Green le trame di molti libri che ha letto, ricamandoci sopra. […] Lenz racconta con euforia a Green che una volta gli successe di tranciarsi di netto la punta di un dito con la catena di un motorino e dopo pochi giorni di intensa concentrazione il dito gli era ricresciuto rigenerandosi come le code delle lucertole e disorientando le autorità mediche. […] Lenz spiega a Green che è una leggenda che il coccodrillo del Nilo sia il coccodrillo più temuto perché il coccodrillo dell'Estuario che può vivere anche in acque salate è un miliardo di volte più temuto da chi conosce queste cose. […] Segue un'analisi del termine disfunzione e la sua importanza nelle differenze tra, diciamo, la psicologia e la religione naturale. […] Lenz racconta il suo sogno ricorrente nel quale si trova seduto sotto uno di quei ventilatori tropicali da soffitto su una sedia di bambù e indossa un cappello da safari di L. L. Bean e ha una valigetta di vimini sulle ginocchia, e questo è tutto, questo è il suo sogno ricorrente. […] Lenz dice di ricordarsi alcuni fatti che sostiene gli siano capitati in vitro.”

David Foster Wallace (1962–2008) scrittore e saggista statunitense

pp. 667-670

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“Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso | il lampo in un orecchio nell'altro il paradiso.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Fiume Sand Creek, n.° 3

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“[Al termine di Juventus-Inter 1-3, 3 novembre 2012] È fastidioso sentire alcuni dirigenti della Juventus fare commenti ironici sulla spensieratezza tattica dell'Inter. Ci vuole rispetto. Noi abbiamo lavorato sodo per questa partita e abbiamo dimostrato di saper fare la nostra figura in casa della squadra più forte e alla fine siamo riusciti a batterla. Ho sentito con le mie orecchie che lui ironizzava sul tridente [riferendosi a Marotta], ma loro sono così. Non mi è piaciuta questa ironia, sono curioso di sentire come Marotta commenta adesso. E non parliamo degli episodi.”

Andrea Stramaccioni (1976) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Intervistato prima della partita Giuseppe Marotta, dg e ad della Juventus, aveva detto che sapeva «della spensieratezza tattica di Stramaccioni, ma non siamo impreparati, abbiamo preparato bene la partita».
Origine: Citato in Juve-Inter 1-3, Stramaccioni contro l'ironia di Marotta: «Adesso che dice?» http://www.ilmessaggero.it/sport/calcio/juve_inter_stramaccioni_commento_polemica_marotta_errori_arbitrali/notizie/229500.shtml, Il Messagero, 3 novembre 2012.

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“Gli occhi sono testimoni più precisi delle orecchie.”

fr. 101a
Sulla natura

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“Spesso in amico cerchiamo niente più che un orecchio.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Settembre, p. 98

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“[…] pancia vuota non ha orecchio.”

Jean De La Fontaine (1621–1695) scrittore e poeta francese

da Il Nibbio e l'Usignolo, IX, VIII
Ventre affamé n'a point d'oreilles.
Le favole

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“Ai miei occhi ed alle mie orecchie l'organo è il re di tutti gli strumenti.”

Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791) compositore, pianista, organista e violinista austriaco

dalla lettera al padre del 18 ottobre 1777]

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“Il mio Universo sono i miei occhi e le mie orecchie. Tutto il resto è supposizione.”

Douglas Adams (1952–2001) scrittore inglese

Serie della Guida galattica per gli autostoppisti, Ristorante al termine dell'universo

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“Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: "Cerco Dio! Cerco Dio!". E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. "È forse perduto?" disse uno. "Si è perduto come un bambino?" fece un altro. "Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?" – gridavano e ridevano in una gran confusione. L'uomo folle balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: "Dove se n'è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire! L'abbiamo ucciso – voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all'ultima goccia? Chi ci dette la spugna per strofinare via l'intero orizzonte? Che mai facemmo per sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov'è che si muove ora? Dov'è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all'indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? – Non si è fatto piú freddo? Non seguita a venire notte, sempre piú notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo ancora nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piú sacro e di piú possente il mondo possedeva fino ad oggi si è dissanguato sotto i nostri coltelli – chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo lavarci? Quali riti espiatòri, quali sacre rappresentazioni dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo anche noi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un'azione piú grande – e tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtú di questa azione, ad una storia piú alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!". A questo punto il folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch'essi tacevano e lo guardavano stupiti. Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense. "Vengo troppo presto" proseguí "non è ancora il mio tempo. Questo enorme evento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino – non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle stelle vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano viste e ascoltate. Quest'azione è ancor sempre piú lontana dagli uomini delle stelle piú lontane – eppure son loro che l'hanno compiuta!". – Si racconta ancora che l'uomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in diverse chiese e quivi abbia intonato il suo Requiem aeternam Deo. Cacciatone fuori e interrogato, si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente in questo modo: "Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di Dio?".”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

125; 2007

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“M'accingevo a dare più minuti particolari, quando il padrone m'ingiunse di tacere. "Chiunque conosce" egli disse "l'indole degli yahoo può agevolmente capire che un animale così abietto diventi capace di commettere tutte le orribili azioni da voi menzionate, sol che forza ed accortezza eguaglino la tristizia. Poiché il vostro discorso ha fatto aumentare il mio aborrimento per l'intera razza yahoo, provo, a sentirvi parlare, un turbamento mentale affatto nuovo. Non è escluso che col tempo le mie orecchie si abituino alle parole detestabili che vi escono dalla bocca, e imparino poco per volta ad accoglierle con minore ripugnanza. Odio, sì, gli yahoo di questo paese, ma non li biasimo per i loro abominevoli difetti più di un gnnayh (uccello rapace) per la sua crudeltà, o d'una pietra acuminata per la sua qualità di ferirmi lo zoccolo. Ma quando un essere che si vanta ragionevole può essere capace di tutte le atrocità cui avete accennato, comincio allora a temere che la ragione male adoperata sia qualche cosa di peggio della stessa naturale bestialità. Voglio, dunque, credere che voi siate dotati, non già di ragione, ma d'una facoltà atta ad accrescere i vostri difetti naturali; quale un torbido ruscello che riflette l'immagine d'un corpo deforme, non soltanto ingrandita, ma più stravolta che mai."”

da Opere, traduzione di Masolino d'Amico, Mondadori, Milano, 1983
I viaggi di Gulliver

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“Preferisco il rugby al calcio… Mi piace la violenza del rugby, sino a quando cominciano a strapparsi le orecchie.”

Elizabeth Taylor (1932–2011) attrice britannica

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 86, ISBN 88-8598-826-2.

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“[Cercavo] una giovane donna che passeggiasse al mio fianco in modo da risollevare la mia senescente libido e da farmi uscire il fumo dalle orecchie.”

Groucho Marx (1890–1977) comico

spiegando perché avesse scelto Marilyn Monroe per il film Una notte sui tetti
Origine: Citato in Mike Evans, Marilyn (Marilyn Handbook, MQ Publications Limited, 2004), traduzione di Michele Lauro, Giunti Editore, 2006. ISBN 880904634X

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“Ventre affamato non ha orecchie.”

Jean De La Fontaine (1621–1695) scrittore e poeta francese
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“Michelagnolo Amerigi fu uomo satirico e altiero; e usciva tal'ora a dir male di tutti li pittori passati e presenti per insigni che si fussero, poiché a lui pareva d'aver solo con le sue opere avanzati tutti gli altri della sua professione […] molti giovani ad essempio di lui si danno a imitare una testa del naturale, e non studiando né fondamenti del disegno e della profondità dell'arte, solamente del colorito appagansi, onde non sanno mettere due figure insieme, né tessere istoria veruna, per non comprendere la bontà di sì nobil'arte.
Fu Michelagnolo, per soverchio ardimento di spiriti, un poco discolo, e tal'ora cercava occasione di fiaccarsi il collo o di mettere a sbaraglio l'altrui vita. Pratticavano spesso in sua compagnia uomini per natura anch'essi brigosi; e ultimamente affrontatosi con Ranuccio Tomassoni giovane di molto garbo, per certa differenza di giuoco di palla a corda, sfidaronsi, e venuti all'armi, caduto a terra Ranuccio, Michelagnolo gli tirò una punta, e nel pesce della coscia feritolo, il diede a morte. Fuggirono tutti da Roma, e Michelagnolo andossene a Pellestrina, ove dipinse una S. Maria Maddalena. E d'indi giunse a Napoli, e quivi operò molte cose.
[…] Se Michelagnolo Amerigi non fusse morto sì presto, averia fatto gran profitto nell'arte per la buona maniera che presa avea nel colorire del naturale; benché egli nel rappresentar le cose non avesse molto giudicio di scegliere il buono e lasciare il cattivo. Nondimeno lasciò gran credito e più si pagavano le sue teste che l'altrui istorie, tanto importa l'aurea popolare, che non giudica con gli occhi ma guarda con l'orecchie. E nell'Accademia il suo ritratto è posto.”

Giovanni Baglione (1566–1643) pittore italiano

da Le Vite dè Pittori, Scultori et Architetti, Roma, 1642

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“La musica del M. Pizzetti non esiste, e se mi stuzzicate vi dirò in un orecchio che non esiste nemmeno il M. Pizzetti.”

Bruno Barilli (1880–1952) scrittore e critico musicale italiano

Capricci di vegliardo e taccuini inediti

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