Frasi su pericolo
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“Che pericolo c'è se qualche cattolico propende un po' più vivamente per la democrazia? Chissà che essa non sia il futuro dell'Europa?”

Jean-Baptiste Henri Lacordaire (1802–1861) religioso, giornalista e politico francese

dalla lettera a Charles de Montalembert del 7 novembre 1848.

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“Eppure ogni teoria è speculativa. Quando i concetti fondamentali di una teoria sono relativamente «vicini all'esperienza» (come per esempio i concetti di forza, pressione, massa), il suo carattere speculativo non è facilmente individuabile. Se, però, una teoria è tale da richiedere l'applicazione di procedimenti logici complessi per raggiungere conclusioni, a partire dalle premesse, che possano essere confrontate con l'osservazione, chiunque acquisisce la consapevolezza della natura speculativa della teoria. In tal caso sorge un sentimento quasi irresistibile di avversione in coloro che non hanno esperienza nell'analisi epistemologica e che non sono consapevoli della natura precaria del pensiero teorico in quei campi che sono loro familiari. D'altro canto, si deve ammettere che una teoria ha un vantaggio considerevole se i suoi concetti base e le sue ipotesi fondamentali sono «vicini all'esperienza» ed è certamente giustificata una maggior fiducia in una teoria di questo tipo. Si corre meno il pericolo di andare completamente fuori strada, soprattutto perché ci vuole molto meno tempo e sforzo per invalidare tali teorie con l'esperienza. Eppure, via via che la profondità della nostra conoscenza aumenta, dobbiamo rinunciare a questo vantaggio nella nostra ricerca di semplicità logica e di uniformità nei fondamenti della teoria fisica. Si deve ammettere che la relatività è andata oltre le teorie fisiche precedenti nel rinunciare alla «vicinanza all'esperienza» dei concetti fondamentali allo scopo di raggiungere la semplicità logica.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Altri saggi e articoli, p. 8

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“Chiamo violenza un'audacia in riposo innamorata dei pericoli.”

Jean Genet (1910–1986) scrittore

Origine: Diario di un ladro, p. 29

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“[…] l'unico pericolo sociale è l'ignoranza.”

2004, p. 489
I miserabili

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“Non dipendete soltanto dalla teoria, se la vostra vita è in pericolo.”

Commentario Bene Gesserit: cap. 20; Ed. Nord, p. 193
La rifondazione di Dune

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“I malati sono il pericolo massimo per i sani; non dai più forti viene il danno per i forti, bensì dai più deboli.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

III, 14; 1991

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“Si è maggiormente in pericolo di essere investiti quando si è appena scansata una vettura.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

I, 564; 2011

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“Vigliacco (agg.). Chi, nell'emergenza del pericolo, pensa con le proprie gambe.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 180
Dizionario del diavolo

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“Non si potendo ottenere le cose grande senza qualche pericolo, si debbono le imprese accettare ogni volta che la speranza è maggiore che la paura.”

Francesco Guicciardini (1483–1540) scrittore, storico e politico italiano

da Se 'l Gran Capitano debbe accettare la impresa di Italia, in Discorsi politici

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“[…] i beni si disprezzano quando si possiedono sicuramente, e si apprezzano quando sono perduti, o si corre pericolo o si è in procinto di perderli.”

Giacomo Leopardi (1798–1837) poeta, filosofo e scrittore italiano

296, 23 ottobre 1820; 1898, Vol. I, p. 373

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“Dopo il 1494, sendo stati i principi della città cacciati da Firenze, e non vi essendo alcuno governo ordinato, ma più tosto una certa licenza ambiziosa, ed andando le cose publiche di male in peggio; molti popolari, veggendo la rovina della città, e non ne intendendo altra cagione, ne accusavano la ambizione di qualche potente che nutrisse i disordini, per potere fare uno stato a suo proposito, e tôrre loro la libertà; e stavano questi tali per le logge e per le piazze, dicendo male di molti cittadini, minacciandogli che, se mai si trovassino de' Signori, scoprirebbero questo loro inganno, e gli gastigarebbero. Occorreva spesso che di simili ne ascendeva al supremo magistrato; e come egli era salito in quel luogo, e che vedeva le cose più da presso, conosceva i disordini donde nascevano, ed i pericoli che soprastavano, e la difficultà del rimediarvi. E veduto come i tempi, e non gli uomini, causavano il disordine, diventava subito d'un altro animo, e d'un'altra fatta; perché la cognizione delle cose particulari gli toglieva via quello inganno che nel considerarle generalmente si aveva presupposto. Dimodoché, quelli che lo avevano prima, quando era privato, sentito parlare, e vedutolo poi nel supremo magistrato stare quieto, credevono che nascessi, non per più vera cognizione delle cose, ma perché fusse stato aggirato e corrotto dai grandi. Ed accadendo questo a molti uomini, e molte volte, ne nacque tra loro uno proverbio che diceva: Costoro hanno uno animo in piazza, ed uno in palazzo.”

libro I, cap. XLVII
Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio

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“I nemici che possono riescir pericolosi sono sempre abbastanza scaltri per non esporsi al pericolo.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Aforismi politici

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“Il tormento delle precauzioni è peggio del pericolo che si vuole evitare: meglio affidarsi al destino.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Appendice

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“[…] si può dire ancora che vi siano delle 'donne'? Certo la teoria dell'eterno femminino conta numerosi adepti […]; altri sospirano: 'La donna si perde, la donna è perduta.'. Non è più chiaro se vi siano ancora donne, se ve ne saranno sempre, se bisogna augurarselo o no, che posto occupano nel mondo, che posto dovrebbero occuparvi. 'Dove sono le donne?' […]. Ma innanzi tutto: cos'è una donna? 'Tota mulier in utero: è una matrice', dice qualcuno. Tuttavia parlando di certe donne, gli esperti decretano 'non sono donne', benché abbiano un utero come le altre. Tutti sono d'accordo nel riconoscere che nella specie umana sono comprese le femmine, le quali costituiscono oggi come in passato circa mezza umanità del genere umano; e tuttavia ci dicono 'la femminilità è in pericolo'; ci esortano: 'siate donne, restate donne, divenite donne'. Dunque non è detto che ogni essere umano di genere femminile sia una donna; bisogna che partecipi di quell'essenza velata dal mistero e dal dubbio che è la femminilità. La femminilità è una secrezione delle ovaie o sta congelata sullo sfondo di un cielo platonico? Basta una sottana per farla scendere in terra? Benché certe donne si sforzino con zelo di incarnarla, ci fa difetto un esemplare sicuro, un marchio depositato. Perciò essa viene descritta volentieri in termini vaghi e abbaglianti, che sembrano presi in prestito dal vocabolario delle veggenti. […] le scienze biologiche e sociali non credono nell'esistenza di entità fisse e immutabili che definiscano dati caratteri, come quelli della donna, dell'Ebreo o del Negro; esse considerano il carattere una reazione secondaria a una situazione. Se oggi la femminilità è scomparsa è perché non è mai esistita. […] il fatto è che ogni essere umano concreto ha sempre la sua particolare situazione. Respingere le nozioni di eterno femminino, di anima negra, di carattere giudaico non significa negare che vi siano, oggi Ebrei, Negri e donne: questa negazione non ha per gli interessati un significato di libertà ma una fuga dall'autenticità.”

dall'introduzione; Il saggiatore, 1949, p. 13
Il secondo sesso

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“[Rivolto ad Andreas Hofer] Vorrei che il vostro eroismo, gentile e cristiano insieme, ispirasse qualcuno. […] La Vostra Fede cristiana, tutta d'un pezzo, la compatezza di popolo, che, con Haspinger, avete saputo realizzare nell'ora del pericolo, queste sì le desidererei con tutto il cuore.”

Papa Giovanni Paolo I (1912–1978) 263° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

citato in Paolo Gulisano, Andreas Hofer. Il Tirolese che sfidò Napoleone, Ancora, p. 138, raccolta nel volume Illustrissimi, Messaggero, Padova 2000

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“Volevo il movimento, non un'esistenza quieta. Volevo l'emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia che non trovava sfogo in una vita tranquilla.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

fonte 25
Variante: Volevo il movimento, non un'esistenza quieta. Volevo l'emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia che non trovava sfogo in una vita tranquilla

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“La libertà corre gravi pericoli a causa di inganni e tradimenti.”

II, 3; 1997
Per dolum ac proditionem prope libertas amissa est.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

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“Tanto minore è il pericolo, quanto minore è la paura.”

XXII, 5; 1997
[Q]uo timoris minus sit, eo minus ferme periculi esse.
Ab urbe condita, Libro XXI – Libro XXX

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“Nei tempi nostri non vi è tanto pericolo dai nemici in armi, quanto dai piaceri che da ogni parte sono sparsi.”

Scipione l'Africano: XXX, 14; 2006
Non est, non tantum ab hostibus armatis aetati nostrae periculi, quantum ab circumfusis undique voluptatibus.
Ab urbe condita, Libro XXI – Libro XXX

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“Ha cuor villano, e libertà non merta | chi l'amico lasciò nella catena.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

da Il pericolo, p. 413

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“Combattere i brevetti uno ad uno non eliminerà mai il pericolo dei brevetti software, così come uccidere le zanzare non significa sconfiggere la malaria.”

Richard Stallman (1953) informatico e attivista statunitense, fondatore del progetto GNU

da Contro i brevetti sul software – individualmente ed insieme http://www.gnu.org/philosophy/fighting-software-patents.it.html, traduzione di Vasco Maria Cleri, Giorgio V. Felchero, Paola Blason e Domenico Delle Side, 9 settembre 2004

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“Il pericolo mi stimola all'azione.”

Klemens von Metternich (1773–1859) diplomatico e politico austriaco

Firenze, 21 marzo 1819

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