Frasi su foglio

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema foglio, vita, due-giorni, vento.

Frasi su foglio

Thich Nhat Hanh photo
Nesli photo
Massimo Recalcati photo
Lillo Gullo photo

“Imbrattare un foglio candido: | scrivere, in fondo, | è il gesto di un vandalo.”

Lillo Gullo (1952) poeta, scrittore e giornalista italiano

Scrivere, p. 31
Labbreggiature

Hermann Hesse photo
Vladimir Vladimirovič Nabokov photo
George R. R. Martin photo
José Saramago photo
Lillo Gullo photo

“Angeli musicanti | intonano stornelli | in un siciliano omerico | per foglie cipolline | in caduta libera | da onesti patiboli.”

Lillo Gullo (1952) poeta, scrittore e giornalista italiano

Il centro del sempre

Max Pezzali photo
Robert Lee Frost photo
Simone Weil photo

“Mi sembra duro pensare che il rumore del vento tra le foglie non sia un oracolo; duro pensare che questo animale, mio fratello, non abbia anima; duro pensare che il coro delle stelle nei cieli non canti le lodi dell'Eterno.”

Simone Weil (1909–1943) scrittore, filosofo

Origine: Citato in Marcus Parisini, L'anima degli animali, Edizioni Biblioteca dell'Immagine, Pordenone, 2002, p. 110. ISBN 88-87881-68-5

Rabindranath Tagore photo
Charles Bukowski photo
Adriano Celentano photo
Dante Alighieri photo
Jovanotti photo
Walt Whitman photo
Gustave Flaubert photo
John Ronald Reuel Tolkien photo
Pierpaolo Lauriola photo
Marco Masini photo

“Dio è inconscio, è l'inconscio; in tal modo è sempre in noi, assegnando a ciascuno tristezze e gioie a seconda di quel che si combina.”

Umberto Silva (1943) psicoanalista e scrittore italiano

da Sesso sesso sesso http://www.ilfoglio.it/soloqui/8948, il Foglio, 22 maggio 2011

Dargen D'Amico photo
Jovanotti photo
Pierpaolo Lauriola photo
Claude Debussy photo
Li Po photo
Francesco Guccini photo
Ronald Laing photo
Alessandro Baricco photo
Claudio Baglioni photo
Fabio Volo photo
Nazım Hikmet photo
Haruki Murakami photo

“Sai, – riprende – i ricordi sono solo un combustibile per alimentare la vita. Che un ricordo sia importante o meno, in pratica fa lo stesso, è soltanto combustibile. La vita va avanti comunque. Un foglio di giornale, un libro di filosofia, una stampa erotica, una mazzetta di biglietti da diecimila… è uguale, quando finiscono nel fuoco, diventano semplici fogli di carta. Non è che il fuoco mentre brucia pensa "toh, questo è Kant" o "ecco l'edizione serale dello Yomiuri Shinbun" oppure "ma guarda che belle tette!". Per il fuoco sono soltanto fogli di carta, niente di più. Bè, con i ricordi è la stessa cosa. Quelli importanti, quelli così così, quelli completamente inutili, sono solo combustibile, tutti quanti senza distinzione, – dice Korogi, annuendo sulle proprie parole. Poi continua: – E se per caso quel combustibile non ce l'avessi, se il cassetto dei ricordi dentro di me non esistesse, penso che già da un bel po'sarei stata spazzata in due di netto. Sarei morta sul ciglio della strada, raggomitolata in qualche miserabile buco. Che si tratti di cose importanti o di cavolate, è perché riesco a pescare nel cassetto tanti ricordi, uno dopo l'altro, che posso continuare a modo mio a tirare avanti, anche se questa esistenza mi sembra un brutto sogno. Quando penso di non farcela più, quando sto per gettare la spugna, in qualche modo riesco sempre a venirne fuori.”

After Dark

Carlo Zannetti photo

“Quando più nessuno ti cerca ti senti inutile, vuoto, quasi morto, e puoi facilmente rimanere seppellito sotto le foglie secche delle tante supposizioni.”

Carlo Zannetti (1960) chitarrista, cantautore e scrittore italiano

Origine: La giravolta di Loris, p. 9

Luigi Pirandello photo

“Io sono vivo e non concludo. La vita non conclude. E non sa di nomi, la vita. Quest’albero, respiro tremulo di foglie nuove. Sono quest’albero. Albero, nuvola; domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che bevo. Tutto fuori, vagabondo.”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934

Uno, nessuno e centomila - Quaderni di Serafino Gubbio operatore

John Keats photo

“Se la poesia non viene naturalmente come le foglie vengono ad un albero, è meglio che non venga per niente.”

John Keats (1795–1821) poeta inglese

da Lettera a John Taylor, 27 febbraio 1818

Romano Battaglia photo
Max Gazzé photo

“Potessi, amore, esser nemmeno una donna, ma il punto esatto del foglio dove ti scivola, nero, il tratto di penna.”

Max Gazzé (1967) cantautore e bassista italiano

da La moglie del poeta
Quindi?

Rino Gaetano photo
Claudio Baglioni photo
Erik Axel Karlfeldt photo
Romano Battaglia photo
Gabriele d'Annunzio photo

“Fresche le mie parole ne la sera | ti sien come il fruscìo che fan le foglie | del gelso ne la man di chi le coglie.”

Gabriele d'Annunzio (1863–1938) scrittore, poeta e drammaturgo italiano

vv. 1-3

Ernest Hemingway photo
Vladimir Vladimirovič Nabokov photo

“Da qualche parte, dietro la baracca di Bill, una radio accesa dopo il lavoro aveva cominciato a cantare di fato e di follia, e lei era lì, con la sua bellezza distrutta, le mani strette e le vene in rilievo, da adulta, e le braccia bianche con la pelle d'oca, e le orecchie appena concave, e le ascelle non rasate, era lì (la mia Lolita!), irrimediabilmente logora a diciassette anni, con quel bambino che già sognava, dentro di lei, di diventare un pezzo grosso e di andare in pensione intorno al 2020 – e la guardai, la guardai, e seppi con chiarezza, come so di dover morire, che l'amavo più di qualunque cosa avessi mai visto o immaginato sulla terra, più di qualunque cosa avessi sperato in un altro mondo. Di lei restava soltanto il fievole odor di viole, l'eco di foglia morta della ninfetta sulla quale mi ero rotolato un tempo, con grida così forti; un'eco sull'orlo di un precipizio fulvo, con un bosco lontano sotto il cielo bianco, e foglie marrone che soffocano il ruscello, e un solo ultimo grillo fra le erbacce secche… ma grazie a Dio io non veneravo soltanto quell'eco. Ciò che solevo vezzeggiare fra i tralci intricati del mio cuore, mon grand péché radieux, si era ridotto alla propria essenza; il vizio sterile ed egoista, quello lo cancellai e lo maledissi. Potete anche schernirmi e minacciare di far sgombrare l'aula, ma finché non sarò imbavagliato e mezzo strangolato urlerò la mia povera verità. Insisto perché il mondo sappia quanto amavo la mia Lolita, quella Lolita, pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro, ma sempre con gli occhi grigi, sempre con le sopracciglia fuligginose, sempre castano e mandorla, sempre Carmencita, sempre mia; Changeons de vie, ma Carmen, allons vivre quelque part où nous ne serons jamais séparés; Ohio? Le plaghe desolate del Massachussets? Non importa, anche se quei suoi occhi si fossero sbiaditi come quelli di un pesce miope, e i suoi capezzoli si fossero gonfiati e screpolati, e il suo adorabile, giovane delta vellutato e soave si fosse corrotto e lacerato… anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del tuo caro viso esangue, al solo suono della tua giovane voce rauca, Lolita mia.”

Vladimir Vladimirovič Nabokov (1899–1977) scrittore, saggista e critico letterario russo

1993

“Non tutti i «gentili» – per sfortuna degli ebrei – sono stati degli «ingenui» o «zucche vuote» come essi amano chiamarli. Anche essi, o almeno una parte di essi ha saputo guardare il viso non amabile forse, ma pur tuttavia immutabile, della realtà. Un colpo tremendo deve aver subito il cuore ebreo nel vedere sorgere un movimento, quale quello fascista che denunciava la inconsistenza pratica della parola libertà nel campo politico dove gli uomini sono in tal modo costrutti da trasformare la libertà loro accordata in anarchia. Una rabbia immensa deve aver riempito il cuore degli anziani di Sion, nel sentire dei non ebrei dire che il comunismo è un'utopia irraggiungibile e che le sue applicazioni pratiche sono costruzioni meccaniche e crudeli dove milioni di schiavi lavorano per una minoranza di dirigenti (ebrei). L'odio di chi vede svelati i suoi piani è enorme, l'odio di chi vede rovinati i propri piani è tremendo. Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza, infatti, sarebbe una vittoria degli anglosassoni e della Russia; in realtà sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l'idea di dovere in un tempo non lontano essere lo schiavo degli ebrei? È certo una buona arma di propaganda presentare gli ebrei come un popolo di esseri ripugnanti o di avari strozzini, ma alle persone intelligenti è sufficiente presentarli come un popolo intelligente, astuto, tenace, deciso a giungere, con qualunque mezzo, al dominio del mondo. Sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile di questa guerra, intesa come una ribellione dell'Europa ariana al tentativo ebraico di porla in stato di schiavitù". (da La Provincia grande – Sentinella d'Italia, Foglio d'ordini settimanale della Federazione dei Fasci di Combattimento di Cuneo, 14 agosto 1942).”

Giorgio Bocca (1920–2011) giornalista italiano
Elisa photo
Colle der Fomento photo
Salvatore Quasimodo photo

“Sillabe d'ombre e foglie, | sull'erbe abbandonati | si amano i morti.”

Latomìe
Ed è subito sera, Erato e Apòllion

Richard Benson photo

“Il rock è come un albero grande, che tutti i suoi frutti ti dà: | per quanti gliene domandi, sempre uno ne troverà. | Ti dà il fiore, il frutto, la foglia: | il rock per te di tutto se spoglia.”

Richard Benson (1955) conduttore televisivo, conduttore radiofonico e chitarrista italiano

da Cocktail micidiale; disponibile su Youtube https://www.youtube.com/watch?v=MwfiRIXz2Fk

Cristina Campo photo
Sandro Pertini photo
Mikha'il Nu'ayma photo
Nizar Qabbani photo
Omero photo
Victor Hugo photo
Oriana Fallaci photo
Khalil Gibran photo
Stephen King photo
Paulo Coelho photo
Milan Kundera photo
Johann Wolfgang von Goethe photo

“[Mignon, sull'Italia] Conosci la terra dei limoni in fiore, | dove le arance d'oro splendono tra le foglie scure, | dal cielo azzurro spira un mite vento, | quieto sta il mirto e l'alloro è eccelso, | la conosci forse? | Laggiù, laggiù io | andare vorrei con te, o amato mio!”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…

Varie
Origine: Da Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister.

Erich Maria Remarque photo
Giovanni Boccaccio photo
Sergej Aleksandrovič Esenin photo
Niccolò Ammaniti photo
Giuseppe Marotta (scrittore) photo
Mario Tobino photo
Cecilia Dart-Thornton photo
Elisa photo
Elisa photo
Fëdor Ivanovič Tjutčev photo
Adriano Celentano photo
Anacleto Verrecchia photo

“A Isfahan visitai una volta una bottega dove dinanzi a un grande telaio verticale una donna, con alla destra e alla sinistra tre giovinette, annodava un tappeto. Udire le parole di Cristina al Collegio di Musica o sull'Aventino non è che replica di quell'immagine, sorprenderla in bottega mentre con un gran foglio davanti annoda le frasi. Il nodo è un segreto di noi orientali, che così procediamo nel compiere la tela. Per questo, Lilla Cristina, la Sua opera ci appartiene. Ha rubato il nostro tempo, cioè il nostro computo del tempo − e così ci onora.”

Alessandro Spina (1927–2013) scrittore siriano naturalizzato italiano

Origine: Sorta di titolo onorifico con cui nelle piccole corti barbaresche dell'Africa del Nord si usava rivolgersi alle principesse reali. Cfr. G. Campo – A. Spina, Carteggio, nota a p. 220 e A. Spina Conversazione in Piazza Sant'Anselmo e altri scritti, p. 78.
Origine: Da Lettera di A. Spina a C. Campo del 1 novembre '71, in Cristina Campo − Alessandro Spina, Carteggio, Editrice Morcelliana, Brescia, 2007, ISBN 9788837221850, p. 219.

Italo Calvino photo
Georg Trakl photo
Marco Travaglio photo
Leonardo Da Vinci photo

“La lepre sempre teme, e le foglie, che caggiano dalle piante per autunno, sempre la tengano in timore e, 'l più delle volte, in fuga.”

Leonardo Da Vinci (1452–1519) pittore, ingegnere e scienziato italiano

Timore over viltà; 1979, p. 55
Bestiario o Le allegorie

Walt Whitman photo
Gustave Flaubert photo
Eugenio Montale photo