Frasi su legno

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema legno, uomo, vita, due-giorni.

Frasi su legno

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“E il liuto che rasserena il vostro spirito non è forse lo stesso legno scavato dal coltello?”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Il Profeta

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“Il bambino guardava la nonna scrivere una lettera. A un certo punto, le domandò:
"Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me."
La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote:
"È vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto."
Incuriosito, il bimbo guardò la matita, senza trovarvi alcunché di speciale.
"Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!"
"Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.
"Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi. 'Dio': ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la Sua volontà.
"Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura ed usare il temperino. È un'operazione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.
"Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.
"Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.
"Quinta qualità: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione."”

Paulo Coelho (1947) scrittore brasiliano

Sono come il fiume che scorre

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“Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento?
Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento?
Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente?
Dov'è primavera e la messe, ed il biondo grano crescente?
Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna;
I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna.
Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente?
Chi tornerà dal Mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?”

Variante: "Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento? Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento? Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente? Dov'è primavera e la messe, ed il biondo grano crescente? Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna; I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna. Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente? Chi tornerà dal Mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?"
Origine: Il Signore degli Anelli, Le due torri, p. 619, Rusconi

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“Vivere è come scolpire, occorre togliere, tirare via il di più, per vedere dentro.”

Mauro Corona (1950) scrittore, alpinista e scultore italiano

da Nel legno e nella pietra

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“Ruba un pezzo di legno e ti chiamano ladro; ruba un regno e ti chiamano duca.”

Zhuangzi (-369–-286 a.C.) filosofo

da Il libro di Nan Hua
Citazioni di Chuang Tzu

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“La sessualità è il tarlo del legno. Ma il sesso non è nell'organo: è nel pensiero, nella creatività. Il coito è solo il momento più banale.”

Alessandro Bergonzoni (1958) comico e scrittore italiano

Origine: Da Il Resto del Carlino, 9 dicembre 2003, inserto Emilia-Romagna, p. 9.

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“Il trono regale di Gesù Cristo è il legno della Croce.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Omelie, Omelia nella solennità della Domenica delle Palme http://www.vatican.va/holy_father/francesco/homilies/2013/documents/papa-francesco_20130324_palme_it.html, Piazza San Pietro, 24 marzo 2013

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“A scuola la signora Forbes mi disse che quando mia madre era morta era volata in cielo. Mi aveva raccontato questa cosa perché la signora Forbes è molto vecchia e crede nell’aldilà. Porta sempre i pantaloni della tuta perché sostiene che sono molto più comodi dei pantaloni normali. E ha una gamba leggermente più corta dell’altra a causa di un incidente in moto.
Quando mia madre è morta, però, non è andata in cielo perché il cielo non esiste.

Il marito della signora Peters è un prete che tutti chiamano il Reverendo Peters, e ogni tanto viene a trovarci a scuola per parlare un po’ con noi; un giorni gli chiesi dove fosse il cielo. - Non è nella nostra galassia. È un luogo a sè, - rispose.

Qualche volta il Reverendo Peters emette uno strano verso mentre pensa, una specie di ticchettio con la lingua. E fuma e si sente l’odore delle sigarette mentre tespira e a me dà fastidio.

Dissi che non c’era niente fuori dall’universo e che non poteva esistere un luogo a sè. A meno che non si attraversi un buco nero, ma un buco nero è ciò che si definisce una Singolarità, che significa che è impossibile scoprire cosa c’è dall’altra parte perché la forza di gravità di un buco nero è talmente potente che persino le onde elettromagnetiche come la luce non riescono a sfuggirle, e le onde elettromagnetiche sono il mezzo attraverso il quale riceviamo le informazioni su tutto ciò che è lontano da noi. Se il cielo si trovasse dall’altro lato di un buco nero i morti dovrebbero essere scaraventati nello spazio su dei razzi per arrivare fin lassù e così non è, altrimenti la gente se ne accorgerebbe.

Penso che le persone credano nell’aldilà perché detestano l’idea di morire, perché vogliono continuare a vivere e odiano pensare che altri loro simili possano trasferirsi in casa loro e buttare tutte le loro cose nel bidone della spazzatura.

Il Reverendo Peters spiegò: - Be’, quando dico che il cielo è fuori dall’universo è solo un modo di dire. Immagino che ciò che significa veramente è che i defunti sono con Dio.

- Ma Dio dov’è?

Allora il Reverendo Peters tagliò corto dicendo che avremmo fatto meglio a discuterne in un altro momento, quando avessimo avuto più tempo a disposizione.

Ciò che di fatto avviene quando una persona muore è che il cervello smette di funzionare e il corpo si decompone, come quando morí Coniglio e noi lo seppellimmo in fondo al giardino. E tutte le sue molecole si frantumarono in altre molecole e si sparsero nella terra e vennero mangiate dai vermi e defluirono nelle piante, e se tra 10 anni andremo a scavare nello stesso punto non troveremo altro che il suo scheletro. E tra 1000 anni anche il suo scheletro sarà scomparso. Ma va bene ugualmente perché adesso lui è parte dei fiori e del melo e del cespuglio di biancospino.

Quando una persona muore qualche volta viene messa in una bara, che significa che il suo corpo non si unirà alla terra per moltissimo tempo, finché anche il legno della bara non marcirà.

Mia madre però fu cremata. Questo vuol dire che è stata messa in una bara e bruciata e polverizzata per poi trasformarsi in cenere e fumo. Non so cosa capiti alla cenere e non potei fare domande al cimitero perché non andai al funerale. Però so che il fumo esce da lcamino e si disperde nell’aria e allora qualche volta guardo il cielo e penso che ci siano delle molecole di mia madre lassù, o nelle nuvole sopra l’Africa o l’Antartico, oppure che scendano sotto forma di pioggia nelle foreste pluviali del Brasile, o si trasformino in neve da qualche parte, nel mondo.”

The Curious Incident of the Dog in the Night-Time

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“Nei parchi tedeschi, ci sono panchine speciali, che portano la scritta 'soltanto per adulti', e il bambino tedesco, anche se ha voglia di sedersi, leggendo quel cartello passa oltre a va a caccia di una panchina sulla quale ai bambini sia permesso di riposare; là siede stando ben attento a non toccare il legno con le scarpe infangate. Ve l'immaginate una panchina in Regent's Park su cui spiccasse la scritta 'Soltanto per adulti'?… Tutti i bambini per un raggio di cinque chilometri arriverebbero di corsa per occuparla, e cercherebbero di sloggiare gli altri che vi fossero già seduti. E nessun adulto riuscirebbe mai ad arrivare nemmeno in vista della panchina a causa della gran folla di bambini. Il bambino tedesco che, senza rendersene conto, si sieda su una di quelle panchine, salta su con un balzo, non appena qualcuno gli fa notare il suo errore, e se ne va a capo chino, arrossendo sino alla radice dei capelli, per la vergogna e il rimorso. in Germania, le strade di campagna sono fiancheggiate da alberi da frutta. Non c'è niente che impedisca ai ragazzi di raccogliere e mangiare la frutta, eccetto la voce della coscienza. In Inghilerra un simile stato di cose provocherebbe l'indignazione generale; i bambini morirebbero di colera a centinaia per le conseguenze di un'eccessiva ingestione di mele agre e noci acerbe. L'opinione pubblica reclamerebbe che gli alberi venissero recintati e, in tal modo, resi innocui. Ma in Germania un ragazzo è capace di percorrere chilometri e chilometri per una strada solitaria fiancheggiata da alberi da frutta per andare a comprarsi un soldo di pere al paese situato in fondo la strada. In Germania non è permesso mettersi in maschera per le strade. Uno scozzese di mia conoscenza che era andato a passare l'inverno a Dresda, sprecò i primi giorni della sua permanenza in discussioni con le autorità. Gli domandarono perché andasse vestito a quel modo. Lo scozzese non era un tipo cordiale, e rispose che non poteva circolare nudo. I funzionari vollero sapere perché andasse vestito così. Rispose che lo faceva per stare caldo e coperto. Gli dissero francamente che non gli credevano, e lo rimandarono a casa con una carrozza chiusa. Adesso in genere hanno fatto l'abitudine al turista inglese; però a un signore del Leicesteshiere, invitato un giorno alla caccia da alcuni ufficiali tedeschi, capitò, apparendo sulla porta dell'albergo, di essere prontamente acciuffato e condotto in questura, affinché desse spiegazioni sulla frivolezza della propria tenuta.”

Jerome Klapka Jerome (1859–1927) scrittore e giornalista britannico
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“[Sulla montagna] Dalla vetta non si va in nessun posto, si può solo scendere.”

Mauro Corona (1950) scrittore, alpinista e scultore italiano

da Nel legno e nella pietra

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“Questa è la mia visione. Guardo al futuro, a un tempo in cui l'uomo progredirà verso qualcosa di più degno e più alto del suo stomaco, quando ci sarà una motivazione più sottile che spinga gli uomini all'azione che quella di oggi, lo stomaco. Mantengo la mia convinzione della nobiltà e dell'eccellenza del genere umano. Credo che la dolcezza spirituale e l'altruismo avranno la meglio sulla grossolanità della gola. E ultimo di tutto, la mia fede è nella classe operaia. Come ha detto un francese, "La scala del tempo fa sempre eco alla scarpa di legno che sale, mentre lo stivale tirato a lucido discende."”

Jack London (1876–1916) scrittore statunitense

Such is my outlook. I look forward to a time when man shall progress upon something worthier and higher than his stomach, when there will be a finer incentive to impel men to action than the incentive of to-day, which is the incentive of the stomach. I retain my belief in the nobility and excellence of the human. I believe that spiritual sweetness and unselfishness will conquer the gross gluttony of to-day. And last of all, my faith is in the working-class. As some Frenchman has said, "The stairway of time is ever echoing with the wooden shoe going up, the polished boot descending."
Origine: Da What Life Means to Me, 1905, pubblicato in Revolution and Other Essays, Macmillan, 1909; citato in What Life Means to Me http://www.jacklondons.net/whatlifemeanstome.html, jacklondons.net.

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“[…] pialla male sul legno stagionato, chi è avvezzo a quello fresco.”

August Strindberg (1849–1912) scrittore e drammaturgo svedese

Origine: Gli isolani di Hemsö, p. 109

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“Se non ho sentito male, lei stava dicendo che Gesù non è mai esistito?" chiese cortesemente lo straniero. "No, non ha sentito male" disse Berlioz. Ah, com'è interessante!, e, scusate se sono importuno, voi oltretutto non credete neppure in Dio? – fece gli occhi impauriti e aggiunse – giuro che non lo dirò a nessuno". "Sì, noi non crediamo in Dio, siamo atei – rispose Berlioz sorridendo della paura del turista straniero – ma se ne può parlare con assoluta libertà". A questo punto il forestiero si alzò e strinse la mano all'allibito direttore dicendo: "Permetta che la ringrazi di tutto cuore dell'informazione che per me, viaggiatore, è eccezionalmente interessante! – e lo straniero volse lo sguardo impaurito alle case attorno, quasi temesse di vedere un ateo ad ogni finestra – ma ecco il problema che mi turba: se Dio non esiste, allora, mi domando, cosa dirige la vita umana e in generale tutto l'ordine della terra?" "L'uomo stesso li dirige" si affrettò a rispondere Bezdomnyj irritato. "Chiedo scusa – replicò dolcemente lo sconosciuto – ma per dirigere bisogna per questo avere un piano preciso per un periodo di tempo almeno rispettabile. E come può dirigere l'uomo, se non soltanto gli manca la possibilità di fare un piano anche per un periodo di, poniamo mille anni, ma non può disporre neppure del proprio domani? Immagini che lei, ad esempio, cominci a dirigere, a disporre di sé e degli altri, insomma a prenderci gusto, quando improvvisamente le capita… eh… eh… un sarcoma al polmone – e lo straniero socchiuse gli occhi come un gatto – ed ecco che tutto il suo dirigere è finito! Nessun destino, a parte il suo, le interessa più. I parenti cominciano a mentirle mentre lei si precipita prima dagli specialisti, poi dai ciarlatani, se non addirittura dalle chiromanti. E alla fine, colui che s'immaginava di dirigere qualcosa si trova a giacere in una cassa di legno, e gli altri lo cremano in un forno. E capita anche di peggio! Uno ha appena deciso di andare in villeggiatura, un progetto da nulla, sembrerebbe, ma non può attuare nemmeno quello perché tutt'un tratto scivola e finisce sotto un tram!" disse lo sconosciuto strizzando l'occhio a Berlioz, che effettivamente aveva deciso di andare in villeggiatura.”

Michail Bulgakov (1891–1940) scrittore e drammaturgo russo
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“Se si seppellisse un letto e la putredine del legno diventasse viva non nascerebbe un letto, ma legno.”

Antifonte (-479–-409 a.C.) filosofo e drammaturgo greco antico

fr. DK 87 B 15
Origine: Citato in I presocratici. Testimonianze e frammenti, a cura di Gabriele Giannantoni, traduzione di Gabriele Giannantoni et al, Laterza, 1983<sup>2</sup>.

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“Non da qualunque legno si può levare un Mercurio.”

Pitagora (-585–-495 a.C.) matematico, legislatore, filosofo, astronomo, scienziato e politico greco

Origine: Citato in Apuleio, Apologia; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, U. Hoepli, Milano, 1921, p. 62.

“Il castello di Nocera è posto in una terra assai fertile e dall'aria salubre: infatti, il suolo di essa produce un ottimo vino bianco e rosso, grano, segale e altri ottimi frutti in grande abbondanza. C'è una bella pianura con intorno alti monti e sorgenti abbondanti ed amene, e gli abitanti di questa valle amena seminano quattro volte all'anno; i campi producono svariati raccolti, dalle viti stese sopra gli olmi si ricava il vino in abbondanza e così l'olio dagli olivi. Le montagne sono coperte d'alberi, soprattutto enormi castagni, su cui crescono le castagne più grandi che io abbia mai visto. Dalla base dei monti dal lato verso la città di Amalfi, fino alla strada che dal castello va a Salerno, vi è una piantagione di noci o noccioli della lunghezza di 3-4 miglia e della larghezza di un miglio, e questi alberi di noci danno ogni anno tanta copia di frutti che basterebbero a molte regioni, se le raccogliessero: ma se ne nutrono i maiali, le cui carni, sia salate che fresche, si mantengono a lungo e sono ottime e saporite e non ho mai visto capponi più grandi e grassi e a buon mercato di quelli che si trovano in questa piana. Perciò i Curiali, finché furono sicuri, vi soggiornarono più volentieri che in qualsiasi altra parte del Regno di Sicilia. Dall'altro lato, verso il castello di Torre, sorge quel fertilissimo monte che chiamano volgarmente Somma, estremamente fruttifero, assai alto e dalla circonferenza assai ampia. Dista otto miglia dal castello di Nocera alla quale somiglia per ubertosità… Vi si producono ottimi vini greci, di almeno tre qualità, grande, mediocre e minore, che vengono portati nei vari luoghi e paesi. Ho sentito ripetere che i loro dazi ammontano ogni anno a più di 200 fiorini. Ogni anno, al tempo della vendemmia, si possono vedere oltre centomila recipienti costruiti dagli abitanti di questa zona con legno dei castagni di quei monti: ognuno di essi ha la capacità di otto barili secondo la misura romana; vi sono inoltre infiniti altri recipienti detti caratelli, che contengono di solito ognuno quattro barili. Il mosto raccolto dalle vigne di questo monte viene riposto in tali recipienti, e poi trasportato nei luoghi di mare, a Napoli, e nei vari paesi del mondo dai mercanti, attraverso il mare che dista dal monte tre miglia italiche. In molte località esso vien venduto come malvasia o altro vino di pregio.”

Teodorico di Nieheim (1340–1418) storico tedesco

libro I, cap. XXXVIII
De schismate libri III

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“"Naso di legno, cuore di stagno, burattino / quando diventerai un bimbo come noi? / pan di mollica, scansafatica, dove vai?"”

Carla Vistarini (1948) paroliera, sceneggiatrice e musicista italiana

Pinocchio perché no
Canzoni

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“"Comunque" continuò Hermione, come se non fossero stati appena aggrediti da un tronco di legno,"Lumacorno darà una festa di Natale, Harry, e non potrai evitarla stavolta, perché mi ha chiesto di controllare le tue serate libere in modo da organizzarla quando potrai esserci anche tu". Harry gemette. Nel frattempo Ron, che si era alzato in piedi e con tutta la sua forza stava cercando si spremere il baccello nella ciotola, sbottò, rabbioso: "E questa è un'altra festa riservata ai cocchi di Lumacorno, vero?" "Solo per il Lumaclub, sì" rispose Hermione.
Il baccello schizzò via dalla stretta di Ron, colpì il vetro della serra, rimbalzò sulla testa della professoressa Sprite e le fece volar via il vecchio cappello rappezzato. Harry andò a riprenderlo; quando tornò, Hermione stava dicendo: "Senti, non l'ho inventato io il nome Lumaclub…" "Lumaclub" ripeté Ron con un ghigno beffardo degno di Malfoy. "È penoso. Be', spero che ti diverta. Perché non provi a uscire con McLaggen, così Lumacorno potrà nominarvi Re e Regina dei Lumaconi…" "Possiamo portare degli ospiti" lo interruppe Hermione, che per qualche ragione era violentemente arrossita, "e stavo per chiederti di venire, ma se la pensi così allora lascio perdere!" Harry all'improvviso desiderò che il baccello fosse volato molto più lontano, in modo da non dover stare lì con quei due. Senza che lo notassero, prese la ciotola e cercò di aprire il baccello nel modo più rumoroso e violento che riuscisse a escogitare, ma questo purtroppo non gli impedì di sentire ogni parola.
"Stavi per invitare me?" chiese Ron in tutt'altro tono.
"Sì" rispose Hermione, adirata. "Ma se preferisci che esca con McLaggen…"
Ci fu una pausa durante la quale Harry continuò a pestare il baccello elastico con una paletta.
"No che non lo preferisco" bisbigliò Ron.
Harry mancò il baccello e colpì la ciotola, che andò in pezzi.
"Reparo" ordinò subito, picchiettando i frammenti con la bacchetta, e la ciotola tornò integra. Ma il fracasso evidentemente ricordò a Ron e Hermione che Harry era a un passo da loro. Hermione apparve turbata e cominciò subito a cercare la sua copia di Alberi Carnivori del Mondo per scoprire il modo corretto di spremere i baccelli di Pugnacio; da parte sua, Ron era imbarazzato ma anche compiaciuto.
[…] Non era veramente sorpreso, pensò Harry mentre lottava con un tralcio spinoso deciso a strangolarlo; aveva avuto il sospetto che prima o poi sarebbe potuto succedere. Ma non era sicuro di come si sentiva al riguardo. Lui e Cho ormai erano troppo imbarazzati per guardarsi, figuriamoci parlarsi; e se Ron e Hermione si fossero messi insieme e poi si fossero lasciati? La loro amicizia sarebbe sopravvissuta? Harry ricordò le poche settimane in cui non si erano parlati, al terzo anno; non si era affatto divertito a cercare di riconciliarli. E se invece non si fossero lasciati? Se fossero diventati come Bill e Fleur, e si fosse rivelato imbarazzante stare con loro, e lui fosse stato escluso per sempre?”

Origine: Harry Potter e il principe mezzosangue, pp. 260-262

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“Da un legno così storto com'è quello di cui è fatto l'uomo non si può ricavare nulla di perfettamente dritto.”

Immanuel Kant (1724–1804) filosofo tedesco

in Scritti politici e di filosofia della storia e del diritto, a cura di N. Bobbio, L. Firpo, V. Mathieu, Utet, Torino, 1956
Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico
Origine: Attribuita anche a Hegel in Ralf Dahrendorf, Erasmiani, traduzione di M. Sampaolo, p. 59.

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“Il trono è un pezzo di legno ricoperto di velluto.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Aforismi politici

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“Vidi il serpente nero salire, strisciando, lungo il legno della croce. Penetrò nel corpo del Crocifisso, per uscir poi, trasformato, dalla sua bocca. Era diventato bianco.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

Origine: Il libro rosso. Liber novus (2009), p. 310-a; 2010

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“Sta il fatto che mai come oggi, cioè con altrettanta irruenza e rapidità, torme di bruttissimi neologismi sono venute a cacciar di nido, e in esilio, termini e modi profondamente radicati nel nostro idioma, senz'alcun riguardo né per il vigore né per le benemerenze. E ciò, in piena armonia con la maggior parte dei loro compagni sorti col buon fine di dare un termine alle idee nuove (che sono moltissime). Insomma, dove si tratta di fare il brutto, la concordia non manca.
C'è anzitutto una legge, in questo campo nemico e compatto: quella che vorrei chiamare della mostrina, perché mi ricorda (senz'alcuna gioia) la vita militare. Il cittadino che va a rispondere alla chiamata del distretto, non sa nulla, ancora, della sua destinazione; ma per lui è verità matematica che fra poche ore non sarà più il "signor X", libero cittadino in tutti i sensi che quest'espressione può assumere nella vita d'un uomo: farà parte d'un corpo, d'una specialità. Scomparirà molto, in lui, dell'individuo; e per tutto il tempo che egli passerà "sotto la naia" non lo abbandonerà mai il senso d'esser divenuto qualcosa di simile a una pedina fra le tante d'una scacchiera, o a una mattonella in un pavimento o, forse meglio, a un'unità in un numero grande grande, che è appunto il corpo a cui appartiene. […] e centinaia d'altre simili parole che sembrano messe insieme coi cubi di legno o coi pezzi d'un "meccano", secondo un procedimento altrettanto di casa nelle lingue nordiche — p. e., in tedesco, pietoso è barmherzig; pietà: barmherzigkeit; spietato: unbarmherzig; spietatezza: unbarmherzigkeit; in inglese, pietà è pity; pietoso: pitiful; spietato: pitiless; spietatamente: pitilessly; spietatezza: pitilessness… — quanto estraneo e ripugnante alla nostra, dove il posto d'onore è sempre toccato alla libera fantasia, e non alla scienza esatta o all'officina per macchine di precisione.
Se l'italiano si conserverà italiano (il che nessuno oserebbe giurare), proverà sempre disagio di fronte a una siffatta maniera d'esprimere i pensieri, nella quale ogni sillaba sembra distillata da un alambicco nucleare, e a cui s'accompagna costante, ossessiva, la pretesa di rincorrere sino in fondo — chiamiamola così — la vocabologenesi.”

Franco Fochi (1921–2007) linguista e saggista italiano

Tutti al distretto, p. 29

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“Con gli strumenti elettrici di Muddy Waters e degli altri suonatori di blues urbano, la sonorità elettrica sostituì quella del metallo e del legno e la chitarra cominciò a perdere la sua voce umana.”

Alan Lomax (1915–2002) etnomusicologo, antropologo e produttore discografico statunitense

1993, p. 312
La terra del Blues

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“L'arido legno | Facilmente s'accende, | E più che i verdi rami, avvampa, e splende.”

Pietro Metastasio (1698–1782) poeta italiano

da Asilo d'amore

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“Non vada un picciol legno | a contrastar col vento, | a provocar lo sdegno | d'un procelloso mar.”

Pietro Metastasio (1698–1782) poeta italiano

da Pel giorno natalizio di Maria Teresa Imperatrice Regina

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“[A Filippo Brunelleschi, nel creare un crocifisso in legno] Piglia del legno e fanne uno tu.”

Donatello (1386–1466) scultore, orafo e disegnatore italiano

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 743

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“[Rivolto a Enzo Ferrari che gli aveva riservato un biglietto ferroviario di andata e ritorno per andare a correre la Targa Florio del 1932] Dicono che sei un bravo amministratore, ma mi accorgo che non è vero. Dovevi farmi riservare solo il biglietto di andata, perché quando si parte per una corsa bisogna prevedere la possibilità di tornare in un baule di legno.”

Tazio Nuvolari (1892–1953) pilota motociclistico e pilota automobilistico italiano

Origine: Citato in Enzo Ferrari, Il segreto di Tazio http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/12/27/il-segreto-di-tazio.html, la Repubblica, 27 dicembre 1985.

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“Una città non deve essere protetta dai sassi e dal legno, ma dal coraggio dei suoi abitanti.”

Agesilao II di Sparta (-444–-360 a.C.) re di Sparta

210 E
Citazioni di Agesilao

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“La casa dove tua bis-bis-bisnonna e io andammo a stare appena sposati dava sulle cascatelle […] Aveva pavimenti di legno e finestre magnifiche e spazio sufficiente per una famiglia numerosa. Era una bella casa. Una buona casa.
Ma l'acqua… diceva la tua bis-bis-bisnonna… non riesco a sentirmi quando penso.
Tempo, io la incalzavo. Datti tempo.
E, lascia che te lo dica: anche se la casa era spaventosamente umida, e il prato davanti una fangaia perenne a causa degli spruzzi; anche se i muri ogni sei mesi necessitavano di riparazioni, e scaglie di pittura cadevano dal soffitto in tutte le stagioni come neve… ciò che si dice di chi abita vicino a una cascata è vero.
Che cosa, chiese mio nonno, cosa si dice?
Si dice che chi abita vicino a una cascata non senta l'acqua.
Questo, si dice?
Esatto. Naturalmente la tua bis-bis-bisnonna aveva ragione.
All'inizio fu terribile. Non sopportavamo di rimanere in casa per più di poche ore di fila. Le prime due settimane furono caratterizzate da notti di sonno intermittente, litigi soltanto per il gusto di farci sentiore sopra lo scroscio. Litigavamo al solo scopo di ricordarci a vicenda che eravamo innamorati e non in preda all'odio.
Però le settimane successive andò un po' meglio: era possibile dormire qualche buona oretta per notte e mangiare con un disagio sopportabile. la tua bis-bis-bisnonna ancora malediceva l'acqua […], ma meno di frequente, e con minore furia. […]
La vita continuò perchè la vita continua, e il tempo passò, perchè il tempo passa, e dopo poco più di due mesi: Hai sentito? le domandai, una delle rare mattine in cui eravamo seduti insieme a tavola. Hai sentito? Deposi il mio caffè e mi alazi dalla sedia. La senti quella cosa?
Quale? mi chiese lei.
Esatto! risposi, correndo fuori per salutare a pugno teso la cascata. Esattamente!
Ballammo, lanciando in aria manciate d'acqua, senza sentire proprio neinte. Alternavamo abbracci di perdono e urla di umano trionfo all'indirizzo dell'acqua. Chi vince la battaglia? Chi vince la battaglia, cascata? Noi! La vinciamo noi!
E questo vivere vicino a una cascata, Safran. [.. ] Il timbro si sbiadisce. La lama si smussa. Il dolore si affievolisce. Ogni amore è scolpito nella perdita. […]
Ma questa non è tutta la storia, continuò la Meridiana. L'ho capito la prima volta che ho tentato di bisbigliare un segreto senza riuscirvi, o fischiettare una canzone senza insinuare la paura nei cuori di chi era nel raggio di centro metri, quando i miei colleghi della conceria mi hanno supplicato di abbassare la voce perché chi riesce a pensare se gridi in quel modo? Al che io ho domandato: STO DAVVERO GRIDANDO? * La storia della casa sulla cascata, la Meridiana”

Jonathan Safran Foer (1977) scrittore statunitense

Everything is Illuminated & Extremely Loud and Incredibly Close

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“Ella era venuta in India desiderosa di qualche avvenimento che desse un senso alla sua vita, ed ora standosene sul balcone di legno, capì che qualcosa di terribile, come una vendetta superante qualsiasi immaginazione, le stava accadendo. Ella non era morta, ma avrebbe potuto morire prima che molti altri giorni fossero passati, se non addirittura ore o minuti. Non aveva mai pensato molto alle case fino a quel momento, ma ora la casa del signor Bannerjee, pur avendo resistito al duplice assalto del terremoto e della inondazione, le sembrava eccessivamente debole e ridicola di fronte alla catastrofe che li circondava. Questa considerazione la indusse a pensare a se stessa, alla propria infinita fragilità, alla propria inutilità. V'era qualcosa di comico nell'assistere a uno spasimo della Natura, vestita d'un abito leggero di crespo di Cina bianco e ricoperta di gioelli. Un poco divertito, il suo spirito si mise a vagabondare, chiedendosi quale abito sarebbe stato adatto per una simile occasione. Pantaloni sportivi, direi, pensò, e una camicia di seta. Sarebbe elegante e pratico. Molte volte in Hill Street, a Cannes, in campagna, nel suo letto, stanca di leggere e semiaddormentata, s'era pigramente chiesta che cosa avrebbe provato nel trovarsi ad un tratto di fronte alla morte con la coscienza d'avere solo poche ore da vivere. Spingendo l'idea ancor più lontano s'era chiesta che cosa avrebbe fatto, indifferente ed annoiata com'era, se si fosse trovata dinanzi alla morte in compagnia di un uomo attraente. E s'era detta: Ci sarebbe una sola cosa da fare per ammazzare il tempo. Qualunque altra cosa sarebbe una noia.”

Louis Bromfield (1896–1956) scrittore (riformatore agrario)

Ella s'era anche detta che fare all'amore in tali circostanze sarebbe stato un piacere nuovo e selvaggio, nato da qualche atavica necessità profondamente radicata nella natura umana.
La grande pioggia

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“I santi di legno scolpito hanno certo fatto più per il mondo che quelli in carne e ossa.”

Georg Christoph Lichtenberg (1742–1799) fisico, scrittore e aforista tedesco

Osservazioni e pensieri

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“[Su Roger Federer] Sembra spuntato da un'altra epoca, lo si può immaginare con la racchetta di legno. Ha un tocco sensibile e uno stile fluido. È un atleta magnifico da osservare.”

Bud Collins (1929–2016) giornalista e conduttore televisivo statunitense

Origine: Dal DVD n.9, I grandi del tennis, Gazzetta dello Sport, min. 04:35.

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“Già Blok aveva intravisto nel progresso della civiltà, nell'idolatria della macchina e del ferro la minaccia di una America russa, ove l'età «ferrosa» avrebbe soffocato la dolce Russia di legno, cara a Serghej.”

Giovanni Arpino (1927–1987) scrittore italiano

Origine: Giovanni Arpino, Serghej A. Esenin, l'estremo cantore dell'antica Russia di fronte alla rivoluzione, Marsilio, 1997.

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“Possiamo fare solo quello che possiamo; ma questo dobbiamo farlo, nonostante le difficoltà.”

Isaiah Berlin (1909–1997) filosofo, politologo e diplomatico britannico

Origine: Da Il legno storto dell'umanità, traduzione di G. Ferrara degli Uberti, Adelphi, 1996, p. 40.

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